2.1 CALUM

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Il giorno dopo ricominciarono le attività di gruppo dei ragazzi dell'ospedale.

Quella mattina,Calum,lesse svogliatamente l'orario delle sue attività e sorrise all'idea di non andarci da solo.

Alle nove e mezza era prevista la seduta di gruppo con la Dottoressa Samantha Hill,esperta in traumi e accettazione del passato.

Era la prima seduta per Calum,che si rallegró leggendo i nomi dei partecipanti.

Con lui avrebbero partecipato Luke e Michael,mentre Ashton avrebbe incontrato un altro specialista.

Il moro sgattaioló fuori dalla stanza e si recó nella "Sala Sedute",che si trovava proprio infondo al corridoio,due porte dopo la mensa.

Aprì la porta e davanti a lui apparvero le sagome di tanti altri ragazzi,tra i quali i suoi due compagni di stanza.

Ovviamente,i due,,stavano ridendo e parlottando in disparte e,quando videro Calum,cambiarono atteggiamento.

«Ciao ragazzi»li salutó il moro con un gesto della mano.
«Ehi» rispose Luke distratto.
«Sapete di cosa si tratta?» chiese Calum.
«Chiacchiere» disse freddo Michael.

Il moro annuì e caló un impovviso silenzio sulla sala sedute.

«Benvenuti ragazzi,io sono Samatha Hill,specializzata in traumi e accettazione del passato. Vi prego di accodarvi in cerchio e di alzarvi appena chiameró il vostro nome.»

Tutto ciò ricordava a Calum la sua confessione nel bosco,quel segreto che aveva condiviso con tutti solo per liberarmene un po',per sentirsi meno in colpa.

«Dovete stare tranquilli e rispondere sinceramente alle mie domande,dicendomi ciò che vi passa per la testa e senza ragionarci troppo.
Se mentirete vi farete solo del male,ingannereste voi stessi»continuó.

Samantha Hill era una donna sulla cinquantina,lunghi capelli biondo cenere e profondi occhi neri spiccavano sul suo volto pallido e scavato.

Indossava una gonna aderente blu è una camicetta sobria,calze e ballerine consumate.

«Allora,iniziamo da Charlie Bowl»

Un ragazzo minuto di alzó in piedi timidamente.

«Ciao Charlie,dovresti elencarmi almeno tre cose che ami di te»

Il ragazzino si guardó intorno impaurito,scrutando il mondo dai suoi occhi color del mare.

«Beh...io penso di essere un buon amico,mi piacciono i miei occhi e penso che sia bravo nel disegnare fumetti»

Samantha Hill lo squadró e sorrise appena.

«Grazie.Il prossimo è Luke Hemmings»

Il biondo si alzó,infiló le mani in tasca e sorrise imbarazzato.

«Ciao Lucas.Tu devi elencarmi almeno due cose che odi»

Luke prese fiato,si mordicchió il labbro e guardó verso Michael.

«Io odio il mio cervello,odio le partenze e i cambiamenti repentini,odio quando fuori piove e tu non puoi uscire per ballare sotto la pioggia. Odio l'odore della città e il vento caldo,le persone che mentono,i sorrisi falsi e le mie insicurezze.Odio me stesso quando non colgo le occasioni al volo,quando crollo e non riesco a rialzarmi,quando tutto ciò che desidero sono un paio di braccia strette attorno a me,quando mi sento solo e guardo fuori dalla finestra con la speranza che qualcuno mi venga a salvare. Odio me, a volte.»

La Dottoressa strabuzzó gli occhi e passó oltre.

«Grazie,Calum Hood.»

Il moro si sentiva pronto a rispondere a qualsiasi domanda.

«Tu devi dirmi almeno due cose che ti fanno sorridere»

Calum ci pensó su e poi rispose tutto d'un fiato.

«Mi fa sorridere vedere la gente felice e sapere che sono io la causa della loro felicità,mi fa sorridere il mare in tempesta e la brezza tra i miei capelli.
Rido come un pazzo davanti ad un cucciolo o ad un bambino,rido e basta.Rido quando incontro due occhi che mi colpiscono,quando mi sfiorano le dita della mano,sorrido sempre quando mi dimostrano di tenerci a me.»

«Grazie.Michael Clifford,tu invece cosa ami?»

Michael sapeva già la risposta.

Guardó Luke e rise.

«Amo quando mi stringe forte e mi dice di stare calmo,quando mi sussurra di esserci per me e quando crede che tutto prima o poi si debba risolvere.Lo amo quando si mordicchia le labbra distratto o quando si perde a fissare il tramonto in lontana. Lo amo quando dice di essere un disastro,quando io lo consolo e lo tengo vicino a me,quando mi dice di avermi scelto e quando scoppia a ridere all'improvviso.Amo il suono del suo respiro irregolare,i suoi pensieri contorti,le sue lacrime salate,le sue mani forti e calde,le sue labbra sulle mie.Io amo lui e tutto ciò che lo rende unico.
Amo i suoi sbagli alla follia,la capacità di ricominciare ogni giorno e di reinventarsi un po',la sua forza,le sue paure.Amo il nostro colore,quando mi fissa e fantasticha sulle mie labbra.So che mi vuole,so che vuole le mie mani sulla sua schiena e le mie labbra sulle sue,so che desidera avermi ogni giorno della sua vita,lo so e basta.
Lo amo perché mi rende felice,perché tira fuori una parte di me che pensavo fosse andata persa e dimenticata,perché sa come prendermi e come proteggermi da me stesso,perché mi ha scelto nonostante tutto,perché ha bisogno di me ogni singolo giorno»

Luke sorrise,nascondendo qualche lacrima.

«Clifford,grazie.»

La seduta si concluse in fretta,senza troppe pretese.

«Michael» lo chiamó Calum.
«Si?»
«Chi è la fortunata,se posso saperlo?» chiese curioso.
«Nessuno d'importante»

Il moro annuì e se ne andó.

Percorse tutto il corridoio verso l'aula di arte per la lezione successiva.

La seduta di gruppo gli era piaciuta.

Era bello poter sentire cosa gli altri hanno da dire riguardo determinati argomenti e,soprattutto,era bello sentirsi un po' meno sbagliati.

Immerso nei suoi pensieri,inciampó contro qualcosa,o meglio m,qualcuno.

«Scusa Rosalyn»

Il moro si passó una mano tra i capelli corvini.
«Tranquillo,Calum?» chiese timida.
«Chiamami Cal,se preferisci»
«Calum va bene»

Il ragazzo si scusó ancora una volta.

«Non preoccuparti»
«Dove stavi andando?» chiese lui.
«Arte,e tu?»
«Stessa cosa»

Entrambi s'incamminarono parlando e scambiandosi sguardi furtivi di tanto in tanto.

«Quindi tu sei appena arrivato?» chiese lei.
«Da circa due mesi,tu?»
«Un anno e tre mesi esatti,a quanto pare non si guarisce dalla mia malattia»
«Ovvero? Se posso saperlo,ovviamente»

La ragazza sorrise appena.
«Oh,ho tentato il suicidio ben cinque volte e sono sopravvissuta. Adesso vogliono evitare che ci riprovi,che abbia problemi con il mio corpo»

Il moro la guardó comprensivo.

«Tu? Cosa hai combinato? Scommetto violenza e donne,vero?» chiese lei.
«A quanto pare si,ma ho smesso da circa sei mesi.
Avevo la cattiva abitudine di dimostrare il mio amore tramite la violenza e il dolore,ma adesso ho chiuso con quel mondo,ho messo un punto.»

«Quando ti lasceranno uscire?»

«Spero mai»

«Per quale motivo,Calum?»

«Perché ho paure di cosa potrei diventare o fare,ho paura del mio lato oscuro,del mio istinto e dell'elenco cattive intenzioni.Cerco di placarle,ma sono sempre lì sotto»

«Anche io avrei paura di te,se non sapessi della tua terapia.Tutti abbiamo dei mostri contro cui combattere,ma te stesso sarà sempre il tuo più grande nemico  e l'avversario più temibile.
Devi solo pensarla così,devi solo cambiare la tua vita o aspettare che qualcuno lo faccia al posto tuo.»

«Quindi devo aspettare che qualcuno mi aiuti?»

«Si.
Ricordati che nessuno sarà mai in grado di salvarsi da solo,nessuno sparà come combattersi.»

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