1.1 MICHAEL

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Si era addormentato di colpo,senza nemmeno accorgersene.

Da quando quel biondino aveva bussato alla sua porta,tutto sembrava diverso.
Ogni mattina si svegliava più vivo,con qualche peso in meno,sapendo che a qualcuno lui importava.

Forse era quello il segreto della salvezza: qualcuno che combatta per te,nonostante i pregi,nonostante j difetti e le manie,nonostante la vita fotta tutti di continuo guardandoci in faccia,nonostante tutto.

La vita di Michael era stata,in un certo senso,stravolta.
Si ritrovava ad avere un amico,un amico vero.

La sua storia e il suo passato continuavano ad ucciderlo lentamente ma,dopo l'arrivo di Luke,sembravano aver cambiato idea.

Quella sera aveva vietato al suo amico di partecipare ad una delle tante stupide messinscene dei più grandi.

Da una parte si era sentito in colpa per avergli vietato di scegliere ma sperava di aiutarlo.

Il vento soffiava forte,battendo violentemente sui vetri della piccola finestra,proprio sopra la sua chioma stellare.

Fu svegliato da un tuono fragoroso e dal lampo che,precedentemente aveva squarciato il cielo terso.

Pensó che ci fosse troppo silenzio in quella stanza e,dopo aver scoperto la verità,andó su tutte le furie.

Odiava preoccuparsi degli altri,ma con Luke era diverso.

Si sentiva in dovere di proteggerlo,abbracciarlo come fa un fratello maggiore,stringerlo e rassicurarlo,baciargli le tempie.

L'idea di Luke tra le sue possenti braccia lo fece rabbrividire,forse lo desiderava davvero o,semplicemente,lo trovava troppo intimo per due semplici amici.

Il biondo era sparito e con lui gli altri.

Urló,liberó un po' della rabbia che si stava prendendo gioco di lui.

In quel preciso istante la porta di aperta di colpo e compra e Calum che,con sua grande sorpresa,era intento a sorreggere un Ashton piuttosto conciato male.

Michael sapeva e doveva impedire agli altri di prendersi gioco del suo Luke.

Si suo, era suo e basta.

È possibile sentire una persona come qualcosa che ci appartiene?

Per Michael era così,sentire suo Luke lo faceva stare bene.

Scappó dalla stanza,dopo aver aiutato Calum e cominció a correre fuori dalla struttura.

Dopo pochi istanti si ritrovó zuppo e solo con le sue lacrime,in mezzo al cerchio.

Molto probabilmente,gli altri se l'erano data a gambe già da un pezzo e il pensiero di Luke in pericolo lo spaventava fin troppo.

Non si spiegava il perché del suo comportamento,non capiva per quale strana ragione gli importasse di lui.

Era una sensazione nuova,diversa da quei sensi di colpa che lo logoravano fin dentro la pelle,fin sentir le ossa.

Un altro lampo illuminó la notte,accompagnato dai rumori di passi,sempre più incalzanti.

«Clifford?»
«Scott?»

Justin Scott era un teppistello amico di Dylan e gli altri che,come tutti del resto, amava il pericolo e la sensazione di terrore.
Si vociferava che avesse avuto problemi con la giustizia e che fosse stato ricoverato all'ospedale circa un anno dopo la sua apertura.

«Clifford,il fantasma» disse beffardo,alzando un sopracciglio.
«Dov'è Luke?»
«Sarà qui da qualche parte. Tranquillo Mickey,non gli abbiamo fatto nulla di male»
«Dimmi dove si trova,ti prego»lo imploró.
«Sei patetico,proprio come tutti gli altri! Segui il sentiero,non potrai sbagliare»

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