Capitolo 29

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Pov's Harry

Entrò in stanza Paul che ci disse che tra un'oretta dovremmo imbarcarci e tornare a casa a Londra.

Camilla: "Harry ti posso parlare un attimo in privato?"

Io: "Certo, vieni" Adesso che deve dirmi? Per oggi ne abbiamo avute abbastanza.

Arrivammo in una stanza in cui non c'era nessuno, e nessuno poteva vedere o sentire nulla.

C: "Ti ho portato qui..solo per poterti dare un bacio..dato che tra poco dovete andare"

Si avvicinò e mi baciò, era bellissimo poter assaporare le sue labbra così perfette.

Io: "Ti amo piccola"

C: "Ti amo amore mio" Amore mio, sono il suo amore. Che bello sentirglielo dire. Dopo un altro piccolo bacio tornammo dai ragazzi che si stavano preparando per partire. Ed eccoci qui. L'altra volta è lei che è andata via, ora sono io quello che prende un aereo per andare a chilometri e chilometri di distanza. La mia piccola ci salutò tutti per poi uscire dal parcheggio mentre noi salivano in macchina. Non volevo separarmi dal lei, non ora. Lei è la mia pozione magica di felicità.

Pov's Camilla

Tornata a casa mi buttai sul letto ancora con i vestiti e mi addormentai. Per fortuna la mia amata sveglia mi ricordò che oggi avrei avuto scuola. Sono le sette, ho tutto il tempo che mi serve per sistemarmi al meglio e non dare a vedere come ho passato questi due giorni, dormendo pochissime ore. Ma ne è valsa la pena. Indossai una maglietta dell'Abercrombie bianca con la scritta rosa e i miei pantaloni neri. Presi un maglioncino, la giacca e lo zaino per poi passare per la cucina. Presa una mela uscì di casa e mordicchiandola mi dirisi verso la fermata dell'autobus che stranamente era puntuale. Trovai un posto e continuai a mangiare la mela. Tirai fuori dalla tasca della giacca le cuffiette e me le infilai. Dopo una quindicina di minuti eccoci arrivati davanti all'edificio scolastico. Aspettando che la gente che era salita nelle fermate dopo la mia scendessero, notai dal finestrino Elisa che si incamminava verso l'interno. Scesi velocemente ma non riuscì a trovarla, era come cercare un ago nel pagliaio. C'erano troppi ragazzi ancora addormentati in cerca della classe giusta che andavano da una parte all'altra, sembrava quasi un gregge di pecore smarrite.

Andai in classe, alla prima ora avrei avuto geografia, ma che bello. Ah cara prof, l'unica cosa che deve insegnare ai suoi alunni che anche se il mondo è così grande e possiamo essere così lontani l'un dall'altro l'amore vince sempre. Batte tutto, anche la distanza. Harry. Chissà se starà ancora dormendo. Gli manderò un messaggio appena questa strega esce. Ecco che rinizia a raccontarci della sua vita sentimentale, del perché suo marito l'ha lasciata e di quanto sia fiera dei suoi figli. Oh mon dieu.

Finalmente arrivarono le dieci e mezza e questo voleva dire solo una cosa. Ricreazione. Ah che sollievo. Scorsi la figura di Elisa che essendo in un'altra classe non avevo ancora avuto modo di salutare. La chiamai ripetutamente ma non si girava. Eppure non era così lontana. Mi avvicinai a lei che intanto non mi aveva considerato neanche un po' e stava per andarsene verso il giardino quando la presi per un braccio.

Io: "Si può sapere che cazzo ti prende?"

Lei mi guardò per poi abbassare lo sguardo. Fece per parlare quando mi prese per mano e mi portò sotto un albero nel giardino della scuola.

Io: "Avanti sputa il rospo."

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