3.6 MICHAEL

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«Cal,ci espelleranno?» chiese preoccupato Michael,dopo che lui e Calum furono stati messi in punizione dal preside.
«No,abbiamo una buona scusa!» rispose il moro giocherellando con la manica della felpa scura.

I due furono portati in una stanza stretta e buia,con un tavolo di metallo al centro e due sedie rigide ai lati.

A Michael sembró simile a quelle strane stanze che si vedono nelle serie TV americane nelle quali vengono effettuati gli interrogatori.

«Io non voglio andarmene,non così» sussurró il ragazzo tinto,portandosi le ginocchia al petto e nascondendo la testa fra le gambe.

«Non ce ne andremo,promesso» lo tranquillizzó Calum cingendogli le spalle con il braccio muscoloso e tonico.

Michael lo riteneva un bel ragazzo,con un fisico perfetto e lineamenti molto marcati,con spalle quadrate e muscolose.

Ma Luke era perfetto,perfetto nella sua più completa imperfezione.

«Dici che ci terranno qui per molto?»
«Mike,ce la faremo,ok?»

Il ragazzo tinto annuì piano,scompigliandosi i capelli gonfi e appariscenti.

Dopo un'ora di attesa che parve non passare mai,la porta pesante si aprì di colpo,permettendo ai due ragazzi di intravedere la sagoma del direttore seguita da quella di Lyell.

I due si accomodarono,osservando Michael e Calum.

«Voi siete nei guai,lo sapete?» esordì Lyell,scaraventando la cartella di pelle sul tavolo e sistemandosi la cravatta.
«Seriamente» fece eco il direttore Brown.

Sulle facce dei due giovani ragazzi comparvero espressioni piuttosto preoccupate,seguite da sguardi pieni di spavento.

«È severamente vietato saltare le lezioni senza un valido motivo,allontanarsi dalle aule scomparendo per ore.»

Il direttore annuiva semplicemente,mentre Lyell si scatenava contro quei due poveri ragazzi.

Per fortuna non erano a conoscenza della loro irruzione nell'archivio.

«Spero solo che abbiate una buona scusa,una giustificazione più che accettabile. Non so se ve ne siete resi conto,ma avete violato una delle norme fondamentali di questa struttura. Noi ci permettiamo di guarire e voi sprecate questa opportunità girovagando soli per l'ospedale.»

Lo psicologo sembrava seriamente incollerito,nonostante fosse rimasto immobile e non avesse sbraitato.

«Deve scusarci. Ashton è stato poco bene,ha avuto una delle sue crisi e...lo abbiamo trovato in prenda alla rabbia in corridoio» spiegò calmo il moro.

«Si,lo so,ma questo non giustifica la vostra assenza per le seguenti due ore.»

«Beh,abbiamo avuto un valido motivo per farlo!» alzó la voce Calum,accigliandosi e mordendosi le labbra.

«Sentiamo questa motivazione»

«Io...io dovevo,dovevo cercare una..»

Il moro era decisamente in difficoltà,tanto che cercó aiuto nello sguardo perso del suo amico.

«A quanto pare non ha nulla da ridire,provvederó alla vostra espulsione dall'istituto» esordì Brown.

«No,aspetti! È colpa mia,è tutta colpa mia,mia e delle mie fortuitissime paranoie!» sputó fuori all'improvviso Michael.

«Moderi i termini,Clifford!»

I due fecero per uscire ma furono bloccati da Michael.

«Aspettate,ho qualcosa da ridire riguardo alla nostra assenza!»

1•Ruined Souls Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora