8.0 LUKE

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«Puoi andare,Luke» esordì il responsabile della mensa,dichiarando così terminata la sua pesantissima giornata lavorativa all'ospedale.

Il cielo si stava già scurendo,qualche stella faceva capolino in mezzo a quell'assurdo blu sbiadito,mentre la città si stava lentamente addormentando.

Luke raccolse tutte le sue cose,si strinse nella felpa e osservó ,per l'ennesima volta,quello strano volumetto.

Michael,il ragazzo strano,gli aveva imposto di leggerlo,credendo di poter spiegare Belgio la situazione attraverso delle stupida pagine macchiate di rosso.

Luke,in primo luogo,con la voce rotta,avrebbe voluto urlargli di farla finita perché non avrebbe mai letto quel diario ma,dopo aver scrutato profondamente negli occhi di quella galassia errante,aveva capito che,probabilmente,quelle pagine erano la risposta a tutto.

Con la mano infreddolita,osservando fuori dalla finestra,carezzó la copertina ruvida,passando un dito sopra le lettere a caratteri cubitali che componevano il suo nome.

Una strana forza proveniente da chissà quale fonte di energia lo stava guidando verso uno stretto sentiero sterrato e polveroso,fatto di ciottoli lisci.

Il bosco in inverno,soprattutto in quell'anno,sembrava un luogo mistico e fatato,così buio e cupo.

Luke,senza rendermene conto,si stava dirigendo verso una piccola radura illuminata dalla luce della timida luna che,cortesemente,si faceva largo tra la sua schiera di stelle candide.

Non faceva freddo,anzi.

Si poteva respirare ancora l'odore del legno umido e della rugiada che,timidamente,ricopriva i fiori,si potevano udire i versi di strani animali notturni e sentire il gorgoglio di un ruscello fresco in lontananza.

Luke si accomodò su una pietra levigata,alzó gli occhi al cielo e scorse la luna.

La luca pallida del satellite terrestre illuminava il suo viso scavato e segnato da due profonde occhiaie bluastre,i suoi occhi color del ghiaccio antartico brillavano di luce riflessa,mentre una folata di vento sfogliava le pagine del diario.

"La mente ha uno strano potere: crea,distrugge,immagina e pretende di prevedere il futuro.Tutti noi abbiamo un cuore per amare,due occhi per guardare,una bocca per baciare e una mente per pensare. La mia vita inizia all'alba e finisce al tramonto,si bagna di lacrime versate e affoga nella disperazione. Si può chiamare dunque vita? "

Luke,appena lesse quelle parole dolorose che introducevano il diario,sentì le famiglie tremare e il cuore fermarsi per un attimo.

Qualcosa lo stava facendo ragionare,quel volume aveva uno strano potere su di lui.

"All'ospedale ho conosciuto un ragazzo con i capelli viola e gli occhi trasparenti. Si chiama Michael e ha uno strano modo di vedere le cose. Mangia caramelle e legge grandi classici,ma sembra appena uscito da un film dell'orrore.
Questo ragazzo,seppur così strano,sembra bisognoso di amore,di affetto e di abbracci. Ha un sorriso spento e le labbra sempre infuocate,ma non sa che lui il fuoco ce l'ha dentro,deve solo scoprire il modo per trasformare un fiammifero in incendio".

Michael.

Tutto si fece improvvisamente più chiaro nella mente di Luke che,immediatamente,lo riportó a quel dannatissimo momento.

Ricordava di avere la penna tra i denti e lo sguardo assorto.
Ricordava di aver appena finito di mangiare un gelato alla mensa e che,spinto dalla voglia di scrivere,si era rifugiato in camera saltando la terapia di gruppo.

Ricordava e basta.

"Michael mi ha cercato tutta la notte,non dovevo scappare con Calum e gli altri. Quando ha visto che stavo bene,mi ha portato in un posto magico,abbiamo fatto il bagno in un ruscello al chiaro di luna e ci siamo confidati. Dio,avrei voluto stringerlo tra le mie braccia e farlo sentire a casa,come lui sta facendo con me. Vorrei poter stringere la sua mano e dichiarare guerra al mondo intero,vorrei poter uccidere i miei sensi di colpa e i miei demoni. Quando sto con lui,sento che sono invincibile."

Luke,colpito da una fitta al cuore,fece scivolare il diario dalle sue mani tremolanti,cercando di riacchiapparlo al volo per continuare la sua lettura.

"Mi ha baciato,ci siamo baciati.
È stato magnifico,ma so che è scontato dirlo perché non posso definire quel contatto con una stupida parola usata a sproposito. Lui è parte di me,è come se vivesse nel mio stomaco,nel mio cuore,nei miei polmoni. Se dovessero prelevarmi una goccia di sangue,beh,troverebbero una parte di Michael,perché lui è in ogni singola particella di ossigeno che repsiro,in ogni atomo del mio corpo. Sono fatto di Michael e per sopravvivere devo nutrirmi dei suoi baci.
Milioni di labbra che si incontrano,centinaia di lingue che si sfiorano ma,giuro,nessun bacio può essere paragonato al nostro perché non esiste cosa più bella di due catastrofi che si trasformano in Paradiso."

Il ragazzo si portò una mano sul viso,sentendo le lacrime scorrere giù per le guance,respirando a fatica e inzuppando le pagine del diario.

"Michael mi fa sentire speciale,come se non fossi più un insieme di sillabe sconnesse,ma una frase di senso compiuto"

"Ha uno strano potere: ti salva e non te ne rendi nemmeno conto"

"Non posso scegliere come vivere,nemmeno cosa ricordare,ma posso scegliere chi amare.
E oggi ho scelto Michael.
E lo sceglierò per tutta la vita"

Il cielo sopra di lui,un minuto prima celeste,si era tinto di blu scuro,lasciando intravedere ancora di più le stelle.

Io, da quassù, potevo scorgere un giovane,vestito dei suoi sbagli,disteso tra l'erba umida,in una fredda notte invernale.

Come poter distogliere lo sguardo da cotanto spettacolo?

Non potei, perché non esiste cosa più bella di una persona che sta morendo d'amore,con le lacrime che rigano il suo volto,con gli occhi fissi al cielo.

Emanava amore da tutti i pori,si percepiva di chilometri che stava sopravvivendo solo grazie a quello.

Non esiste nulla di più bello di un ragazzo innamorato.

Beh,in realtà ci sarebbe qualcosa di altrettanto migliore:

Due ragazzi che si amano.

Mentre me ne stavo per andare,sentii la sua voce sottile pronunciare questa fatidica frase :

" Michael,ti prego,puoi aspettarmi un altro secondo dato che ci stiamo aspettando da tutta la vita?"

Come potei dargli torto?

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