0.2 ASHTON

411 62 37
                                    

Batteva ininterrottamente il piede sinistro sul parquet consumato della sala d'attesa.
«Diamine,voglio una semplice stanza!» urló.

Quello che vidi era alquanto insolito:
capelli ricci e castani raccolti da una bandana a fantasia rossa,t-shirt vintage e jeans strappati.
Era un uragano dietro un paio di occhi strepitosi.

Si toccava di continuo la massa di riccioli dorati raccolta,odiava aspettare.

«C'è nessuno?» urló digitando velocemente sul suo smartphone.
«Eccomi! Mi dia i suoi dati,controllo se è in lista»
Comparve una ragazza bionda con i capelli raccolti in due adorabili e ingenue treccine.

«Ashton,Ashton Irwin! Devo essere sicuramente in quella stupida lista,mio padre ha parlato con il direttore» sputó fuori il ragazzo,giocherellando con un braccialetto colorato.

«Si! Stanza 358.Il suo coinquilino sarà contento di avere compagnia!»
La ragazza sfoggió un ingenuo sorriso e si voltó dall'altra parte.

«Cosa? Avevo richiesto la stanza singola,non voglio dover dividere il bagno con qualcun'altra!»
Il ragazzo sembrava fortemente alterato,le sue iridi erano diventate più scure.

«Ci spiace Sig.Irwin! Questo è un ospedale,non un hotel.Si ricordi»
La ragazza scomparve lasciando un mazzo di chiavi sul bancone.

Cominció a percorrere i diversi corridoi del dormitorio maschile,fin quando non trovó tre numeri di ottone attaccati sopra una porta di legno ormai vecchio.

«358! Eccola» parló tra sè.

Velocemente fece girare la chiave dentro la serratura e,abbassando la maniglia,si trovó davanti uno strano ragazzo.

Era disteso sul letto,accanto a sè un libro di Oscar Wilde e delle caramelle, i suoi capelli avevano uno strano colore,insolito.

Ashton lo definì "color galassia",poiché sfumava dal blu al viola con riflessi azzurrognoli.

Il biondo non potè altro che rimanere a bocca aperta osservando quello strano individuo.

L'altro esitó a salutare Ashton che,con un rapido gesto della mano lo liquidó.

Il Sig.Irwin non poteva sapere di aver appena salutato il "fantasma dell'opera".

Tutti chiamavano quello strano tizio così, a causa delle frequenti voci che correvano su di lui.
Si diceva avesse passato la sua vita a cantare e suonare,da solo.
Passavano i giorni e le stagioni,ma lui,impassibile accarezzava le corde della sua chitarra,ignaro dei giudizi altrui.

«Michael» sussurró quest'ultimo porgendo la mano ad Ashton.
«Pensavo ti chiamassi Andromeda!» ironizzó,non rendendosi conto che l'altro non aveva afferrato.

«Hai i capelli color galassia!» concluse il biondo,poggiando una mano sulla spalla di Michael che,con un balzo, si tiró indietro.

«Amico?Cosa c'è che non va?» domandó Ashton corrugando la fronte.
«Se non vuoi essere nei guai,stammi lontano» concluse scompigliandosi la chioma violacea.

Ashton sistemó la sua roba in uno dei letti a castello della stanza.
Non si era accorto di essere in una quadrupla,erano solo in due.

«Arriveranno altri» rispose l'altro,immaginando si la probabile domanda del ricciolo.
«Ma scapperanno» continuó fissando un ipotetico punto sulla parete azzurrina.

«Nessuno vuole dormire con Michael Clifford in camera da letto»

Ashton sbiancó,cosa avrebbe mai potuto fare uno come lui?

«Perché?» chiese innocente.
«Perché questo è ciò che dicono e pensano,Irwin»
«Come fai a sapere come mi chiamo?» chiese stupito il biondo.
«Non lasciare il tuo fascicolo sul mio letto» disse Michael sorridendo appena.
«Ti è caduto,tieni» proseguì vedendo la faccia del giovane cambiare improvvisamente colore.

«Grazie»
«Stai attento qui dentro,piccolo Irwin
«Si,papà»

Negare che Michael Clifford sia un tipo inquietante è un'idiozia.
Scrutava il mondo di soppiatto,nascosto dalle ombre dei passanti,protagonista di altre storie e mai della sua.

I pregiudizi lo avevano condannato a morte;
tutti associavano il pericolo al suo nome, era per tutti un tipo sinistro.

Michael sospiró e si immerse di nuovo nella lettura dei grandi classici,solo così poteva scappare dalla realtà e vivere in un mondo nel quale vigevano le sue regole, dove l'unico a prendere le decisioni era solo e soltanto lui.

Ashton era intento a disfare i suoi bagagli,non voleva essere lì,ma con Jake.
Jake non c'era più,Jake era ricordo.

Fu distolto dai suoi pensieri da un rumore di chiavi proveniente dal corridoio.
L'altro sembrava impassibile,come se non si accorgesse di nulla.

La porta si spalancó e uno strano ragazzo si accasció contro di essa non appena averla chiusa.

1•Ruined Souls Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora