La sua chioma violacea si era appena ridestata.
Il biondino era accasciato a terra,con le mani sul viso e le dita serrate a pugno.
"Mickey,ci sei già passato" si ripeteva nella testa,osservando la sua chioma colorata nello specchio difronte al suo letto.
«E tu chi diavolo sei?» urló il biondino ricciolo mordicchiandosi un'unghia.
«Paige!»fu l'unica cosa che fuoriuscì dalle sue labbra livide.
Aveva un piercing che gli donava quel l'aria da cattivo ragazzo,gli occhi color del mare,di un azzurro inquietante,così brillante e vivo da mettere spavento.Michael lo sapeva, trovarsi a vivere una vita che non è la propria, è come guardare un film senza protagonisti.
Scappare dalla realtà era sempre stato il suo forte, soprattutto se si trattava di sbagliare e ricominciare.
Aveva iniziato a ridipingere la sua vita così tante volte,da averci preso la mano.
Se uno sbaglio si trovava dietro l'angolo,Michael Clifford era il primo ad incappare nel torto.
Anche se non aveva mai fatto nulla di male,anzi.
«Ehi,come ti chiami?» chiese Ashton sfiorando il polso del ragazzo accasciato.
«Lasciami»
«Dai,noi siamo Ashton e Michael!» tentó riccioli d'oro,fallendo ancora.«Io posso capirti» aprì bocca il fantasma accarezzandogli i capelli sulla nuca.
«Sono il veterano qui» continuó inspirando lentamente e buttando fuori l'aria,come se ogni respiro lo purificasse un po'di più.«Non credo!» replicó l'altro tra i singhiozzi.
«Proviamo!»
«Se ti dicessi che non so come mi chiamo?»
«Proverei a darti un nome» concluse scompigliandosi i capelli color galassia.
«Cosa?» replicó lo sconosciuto.
«Da oggi sei Luke,ok?»
«Svegliarsi e non ricordarsi nemmeno il proprio nome è come esser morti e rinati in un'altra vita» dichiaró il biondino alzandosi da terra.
«Puoi reinventare la tua esistenza,essere chi vuoi,magari te stesso. Benvenuto nella tua nuova vita,Piccolo».Subito dopo la chioma fluente di Michael si chiuse la porta alle spalle.
Non voleva ricadere in certi errori.
Dare confidenza alle persona faceva male, era proibito.
O almeno così credeva.
O almeno così era nel pazzo universo di Michael Clifford.L'edificio era suddiviso in due sezioni.
L'ala maschile e femminile.
Ogni ragazzo poteva avere contatti con il sesso opposto,non vi erano norme che lo vietavano.
Michael era solito girovagare senza meta tra i lunghi corridoi dell'ala femminile in cerca di qualcuno che riuscisse a farlo sentire di nuovo vivo.La sua infanzia passata a suonare una chitarra lo aveva condizionato,i giudizi lo avevano ucciso ancora prima che nascesse,il mondo lo aveva già condannato prima ancora di processarlo.
Michael amava le foglie secche e il rumore che producevano quando venivano calpestate,adorava gli abbracci,anche se aveva ricevuto solo quelli dei familiari,aveva la fissa per gli occhi scuri,sapeva annegarci dentro anche se non erano color del mare.
Si passó una mano tra i capelli osservando la pioggia scendere lenta,come un'eterna danza di gocce e brusii.
Si sentiva sospeso,era nel posto adatto a lui.
«Clifford!» apparve una figura esile dietro di lui.
Le palpebre lasciavano intravedere il nero dei suoi occhi,perennemente socchiusi.
«Abigail,sono qui» rispose il ragazzo.
«Mike,dimmi,dimmi come è la pioggia!» chiese curiosa la ragazza.
Una lacrima scese lungo la guancia del ragazzo,gli occhi divennero rossi e strinse a sè quell'esile corpicino ossuto.
Come si può spiegare ad un cieco come è la pioggia?
«È come me» rispose a lei.
«Sta piangendo» concluse.
«Oh,Mike! Non farlo»
«Come potrei?»
«Tu puoi vedere quello spettacolo» indicó il vetro dietro di lui.
«Tu puoi vedere il mondo intero,perché ciò che vedi non è altro che l'esteriorità e l'apparenza.Tu vedi la vera essenza della vita,piccola.
Chiedimi cosa è una farfalla e te lo spiegheró,chiedimi cosa è la vita e te la inventeró»
«Inventala» sospiró la piccola.
«Non posso»
«Fallo»
«Devo andare.»
Il ragazzo le bació una guancia e la riaccompagnó nella sua stanza.«Ti sentirai forte e sicuro di quello che vedi,fino a che qualcuno ti risponde che non è così» dichiaró Michael appena chiusa la porta della sua stanza.
Ashton non c'era.
Luke si.
Era disteso sul suo letto.
Leggeva il suo libro.
Mangiava le sue caramelle.
«Scusami» disse il biondino scansandosi.
«Mh» rispose.Luke sfioró la sua guancia con la mano sinistra.
«Tu non sei quello che dicono»
«Cosa ne sai?»
«Lo sento»
«Stupidaggini»
«Oh,davvero?» sbraitó Luke mordicchiandosi il labbro inferiore.
«Si»
«Allora hai ragione tu»Era strano.
Non voleva credergli.
Aveva paura.La porta si spalancó all'improvviso e un ragazzo dalla pelle ambrata apparve.
«Ciao» disse.
«Ciao» rispose Michael strabuzzando gli occhi.Erano al completo.
Quello che non sapevano era davvero speciale.
Sarebbero diventati un tutt'uno.
Si sarebbero scontrati e avrebbero creato una combinazione perfetta.«Sono Calum» rispose il ragazzo dai tratti orientali.
Luke lo osservava dietro i suoi occhi cristallini.Era l'inizio della fine.

STAI LEGGENDO
1•Ruined Souls
FanfictionEra laggiù che le anime perse ritrovavano se stesse. Dal testo: «Chiedimi cosa è una farfalla e te lo spiegheró,chiedimi cosa è la vita e te la inventeró». Calum,Ashton,Luke e Michael sono quattro ragazzi alla deriva, sottomessi ai...