0.6 ASHTON

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Ashton si sentiva soffocato,come se d'un tratto tutti i suoi errori gli si fossero ritorti contro,opprimendolo.

Lui era senza strade,senza spiegazioni.
Un turbine di emozioni racchiuso in una gabbia fatta di ossa e pelle.

«Prendete un pennello,delle tempere e un foglio bianco»

La voce della Williams riecheggió nella stanza facendolo ridestare.

«Dipingete tutto ciò che vi passa per la testa. Cominciate pure»

Si guardó intorno e quello che vide lo paralizzó.

Facce e volti apparentemente normali ma,purtroppo, devastati dalle intemperie della vita.

E quanto amore vide dentro quegli occhi spenti, quanta distruzione nei loro pugni stretti e quanta paura tra le labbra screpolate.

Erano come fiori calpestati da stivali di gomma,erano la distruzione che si teneva per mano.

Si era sempre detto che la speranza non muore mai,ma che alla fine nulla è eterno.

Impugnó con forza un grosso pennello intingendolo nel blu cobalto e cominció a tracciare delle strane linee sul foglio immacolato.

Gli schizzi gli ricoprirono il volto,gli occhi,le mani,i pensieri.

Era sepolto sotto uno strato di tempera blu, come se bastasse a cancellarlo dalla faccia della terra.

Dipinse i suoi capelli,le labbra,i vestiti.
Lo fece con foga.
Lo fece e basta.

«Irwin,esigo che debba vedere il Dott. Lyell...adesso» esortó la Sig,Williams enfatizzando l'ultima parola con un gesto teatrale della mano.

Il ragazzo sgattaioló fuori piangendo.

Anche le lacrime erano blu...blu come il mare che si era portato via suo fratello.

«No!» urló qualcuno alle sue spalle.

Il ricciolo si voltó e, nelle sue iridi verdastre, apparve l'immagine di Hood.

Il ragazzo dai capelli neri come la pece impugnava un barattolo di vernice rossa e sorrideva,sorrideva...

Appena si accorse di aver attirato l'attenzione del ragazzo dai capelli biondi continuó a parlare.

«Ha osato pitturare il suo corpo e lei lo reputa sbagliato?»

Calum si stava immischiando e questo era sbagliato...perché si sa,Calum Hood non deve scherzare con il fuoco,è il fuoco che lo teme.

«Lei non ha il permesso di intervenire,Hood»
«Ha fatto del suo corpo un'opera d'arte e lei lo accusa?» continuó il moro con fare insistente.

«Cosa sta insinuando?»
«Che ha avuto il coraggio di rendere se stesso un tutt'uno con l'arte,non ha avuto paura di esprimere le emozioni e le ha esternate su di lui.
Preferisce qualcuno che le esterni facendosi del male o qualcun'altro che abbia il coraggio di osare sfidare l'arte?»

La Williams tacque.
Ashton sorrise.
Calum no.

Il ricciolo scappó e corse via dall'aula,Calum lo seguì.

«Tu sei fuori!» urló Ashton guardandosi allo specchio del bagno di camera sua,riferendosi alla sua immagine riflessa.
«No,sei solo un arcobaleno dietro quel temporale che hai negli occhi» rispose Calum.

Il moro era sgattaiolato alle spalle dell' amico e lo stava fissando con aria interrogativa.

«Non scappare dai tuoi demoni,sapranno come trovarti» esordì Calum.
«Lo sanno bene» rispose l'altro passandosi una mano tra i capelli ribelli.
«Aspettano che tu sia fragile»
«No,Calum...aspettano che tu sia te stesso»

Il biondo scoppió a piangere,come se servisse a liberarlo da quel peso che tanto lo opprimeva.

Il pavimento di ricopri di tante goccioline di vernice blu cobalto e Calum sorrise pensando a come ogni singolo ragazzo avesse un colore.

Luke era il rosso,la passione,la paura.
Ashton era il blu,la tristezza,l'ansia.
Michael era tutti i colori mescolati insieme,una tavolozza piena di paure mischiate a tanto disordine.
Lui...lui era semplicemente il nero,non poteva essere definito un colore.

«Stiamo sporcando tutto,Ash»
Il moro scoppió a ridere.
«Io sto combinando questo disastro» rispose l'altro guardandosi intorno.

Il moro lo abbracció.
Istinto,rabbia,paura,amore.
Una tempesta perfetta.
Il bene che incontra il male.
Il sole che bacia la luna.
La calma e il rumore.

«Adesso siamo entrambi blu,saremo in due in questo disastro!» disse il moro.
«E se tutta la vita fosse un disastro totale?»
«Allora metteremo ordine a questa confusione...insieme»

Le possenti braccia di Calum circondarono la vita del ricciolo,facendolo sentire a casa.

Il biondo stava colmando con un possente urlo il silenzio del moro.

Una combinazione perfetta di amore-odio.

Furono interrotti dal rumore metallico di una chiave.

Era Luke.

«Ciao Luke» disse Calum.

Il biondo uscì afferrando il suo quaderno.

X

Quella sera Ashton entró nella mensa con un sorriso stampato sul volto.

Vide i ragazzi e si accomodó al loro tavolo,osservando i loro vassoi.

Lui optó per della pizza e una mela.

Calum non c'era.

«Sapete dove si trova Calum?» chiese.
«È stato convocato dal Dott.Lyell» rispose secco Michael.
«Ha combinato un disastro durante l'attività di gruppo in aula di arte» concluse Luke.

In quel preciso istante Ashton si sentì colpevole,responsabile di un disastro ancora più grande dei suoi.

«Devo andare»
«Dove?» chiese il ragazzo dai capelli colorati.
«A prendere una boccata d'aria»

Effettivamente,quei capelli neri e quegli occhi penetranti erano come ossigeno,una boccata d'aria fresca in mezzo allo smog della sua vita.

«Dove?» chiese Luke.
«Ovunque»

Il ricciolo corse verso lo studio dello psicologo,correndo ignaro di tutto ciò che accadeva attorno a lui.

La porta era chiusa.

Ashton rabbrividì.

Sentì la voce del Dottore.

Calum era lì.

«Dovrebbe rendersi conto di quello che ha fatto,Hood,lei ha violato le regole»
«L'ho fatto per una buona causa!»
«E quale sarebbe questa buona causa?»
«Il suo sorriso,Dottore...il suo sorriso»

Ashton si sentì soffocare,non sapeva cosa volesse significare essere importanti per qualcuno.

Quel qualcuno lo aveva trovato e si celava dietro occhi impenetrabili.

Per un momento tutto svanì.

Nella sua testa,i demoni sembravano essersi assopiti.
Aveva altro a cui pensare.

Entró travolgendo la porta dello studio dello psicologo,si precipitó su quell'essere possente e lo strinse a sè.

È bello essere importanti per qualcuno,si disse.
Ancor di più se quel qualcuno è Calum Hood,pensó.

Per una volta ne valeva la pena.
Per una volta si sentiva parte integrante della vita di qualcuno.

Anche le anime più sole necessitano di una cura contro la solitudine.

Essere soli in due è come combattere un demone tenendosi per mano.

E Ashton aveva afferrato quella di Calum con un gesto deciso.

E insieme avevano trovato una soluzione.

E in quel momento non vi era cosa più grande di ció che stava nascendo tra quelle due catastrofi umane.

Perché è proprio quando si è toccato il fondo che si ricomincia a risalire.

1•Ruined Souls Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora