7.4 MICHAEL

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Quello sguardo,quelle iridi azzurre,così profondo,così indimenticabili.

Luke?

Michael riportó lo sguardo su quel ragazzo,cercando di capire se fosse davvero il suo Luke,ma trattenendosi dal saltargli addosso e baciarlo con passione.

Quegli occhi,quel dannatissimo sguardo perso e intenso,gli aveva letteralmente cambiato la vita,portandola da un inferno desolato e cupo ad un empireo luminoso e pieno di gioia.

Non fece in tempo a riportare gli occhi suo biondino,che quest'ultimo svoltó ,deciso, l'angolo e si chiuse la porta dietro le spalle.

Michael pensó che fosse solo frutto della sua mente,una manifestazione irrisoria del suo profondo desiderio di stringere quell'ammasso di ossa e pelle,la voglia di respirare l'odore dei suoi capelli arruffati e la necessità di sfiorare le sue labbra morbide.

Non poteva essere Luke,lui era rinchiuso nella sua prigione,non riconoscendo nemmeno le mura della sua stessa stanza,ascoltando voci confuse e osservando persone che,purtroppo,dovevano condividere con lui l'ossigeno.

Si passó una mano sulla fronte,chiudendo gli occhi e sospirando il nome dell'amato,dirigendosi verso la stanza che,purtroppo,stava per essere sgomberata,dato che Calum era ormai guarito.

Si chiuse la porta alle spalle e intravide l'ombra di Calum al di là della porta del bagno,sentendo la voce sottile di Rosalyn e quella più profonda del ragazzo.

«Calum,smettila di fare così! Non finiremo mai di preparare le tue cose,se continui a baciarmi!»

La ragazza s'interruppe non appena vide l'immagine di Michael nello specchio della toilette,con uno strano ghigno stampato sulle labbra rosse.

«Michael,hai visto? Me ne vado! Sono così felice,finalmente potrò fare ,della mia vita, ciò che ho sempre desiderato!»

Calum era dannatamente felice,le si leggeva in faccia che stava morendo di felicità.

Aveva un sorriso ampio sul volto,le guance tese e gonfie,gli occhi luccicavano per la gioia e le mani correvano su e giù per le gambe,strusciando contro il tessuto spesso dei jeans grigi.

«Sei felice...» constatò Michael,sorridendo appena,pensando ancora a quello strano incontro con quel tipo strano,ma tremendamente uguale al suo Luke.

«Oh cavolo,si! Tu non puoi capire! Non ne potevo più di questo posto,ho davvero voglia di esplorare,girare il mondo e...»

Gli occhi scuri del ragazzo si spostarono su quelli di Rose,sorridendole.

«E la aspetterò,ovviamente. Quando avrà terminato la sua terapia,sperando che possa uscire a breve,la porterò a Parigi,poi a Roma,Amaterdam,Londra,Tokio...ovunque lei voglia. Mi mancherai» concluse abbracciando Michael.

Il ragazzo dai capelli violacei sospiró,cominciando già a sentire la mancanza di quel tipetto sveglio e misterioso che,fin dal primo momento,lo aveva trascinato nel suo vortice di emozioni e situazioni.

Anche lui,come Calum,aveva trovato l'amore o,comunque,qualcosa che potesse tenerlo in vita,nonostante stesse barcollando sull'esile filo che separava la sua vita dalla morte.

E,come per magia,quel nome scivoló fuori dalle labbra di Michael,riempendo la stanza dell'ospedale con fin troppo rumore.

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