1.8 LUKE

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Restarono in quel modo per un bel po' di tempo,stretti l'uno all'altro,aggrappandosi per non precipitare.

Era bello sentire il respiro dell'altro contro il collo,il calore della pelle a contatto con altra pelle,sentirsi un po'meno soli,un po' più vivi.

Luke si voltó a guardare fuori dalla finestra e vide che il cielo si stava tingendo del suo colore,il rosso.

Il sole stava già per tramontare e lui amava starmene ore seduto ad osservare i cambiamenti di colore del cielo,dall' azzurro tenue del crepuscolo al blu intenso della sera,sfumando al nero della notte picchiettata di stelle.

Il cielo gli dava una sorta di sicurezza,una vera e proprio certezza,come se fosse l'unico cosa a non mutare il giorno successivo,quando la mente di Luke già aveva tralasciato i fatti accaduti il giorno prima,lasciando spazio al vuoto più totale.

Da quando aveva scoperto di dimenticare tutto si era disperato.

Non sopportava l'idea di dover ricominciare ogni singolo giorno,di doversi riscoprire sempre di più,accentuando i lati negativi e tralasciando i pregi.

Faceva male leggere le righe del suo diario,come se si andasse ad evidenziare il suo problema,il suo passato da dimenticare.

Non vi era via d'uscita,secondo lui.

«Michael,ti porto a vedere una cosa» esordì il biondo tirandosi su e porgendo la mano calda all'altro.
«Cosa?»

Michael si stropicciò gli occhi rossi e gonfi,stanchi di osservare il mondo da quella prospettiva.

«Seguimi e vedrai»

Il ragazzo dai capelli tinti afferró la mano di Luke e non lo lasció durante il tragitto.

Quando giunsero nel cortile,Michael non sapeva cosa dire,nè cosa fare.

«Guarda che bel tramonto,Mike» lo incitó Luke indicando la palla infuocata che stava illuminando il cielo rossastro.

«Guarda i colori,guarda il rosso» continuó.
«Cosa c'è che non va con il rosso?» chiese l'altro sbigottito.
«Il rosso è il mio colore,lo sai?»

Michael fissó Luke in modo strano,lo squadró da capo a piedi non riuscendo a capire di cosa stesse parlando.

Come si può definire proprio un colore?

Insomma,tutti osserviamo quell'oggetto e ne identifichiamo il colore.

I colori non appartengono a nessuno.

«Il rosso non ti appartiene,Luke» precisó Michael.

«Osservalo,guardalo attentamente»

«Lo sto facendo,piccolo,ma non sto capendo nulla»

Il biondo prese fiato e cominció a parlare senza interrompersi.

«Hai visto quanto è forte? Io trovo coraggio osservando il rosso e le sue gradazioni. Il rosso è il colore delle rose,dell'amore,dei tramonti,dei tuoi occhi...il rosso è il colore delle cose belle,dei sorrisi inaspettati e di quelli che sapevi già di ricevere,degli abbracci,del sangue che scorre nelle vene senza mai fermarsi,di te,di me,di noi e della forza che troviamo semplicemente standoci accanto. Il rosso è il colore delle tue labbra,di quando le mordicchi silenziosamente,di quando sei strano e lunatico e di quando sei triste e hai solo bisogno di qualcuno che ti dica di essere lì con te a combattere contro mostri sconosciuti. Il rosso è il mio colore,della penna con la quale trascrivo i miei ricordi sgangherati,dei miei problemi e della mia memoria che fallisce ogni singolo giorno.Il rosso è il nostro colore,capisci?»

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