Le foglie continuavano a fluttuare lente,danzando nell'aria carica di umidità e nel vento fresco che scompigliava i capelli dei tre ragazzi.
L'autunno era ormai alle porte,con la sua brezza gelida e la terra umida,con i ricordi delle loro vite precedenti e con i loro sogni,quei piccoli e fragili desideri che li tenevano ancora aggrappati alle loro flebili esistenze danneggiate.
Calum voleva studiare,andare al College come suo cugino Bobby e laurearsi in biologia o chimica,gustarsi un buon vino con sua moglie e carezzare la chioma riccioluta di un piccolo bambino tanto amato.
Aveva mollato la scuola poco dopo aver compiuto i diciassette anni,precipitando in brutti giri,frequentando i posti sbagliati e cominciando a bere e fumare.
Si pentiva di ciò che aveva fatto,della vita sregolata che aveva deciso di intraprendere,sapendo quanto i suoi genitori stessero male per lui,vedendo che non riusciva a superare quella "fase".
L'ospedale lo aveva aiutato,questo non poteva negarlo.
Le terapie lo stavano purificando e,lentamente,stava cominciando a recuperare quella parte di sè che,inesorabilmente,aveva smarrito lungo il suo percorso di vita.
Quel Calum riccioluto,con tanti sogni in testa,come quello di comprare una casa in Australia o a Los Angeles,quello che amava i cuccioli,i gelati al cioccolato e le brioche alla Nutella,stava facendo capolino nell'anima oscura dell'altro Calum,quello violento e stracolmo di odio e rabbia.
Era fiero di sè,di come stavano andando le cose.
Voleva chiamare sua madre e dirle che tutto stia andando secondo i suoi piani,rassicurarla dicendole che,lentamente,il suo piccolo Calum Thomas stava tornando dopo essersi smarrito per un po'.
Suo padre sarebbe stato fiero di lui,lo avrebbe portato ad un incontro di baseball o a pesca nel Maine,come avevano sempre fatto il giorno del Ringraziamento,oppure gli avrebbe regalato uno dei suoi tanti modellini di aeroplani della seconda guerra mondiale.
Sua sorella lo avrebbe accolto da le sue braccia,dicendogli quanto gli fosse mancato avere un fratello da abbracciare il pomeriggio dopo scuola,o la sera prima di andare a dormire.
Calum voleva andarsene,nonostante gli dispiacesse abbandonare Ashton e Michael,due delle più belle persone che avesse mai incontrato nel corso della sua esistenza.
Persone uniche e particolari,non come Jonathan e gli altri della sua banda,non come chi vendeva a minorenni la droga o l'alcol.
Michael mi alzó,Ashton lo seguì.
«Cal,noi andiamo a pranzo,sei dei nostri?» chiese il ricciolo,passandosi una mano sul maglione grigio.
«Fumo una sigaretta e vengo,prendetemi un posto»
Il ragazzo dai capelli tinti lo salutò con un gesto della mano,sorridendo appena e riprendendo a chiacchierare con Ashton.
Il moro si passò una mano tra i capelli,sorridendo appena vide quel volto,il suo volto.
Rosalyn si stava avvicinando alla panchina sgangherata sulla quale sedeva Calum,infilando timidamente le mani nella tasche del suo piumino nero e calciando un sassolino.
«Ciao Rose» esordì il ragazzo afferrando l'accendino che gli era scivolato di mano.
«Ciao Cal,come sta il tuo amico? Ashton mi aveva raccontato di quanto ero impegnato a risollevargli il morale.»
Calum non sapeva che Rosalyn e Ashton si conoscessero.
Il moro fece una faccia strana,come se fosse geloso del suo amico riccioluto e fin troppo allegro.
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1•Ruined Souls
FanfictionEra laggiù che le anime perse ritrovavano se stesse. Dal testo: «Chiedimi cosa è una farfalla e te lo spiegheró,chiedimi cosa è la vita e te la inventeró». Calum,Ashton,Luke e Michael sono quattro ragazzi alla deriva, sottomessi ai...