Capitolo 18

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Pov's Camilla

Ero seduta accanto a mio padre su quelle sedie di plastica che ci sono nelle sale d'aspetto. Mi mancava già il mio Harry. Mi verrebbe da prendere e andare da lui in hotel facendogli una sorpresa. Ma non posso. Tra neanche dieci minuti dovrebbero chiamare il nostro volo, quello che ci farà atterrare direttamente a Milano. Ebbene si si torna alla vita normale. A distogliermi dai miei pensieri fu il telefono che iniziò a vibrare. Un messaggio. Non feci neanche tempo di leggerlo che mio padre si girò verso di me.

Papà: "Vedi di spegnerlo quel coso. Non si può usare in aereo. Ah e dì al tuo ragazzo che stia al suo posto e non si intrometta nelle nostre cose."

Non capisco di cosa stia parlando. Che ha fatto Harry per meritarsi queste parole?

Io: "Di cosa stai parlando?"

Papà: "Ah non te l'ha detto? Quando te ne sei andata via ieri è venuto a prendere la colazione al bar ed è venuto a parlarmi dicendomi che non dovevo farti soffrire e che lui ci teneva alla felicità della sua ragazza"

Io: "Ha detto proprio così?"

Papà: "Si. Se non mi credi  chiediglielo."

Ha fatto davvero tutto questo per me? Ha perfino parlato con mio padre definendomi la sua ragazza? Troppo dolce. Lessi il messaggio che mi era arrivato.

Da Harry: "Ciao piccola. Ti sembrerà strano che ti chiamo così ma tu sei la mia piccola. La mia felicità. Ti ringrazio per quella bellissima lettera, la terrò sempre con me. Grazie per avermi reso il ragazzo più fortunato al mondo. Buon viaggio, scrivimi quando arrivi. xx"

Quanto lo posso amare? Quanto?

A Harry: "Ehi riccio! Amo il soprannome 'piccola'. E tu sei la mia di felicità. Grazie a te per tutto. Vabbene, a dopo. Ah mio padre mi ha detto che avete parlato. Grazie per tue parole. Sei un amore. Un bacio! xx"

Scritto questo sentì una voce che diceva 'Il volo diretto per Milano parte tra poco, prego i gentili viaggiatori di recarsi all'uscita 12 per l'imbarco. Grazie e al prossimo viaggio.' Ci alzammo e ci dirigemmo verso l'uscita poco prima indicata. E dopo una decina di minuti eccomi seduta sull'aereo a guardare le nuvole. Dicono che chi le osserva ed abbia molta fantasia e immaginazione riesca a vederci le cose a cui tiene di più. Come il giorno che morì il mio gatto Lulu, la sera guardando il cielo scorsi una nuvola che rappresentava la sagoma di un gatto. Sono passati anni e anni eppure me lo ricordo benissimo. Mi misi le cuffiette che da un po' non usavo e schiacciai play. In questi giorni non avevo avuto bisogno della musica per evadere dalla realtà, perché è proprio questo che fa. Ti porta in un mondo tutto tuo in cui solo lì ti senti bene. Sembra che ti capisca alla perfezione, eppure dietro le canzoni ci sono persone ed è grazie a loro se noi ci troviamo a sognare. Gente che dice che sognare non serve a niente, ma non è vero. Serve per andare avanti in un mondo pieno di pregiudizi e insulti, dentro il quale non sei neanche libero di dire o fare qualcosa che subito ti giudicano. Ho imparato a fregarmene di quello che le persone dicono perché bisogna vivere facendo la nostra felicità. Qualunque cosa tu faccia sono sempre pronti a criticarti e allora perché non vivere facendo quello che solo ed esclusivamente noi vorremmo fare? Almeno se poi hanno qualcosa da dire tu avrai fatto ciò che volevi. Tornai alla realtà quando realizzai che stavamo atterrando. Ciao vita normale! Non mi sei mancata ma eccoci qua.

Pov's Harry

Mi mancava tantissimo. Dopo aver letto la sua risposta ero più tranquillo. Andai dai ragazzi per svagarmi un po' e sembrava funzionare. Per qualche ora mi concentrai a giocare all X Box anche se appena finito il mio pensiero fisso tornò su Camilla. Guardai il telefono e scorsi un suo messaggio in cui diceva che era arrivata. Bene. Aspetta aspetta aspetta. Che ideona che mi è venuta in mente.

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