6.5 MICHAEL

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Correva a più non posso,sentendo i polmoni bruciare dentro il suo petto,necessitava di una pausa.

Scattare in quel modo non era stata,decisamente,una buona idea,visto che sarebbe arrivato a casa di Luke in pessime condizioni,con il fiato corto e maleodorante a causa dello sforzo.

Non correva da più di sei mesi,l'attività fisica più intensa era stata trascinarsi tra un'aula e l'altra,ascoltando voci di chi non è mai riuscito a capirlo fino infondo.

Si passó una mano tra i capelli e decise di fermarsi,mentre il sola stava già brillando alto nel cielo autunnale di periferia.

Le auto sfrecciavano accanto a lui,scompigliandogli o capelli colorati e gli abiti ben abbinati.

Intravide una stazione di servizio e pensó che fosse giusto e opportuno fermarsi per un po',mangiando qualcosa al volo,dato che era digiuno dalla sera prima.

Entró nella struttura sporca e logora,intrisa di un odore acre di carburante e sudore,munita di una bancone e qualche alimento spazzatura preconfezionato e ricco di grassi idrogenati.

Il commesso sembrava un tizio pericoloso,con barba brizzolata e profondi occhi scuri,sedeva su una sedia da ufficio rotta e malandata.

L'uomo fissó Michael negli occhi,in attesa di poter servire il primo cliente della mattinata.

Il ragazzo dai capelli rossi si sentiva tremendamente fuori posto,sentiva lo sguardo di quell'uomo sulla pelle,ovunque.

Si fece coraggio e chiese al commesso se avesse degli Skittles o degli Smarties,i suoi dolciumi preferiti.

Il tizio brizzolato afferró una confezione di caramelle colorate e la porse a Michael,già con i soldi pronti in mano,deciso ad andarsene il prima possibile.

Quel posto lo stava spaventando a morte,come se si sentisse intrappolato tra quelle quattro mura accartocciate.

Forse,non uscire fuori,a contatto con il mondo lo aveva reso vulnerabile ed insicuro,come un neonato alle prese con la vita,come se fosse stato gettato in mezzo ad una gabbia insieme a degli sconosciuti assetati e affamati.

Relazionarsi,di nuovo,con le persone aveva fatto uno strano effetto,al ragazzo dai capelli color dell'aurora boreale ,tanto che scappó via dalla stazione di servizio,ricominciando a correre a perdifiato,mentre con una mano tentava di aprire la sua confezione di Skittles.

Prese una manciata di caramelle e ne esmainó i colori,optando per la sua preferita,quella viola come la sua capigliatura.

Ripetè dentro di sè l'indirizzo di casa di Luke,constatando che non mancava molto,altri dieci minuti di sana corsa e sarebbe giunto sotto la finestra della camera del suo "piccolo".

Masticó velocemente,riempendo la bocca con un'altra manciata di caramelle colorate alla frutta,inghiottendo con furia e fretta.

Voleva ricominciare a correre,così da accorciare i tempi e da poter giungere al più presto possibile nella proprietà della famiglia Hemmings.

Si immaginava la sua casa,la sua stanza piena di libri letti almeno un centinaio di volte,iPod gettati sul letto,vestiti sparsi su sedie ormai irriconoscibili e un letto sfatto,un po'come la sua personalità.

Luke era davvero distrutto,eppure era riuscito a salvare Michael,un pezzo di vetro ormai frantumato da tempo.

Il ragazzo dai capelli tinti si chiese come fosse possibile riuscire a salvare gli altri,ma non se stessi,esattamente ciò che era accaduto a Luke,sottomesso al padre e alla sua mentalità chiusa.

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