1.9 ASHTON

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«Vieni Cal,hai ragione,necessiti spiegazioni»

I due si diressero verso l'ala destra del dormitorio e si accomodarono sul pavimento.

Ashton si sentiva pronto a raccontare la sua storia e Calum era pronto ad ascoltarlo.

Ashton sapeva che dietro a quei capelli neri e a quel passato pieno di violenza,si celava una vera persona in grado di donare e fare del bene.

Prese fiato,pensando a come impostare il suo discorso.

«Bene,ti racconteró tutto dall' inizio,senza tralasciare nulla,ok?» disse nervoso il ricciolo,giocando con l'oro della sua t-shirt nera.

«Sono qui per ascoltarti»

Sospiró nervoso,sentendo già le lacrime inumidirgli gli occhi.

«Sono nato e cresciuto qui vicino; una bella casa,una bea auto e una famiglia perfetta.
Mia madre si dava da fare in casa,papà si assicurava di mantenerci e ogni tanto venivano a trovarci i nonni.Ero piccolo,avevo solo sette anni quando ho associato un significato alla parola dolore.
Avevo un fratello maggiore,Jake e una sorella minore,Allison.
Passavano le nostre giornate a giocare sulla casetta degli attrezzi,fantasticavamo su mondi fatti di caramelle e unicorni,sorridevano ed eravamo spensierati.
Mio fratello amava il surf,la libertà che cavalcare le onde gli donava,il vento tra i lunghi capelli biondo cenere e l'acqua che si insinuava nei suoi occhi color del mare.
Ogni anno andavamo in vacanza in Australia,lì poteva cavalcare le onde migliori,competere con i più grande surfisti del pianeta e incontrare tante persone con le quali condividere quella passione che,da sempre,lo accompagnava.
Quel giorno il cielo era terso e tutti i notiziari si raccomandavano di stare alla larga dalle spiagge e soprattutto di non praticare sport in mare.
Pioveva a dirotto e Jake voleva assolutamente cavalcare le onde.
Ricordo che ripeteva sempre la stessa frase;"Piu il cielo è grigio,più le onde sono belle"
I suoi occhi si illuminavano ogni volta che pronunciava questo frase.
Quel giorno il cielo era nero,nuvoloni minacciosi avevano ricoperto la città.
Mia madre cercó di impedirgli di uscire in mare ma,testardo com'era,non le diede ascolto»

Calum sorrise,pensando a quanto i due si somigliassero.

Avevano la stessa testardaggine.

«Lui doveva cavalcare le onde,voleva sentirsi libero.
Entró in acqua,dopo mezz'ora fu travolto da un'onda immensa e il suo corpo fu ritrovato da me circa sei ore dopo.
Stavo giocando sulla spiaggia,mentre mamma e papà si disperavano e cercavano mio fratello ormai scomparso.
Ricordo che,dopo aver trovato il corpo di Jake,tornai da mia madre trionfante e con un sorriso dipinto sul volto
"Mamma ho trovato Jake,stava semplicemente dormendo a riva"
Jake non si sveglió più,mia madre si diperó,mio padre cadde in depressione.
Mi accorsi che non stava dormendo quando arrivó l'ambulanza.
Mi accorsi che non stava sognando quando mi portarono al suo funerale.
Ricordo ancora un'altra frase che disse il giorno di Natale.
"Mamma,papà...se un giorno dovessi andare via da qui,dite ad Ashton e Allison che probabilmente staró cavalcando lo onde da qualche parte"
M'illudo ancora.
Spero ogni singolo giorno che lui sia in Australia a realizzare il suo sogno di diventare una stella del surf,spero che stia sorridendo mentre l'aria fresca gli colpisce il volto,mentre il vento scompiglia i suoi capelli ricci,mentre si sente libero.
Mi sembra sempre di averlo accanto,come un angelo custode,come se sapesse come aiutarmi.
La mia vita,dopo quel giorno fu sconvolta.
Passai un brutto periodo,sto passando un brutto periodo.
Una notte l'ho sognato e in quel sogno mi diceva di cercare aiuto,di riuscire a superare il trauma.
Decisi di venire qui,di lasciarmi la mia vecchia vita alle spalle e di provare a migliorare le cose.»

Calum si avvicinó all'amico e poggió un braccio sulle sue spalle.

«Ash,ti sono vicino»

Il riccio scoppió in lacrime.

«Jake è qui con te,non ti abbandonerà mai,sarà sempre al tuo fianco.
Immagina di vederlo vicino a me che ride guardando le onde infrangersi sugli scoglio,immaginatelo felice da qualche parte nel mondo»

«Calum,come si può privare un diciassettenne dei suoi anni migliori?»

«È la vita,Ashton,nessuno può impedire certe cose.
Devi solo pensarlo felice e non disteso a riva privo di vita.
Ricorda Jake in giardino,alle feste di compleanno,al mare,ricordalo abbracciato ad Allison,o a tua madre.
Ricordalo per quello che era in vita,per i ricordi in comune,per la sua testardaggine»

Ashton sorrise al pensiero di suo fratello felice da qualche parte.

«Lui era sempre allegro,non piangeva mai,era la mia roccia.
Ricordo quando,per la prima volta,mi sbucciai un ginocchio giocando a basket in giardino.
Lui si avvicinó e mi disse che i veri guerrieri non piangono mai,anche quando fa male,loro non si fanno mai vedere tristi e restano sempre forti.
Io sono riuscito a crollare,restando forte.
Sono riuscito a provare nuove strade.»

Calum fissó il ricciolo sorridendo.

«Guardati Ashton,sei un vero guerriero.
Tuo fratello sarebbe orgoglioso di te»

Ashton sorrise tra le lacrime.

«Mia madre mi dice che sono tale e quale a lui,che abbiano gli stessi capelli,lo stesso sorriso e le stesse fossette sulle guance.
Dice anche che abbiamo la stessa risata contagiosa,gli stessi modi di fare,la stessa voce.
Forse lo dice soltanto perché lo vorrebbe con sè»

«No,io credo a tua madre.»

«Nemmeno lo conoscevi,Cal»

«Ma so per certo che tu rischieresti la vita per ciò che ami»

Ashton annuì.

«Sono proprio come lui»

Il sole era già tramontato

«Ti va di andare a fare due passi in cortile?» propose il moro,dando un pizzicotto sulla guancia ad Ashton.
«Ci sto» rispose e per un attimo gli sembró di aver visto il viso vispo di suo fratello sbucare da dietro l'angolo.

Parlarne era stata la cosa migliore,si stava pian piano aprendo e stava smettendo di nascondere il suo passato.

Infondo era un guerriero e i guerrieri non si comportano così

Svoltarono l'angolo e rimasero sorpresi da ciò che videro.

Michael e Luke che si stavano abbracciando.

Appena il biondo intravide Calum sciolse l'abbraccio e gli rivolse un saluto imbarazzato.

Aveva ragione Calum: quei due stavano nascondendo qualcosa.

«Ciao,io ed Ashton andiamo a cena,venite?»

Luke annuì,intrecciando le sue dita con quelle di Michael dietro la schiena,cercando di nascondere il gesto.

Sorrisero entrambi.

«Ragazzi,devo raccontarvi una storia»disse Ashton sorridendo a Calum.

Ogni volta che rideva,due fossette si formavano ai lati della bocca.

Erano adorabili.

Ashton era un guerriero ed era pronto a mostrare a tutti le sue ferite di guerra.

1•Ruined Souls Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora