Capitolo 33

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Mi svegliai di soprassalto con una strana sensazione addosso, non so cosa sei ma vattene ti prego, ho altri pensieri più importanti. Guardai il telefono, segnava le sei e mezza. Solitamente mi sveglio alle sette meno un quarto ma questa sensazione che ho addosso non aveva intenzione di lasciarmi così decisi di andare in cucina e fare colazione. È presto, e questo mi piace perché mio padre sta ancora dormendo così non devo per forza vederlo almeno di prima mattina. Preparai la macchinetta del caffè e la misi sul fuoco, poi presi un pentolino e versai dentro un po' di latte e misi a scaldare pure quello. Poco dopo con il latte ci feci la schiumetta o come si chiama e la versai nella tazza del caffè. Una specie di cappuccino. Presi un paio di biscotti e li intinsi dentro per poi prendere la tazza e tornare in camera. Il telefono nel comodino si illuminò, lo presi sempre sorseggiando il cappuccino e guardai il messaggio appena ricevuto. Elisa. Avevo ancora il suo numero, mi ero decisamente dimenticata di averlo anche perché di sicuro non le avrei scritto. Lessi il messaggio.

Da Elisa: "Dobbiamo parlare, al parco alle tre e mezza?" Pensi che voglia chiarire con te? Sei fuori strada bella. Hai detto che avevamo chiuso? E allora che chiuso sia. Io non dimentico facilmente delle cose, non so te.

A Elisa: "No." Non mi frega niente di ciò pensa di me o se vuole chiarire io non sono ancora pronta a perdonarla o forse neanche lo voglio.

Da Elisa: "Certo che sei proprio una stronza eh io volevo solo chiarire"

A Elisa: "Ho preso dalla migliore, non mi frega, io non voglio. Ciao." Troppo dura? Bah forse. Ma non mi interessa.

Prima di poggiare nuovamente il telefono sul comodino mandai un messaggio ad Harry.

A Harry: "Buongiorno amore mio, ti amo xx"

Poco dopo non tardò ad arrivare la sua risposta.

Da Harry: "Buongiorno principessa, questo si che è un buon risveglio. Ti amo anche io xx"

Sa sempre come farmi spuntare un sorriso. Okay ora dovrei muovermi se no arrivo in ritardo a scuola. Andai in bagno e mi lavai i denti e il viso per poi truccarmi leggermente. Tornata in camera infilai un jeans nero, una maglia bianca con una scritta e le mie amate vans nere. Infilai un cardigan e la giacca per poi prendere lo zaino e uscire di casa. Salutai solo Anna, l'unica che al momento potrei dire che mi stia simpatica o che almeno non ostacoli la mia vita.

L'autobus arrivò con cinque minuti di ritardo, cosa che non mi sorprendeva affatto. Durante tutto il tragitto ascoltai un po' di musica, e nella mia riproduzione cadde anche A Sky Full Of Stars dei Coldplay. La nostra canzone, di me ed Harry. Che ricordi riaffiorarono la mia mente. Oh eccoci arrivati. Scesi ancora con le cuffiette nelle orecchie ed entrai in classe. Mancavano pochi minuti all'inizio di un'altra mattinata in questo inferno. Che poi tanto inferno non sarebbe se non per le persone che ci sono, compresi alcuni professori. A proposito di professori, alla prima ora avremmo avuto inglese ma questo non mi sembra il nostro insegnante. Appoggiò la borsa sulla cattedra e poi iniziò a parlare.

X: "Ciao ragazzi, il vostro prof di inglese ha avuto dei problemi familiari ed è tornato a casa, così ci sono io a sostituirlo. Mi chiamo Anthony, non sono italiano ma credo che lo abbiate già capito dal mio accento. Sono di Londra." Una domanda mi è venuta spontanea.

Io: "Come mai è venuto qua da Londra? Insomma Londra è la città dei sogni.." Forse sono stata un po' impertinente insomma è la sua vita e può fare quello che vuole. "Mi scusi non volevo entrare nella sua vita privata" continuai scusandomi.

Prof: "Oh figurati me lo chiedono in molti..sono venuto qua per la mia ragazza sai l'amore che può fare.." Mi guardò sorridente. Si vede che tiene molto a lei, come io tengo a Harry.

Le lezioni finirono in fretta e dopo pranzo raccontai ad Harry del nuovo prof. Dopo la chiamata mi misi a studiare, ormai dovevo farlo costantemente per superare al meglio gli esami a giugno.

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