Capitolo 9

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Non volevo che mi notassero, non avevo assolutamente voglia di stare a sentirmi la ramanzina di mio padre sul fatto che non avevo risposto alle sue chiamate e ai suoi messaggi. Che poi, se era tanto preoccupato per me, sapeva benissimo quale era la mia stanza e poteva trovarmi lì.

«Camilla!» la sua voce mi richiamò. Perfetto, pensai.

«Camilla, non ti sembra opportuno farti sentire? In fin dei conti sono sempre tuo padre.»

«Sentite, finitela con questa scenetta. Se veramente eri preoccupato per me, sapevi benissimo il numero della mia camera. E ora scusate, noi andiamo.»

Feci segno a Harry che capì subito e uscimmo dal bar, ma per quel poco che potei, sentì mio padre urlare una cosa tipo "Questa conversazione non finisce qua!". Sinceramente non me ne importava molto, per lui esisteva solo Anna e io avrei dovuto stare ai suoi comodi. Da quel momento non più. Avevo Harry, e solo lui sapeva capirmi veramente. E pensare che un tempo mio padre era pure il mio migliore amico; quando si rompeva una bambola correvo da lui piangendo che mi abbracciava dicendomi "Domani ne prenderemo un'altra, che sarà ancora più bella di questa". Quando litigavo con la mia migliore amica, lui era sempre pronto ad ascoltarmi e lo avrebbe fatto per ore, pur di farmi sentire meglio. Mi prendeva sempre in giro, faceva delle battute veramente pessime a volte, ma poi se lo guardavo rideva da solo, e veniva da ridere anche a me.
Mi manca quella parte di lui, anzi mi manca proprio lui. Quel rapporto stretto che avevamo e che col tempo si è dissolto, fino a rompersi quasi.
I miei pensieri vennero interrotti da Harry, mi ero dimenticata che fosse lì con me.

«Tutto bene?» chiese preoccupato.

«Dato che tu sei qui con me si. Scusa, non volevo metterti in questo casino.» dissi mortificata.

«Ehi tranquilla, non è colpa tua. Forza, vieni qua.»

Mi avvicinai a lui che mi strinse forte tra le sue braccia; possibile che solo con lui mi sentivo così al sicuro? Che anche con solo un abbraccio mi facesse dimenticare tutti i miei problemi? Riuscii solo a mormorare un 'grazie' ancora abbracciata a lui, e avrei voluto che non finisse mai. Era così bello e soprattutto mi sentivo così bene.

«Io dovrei andare alle prove, ma non voglio che tu resti da sola. Ti va di venire con me? Ci sono anche gli altri ragazzi, così li conosci.» mi propose.

«Mi piacerebbe, ma non vorrei..disturbare» sussurrai timida.

Si staccò da me e mi guardò dritta negli occhi.

«Tu non disturberesti neanche se lo volessi davvero.»

«Va bene allora.» sorrisi.

«Perfetto, allora andiamo. Mi fa molto piacere che tu venga.» Si alzò in piedi e mi porse una mano per aiutarmi ad alzare da quella fredda panchina sulla quale ci eravamo precedentemente seduti, senza che neanche me ne accorgessi.

Salimmo nella sua macchina e dopo circa un quarto d'ora arrivammo davanti un enorme palazzo, le cui dimensioni mi lasciarono a bocca aperta. Ero impaziente di conoscere gli altri, e anche se non si notava molto ero felicissima. Scendemmo dall'auto e ci dirigemmo all'interno; poco dopo ci trovammo in una stanza piena di strumenti. Mi guardai attorno meravigliata, non avevo mai visto così tante chitarre, microfoni e è batterie in vita mia.
Ero così presa ad osservare ogni cosa nel suo particolare che non mi accorsi dell'arrivo dei ragazzi. Li salutai e loro ricambiarono il gesto sorridenti. Ero abbastanza imbarazzata, era una situazione nuova per me, e non sapevo cosa fare. Fortunatamente Harry si decise a parlare e mi evitò una eventuale brutta figura, non sapendo cosa dire di preciso.

«Lei è Camilla, e assisterà alle prove di oggi. Mi raccomando trattatela bene.» sorrisi alle sue parole.

Si preoccupava per me, che dolce.

I ragazzi si avvicinarono a noi e cominciarono a parlare con me, erano davvero gentilissimi. E soprattutto, la loro bellezza che spicca nei giornali di gossip, non è nulla in confronto a quella reale e vista dal vivo.

«È lei il motivo del tuo sorrisone di ieri?» disse all'improvviso Niall.

Che sorrisone? Oddio. Era felice di vedermi oggi? Davvero? Basta domande, Camilla. E poi sei tu quella che ha passato la notte a fantasticare su di lui. Mi voltai verso di Harry che era abbastanza imbarazzato, zittii il biondino e iniziarono le prove. Sentirli da così vicino era una sensazione stupenda e unica. Ogni voce aveva qualcosa di particolare che la faceva distinguere dalle altre. Iniziarono con Best Song Ever, poi continuarono con Kiss You, C'mon C'mon e così via. Quando iniziarono con Little Things stavo per scoppiare a piangere. È una delle mie canzoni preferite e ogni volta che la ascoltavo qualche lacrima scendeva sempre. Poi dal vivo era ancora più perfetta di quanto non lo fosse già. Ogni tanto Harry mi guardava e sorrideva. Ogni volta che lo faceva sentivo dentro qualcosa, forse le farfalle nello stomaco? Ma e il motivo? E se mi stavo innamorando? No, non poteva essere.

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