Capitolo 61

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Pov's Camilla

Sapevo che non avrei dovuto scrivergli, ma è stato più forte di me. D'altro canto non volevo che si rovinasse l'inizio del tour per colpa mia. Anche se l'ho lasciato, tengo ancora a lui, forse troppo.
Cammino lungo le strade del centro di Milano, mentre i pensieri invadono la mia mente, e finiscono sempre su di lui. Ci sto male, fottutamente male, ma devo andare avanti, devo farlo per me e per lui. È meglio per entrambi. Avrei tanto voluto vedere il suo sorriso mentre leggeva il mio messaggio, perché so che, nonostante mi possa odiare per averlo lasciato, quel sorriso perdifiato di cui mi sono innamorata, contornato da due magnifiche fossette, è spuntato sul suo splendido viso.
Basta! Devo smetterla di pensare a lui, di collegarlo a qualsiasi cosa vedo, devo seriamente smetterla. È finita, devo farmene una ragione.

«Stai pensando a lui non è vero?» chiese Elisa al mio fianco mentre mi guardava tristemente, e forse anche un po' malinconica. Mi aveva proposto di uscire per distarmi un po', ma non sembrava star funzionando.

«È più forte di me.»

«Facciamo una cosa, stasera mangiamo insieme la pizza e poi guardiamo un film, va bene?»

«Va bene. Ma compra tanto gelato perché credo che ce ne sarà bisogno.» dissi quasi sorridendo.

«Devo annotare alla lista anche quelle caramelline che ti piacciono tanto?» chiese ridendo.

«Si e anche i pop-corn. Dicono che mangiare faccia dimenticare.»

«Si, dicono anche che mangiando tanto si ingrassa, ma Niall è una dimostrazione che non è vero. Fottuto Horan, devo ancora scoprire il suo segreto.»

Scoppiai a ridere e, dopo cinque giorni, riuscii finalmente a non pensare a lui per qualche istante. Chissà cosa starà facendo lui è soprattutto, chissà se mi sta pensando.

***

«Siediti pure sul letto, io prendo una coperta nell'armadio.» dissi ad Elisa.

Aprii l'anta e feci per prendere la coperta quando notai, in un angolo, la sua maglia. Quella che mi aveva lasciato per ricordarmi di lui, la sua preferita, e fu così che le lacrime tornarono a solcare il mio volto cercando di colmare la sua mancanza, ma era impossibile, solo lui avrebbe colmato quel vuoto che mi aveva lasciato. Mi manca, mi manca fottutamente tanto e non so cosa fare per togliermelo dalla testa.
Mi accasciai a terra coprendomi il viso ormai bagnato con le mani, mentre i miei singhiozzi rimbombavano nell'aria. Strinsi la maglia al petto e con una mano la collana che mi aveva regalato e che circondava il mio collo ma che non avevo avuto ancora la forza di togliere.
Sentii due braccia circondarmi e abbracciarmi, ma le uniche che mi avrebbero fatta sentire meglio erano le sue, ma non sarebbe stato possibile. Ero disperata, sentivo la sua mancanza fin dentro le ossa, consumava ogni mio respiro, e a volte sembra così forte da non riuscire a respirare, a vivere. Perché è vero, senza di lui, io non riesco a vivere. Era la mia vita, il mio sorriso, il mio ossigeno, la mia fonte di vita, il mio tutto.

Elisa non disse nulla, ormai sapeva che in quei momenti poteva solo starmi accanto, ma nessuna parola, se non fosse stata detta da lui, non avrebbe avuto importanza. Le chiesi se poteva lasciarmi sola, e lei anche se preoccupata, fece come chiesto. Mi alzai e cercai il telefono e dopo aver selezionato il numero in rubrica, chiamai.

«Pronto?»

«N-Niall» singhiozzai.

«Camilla, cos'è successo?»

«Non..non ce la faccio. Mi manca troppo.» dissi facendo fatica a parlare per via delle lacrime.

«Lo so, credimi. Gli manchi tantissimo anche tu. Di notte lo sento singhiozzare e vorrei fare qualcosa per farlo sentire meglio, ma non so cosa.»

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