6.6 "LUKE"

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Il biondino si affacció dal davanzale,stranito e piuttosto spaventato.

Stava guardando negli occhi un ragazzo strano,con i capelli colorati,la pelle pallida,infilato dentro un paio di skinny jeans neri e una camicia bianca.

Gli occhi di quello strano tipo si illuminarono,riversando lacrima sul colletto della camicia bianca.

«Oh cazzo,Luke! Luke,sono io,il tuo Michael,il tuo piccolo! Come stai? Ti sta facendo del male? Ti prego dimmi che mi ami,dimmi che ti ricordi di me,dei nostri baci e delle nostre carezze,dimmi che mi ami ancora come un tempo,come tre settimane fa,quando urlavi contro tuo padre. Luke,Luke.Oh,Dio ti ringrazio!»

Michael si buttó a terra,cominciando a rotolarsi nei ciottoli bianchi e polverosi,urlando come un bambino sulle giostre,ridendo come un pazzo.

Luke si stava spaventando,pensava che fosse un pazzo furioso che lo avrebbe ucciso o violentato,credeva che volesse fargli del male,picchiarlo o derubarlo.

«Luke! Piccolo,dimmi qualcosa. Parlami di questi giorni passati senza di me,parlami della tua vita orribile e di quanto ti sono mancato,parlami del mio profumo,dei baci sul collo che ti lasciavo durante la notte,delle parole dolci che solo a me riservavi,timidamente,dietro quel sorriso giovane ed ingenuo,ma tanto sofferente. Raccontami di te,di quello che sei diventato da quando sei tra le grinfie di quel bastardo di tuo padre,di ciò che ti sta facendo,di quanto ti sta cambiando,nonostante tu non voglia,nonostante lui non sappia quanto amore ci siamo scambiati io e te,in quelle notti fredde,durante le quali l'unico modo per riscaldarsi era baciarci,stringerci,bastarci. Tu mi basti,mi basta vederti anche da lontano per sentire il cuore esplodere d'amore,per sentire la pelle rabbrividire e le labbra tendersi in un sorriso idiota. So che ti sembrerà patetico,so che starai pensando che mi ami alla follia nonostante abbia i capelli viola e le labbra rosse,nonostante sia un disastro,nonostante non sia capace a starti accanto nel modo giusto,nonostante me e te,che ci amiamo alla follia ma non ce lo diciamo spesso,non ce lo diciamo come fanno gli altri. Noi lo dimostriamo,giorno dopo giorno,come se custodirlo e abusarne tutto in un istante non sia la cosa giusta,noi dosiamo questo amore,così da averne sempre un po'per il giorno dopo,per tutta la vita. Ma adesso,avanti,dimmi qualcosa,perché se tu parli io vivo,se tu vivi,beh,io non riesco nemmeno a pensare a cosa sia la morte o la semplice sofferenza. Luke,parlami,dimmi che sono tuo,dillo,urlalo. Ti prego»

Luke era meravigliato,stupito,letteralmente impaurito e terrorizzato da quel pazzo furioso che era inginocchiato sotto la sua finestra.

Stava delirando,stava sputando fuori parole d'amore che non voleva sentire,era decisamente fuori controllo.

«Chi sei? » chiese il biondino guardandolo negli occhi e cercando di ricordarlo,di riportalo in vita nella sua mente,fallendo.

Non ricordava nessuno tizio pallido,tinto,innamorato alla follia,tanto da inginocchiarsi sotto la sua finestra come Romeo nella famosa tragedia.

«Io-io sono Michael,piccolo. Il tuo Michael,quello che hai amato per poco,ma lo hai fatto così incondizionatamente da salvarmi e rendermi una persona migliore.»

Luke storse la bocca,sospirando disperato.

«Michael? Michael chi? Non conosco nessuno che si chiami in quel modo,almeno puoi dirmi il tuo cognome senza snocciolare frasi disperate?»

Michael sbiancó,diventando ancora più pallido di quanto non lo fosse già,sentendo gli occhi gonfiarsi ancora di più,esplodendo in un pianto.

«Clifford,il tuo Michael Gordon Clifford,quel pazzo innamorato che,come immaginavo,hai già dimenticato e riposto nell'angolo più scuro e buio della tua anima distrutta. Quel Michael che ha preso coraggio,è venuto fino a qui per sentirsi dire di smetterla di parlare,di smetterla di dimostrarti e mostrarti il suo amore incondizionato,quel Michael che ti piaceva,un tempo. Siamo anime distrutte,anime perdute e dimenticate,siamo riposte agli angoli della società,destinati alla sofferenza e al dolore eterno,come se fossimo intrappolati in questo tempo che ci sta uccidendo troppo lentamente,consapevoli della nostra agonia. Il destino ha deciso per me,ha deciso che io e te non siamo fatti per tenerci la mano,non siamo stati creati per baciarci le labbra. Cosa posso fare,adesso,se non urlarti in faccio tutto ciò che penso? So che,molto probabilmente,domani non ti ricorderai di me,sarò solo un ricordo sfociato nella tua testa che fallisce ogni singolo giorno. So chi sei,so cosa hai passato e,stanotte,voglio passarla con te. Aprimi,fammi salire,ti parlerò di me e di noi,ti parlerò di ciò che siamo stati,sottolineando i dettagli più toccanti. Aprimi,fammi salire,voglio dormire accanto a te.»

Luke si spaventò ancora di più,voltandosi.

«Se non te ne andrai,sarò costretto a chiamare la polizia,ti porteranno in centrale e si tratterranno per una notte,se non di più. Ho paura dichi tu possa essere,non so chi sei,cosa vuoi da me, dici di avermi amato,vuoi dormire accanto a me come una psicopatica pazzo,cosa dovrei pensare? Accoglierti tra le mie braccia? Vattene,se non vuoi finire nei guai più di quanto tu non lo sia già,scappa,torna da dove sei venuto e non farti più vedere da queste parti. Ti sei intrufolato dentro casa mia,ti sei appostato sotto la mia finestra a tirare sassolini,dici di conoscermi al meglio. Cosa vuoi da me? Perché sei qui? Vai via,io non ho mai amato nessuno,tantomeno un tizio che dice di chiamarsi Michael Gordon Clifford»

Sentite quelle parole cariche di odio,paura,tensione,Michael scoppió ancora di più in lacrime,sdraiandosi sui sassolini duri,piangendo ancora di più,mentre Luke lo stava osservando da dietro il vetro della finestra della sua stanza.

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