7.6 MICHAEL

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Luke...non riusciva a toglierselo dalla testa.

Le sue labbra lo avevano sfiorato un'altra volta,quegli occhi erano corsi su e giù per la sua figura a pezzi un'altra volta,quella voce...

Aveva immaginato milioni di volte le sue probabili reazioni,ma mai erano risultate così drastiche.

Lo aveva rifiutato,Michael era un semplice scarabocchio nella mente andata di Luke,troppo poco importante per essere ricordato.

Faceva male,faceva davvero male sentirsi così vuoti ed inutili,quando l'unica cosa che avrebbe voluto fare era correre tra quelle dannatissime braccia e affogarci dentro.

Necessitava di quel contatto,dei loro corpi nudi che,coperti da un velo di malinconia,facevano l'amore in tutti i modi possibili,inventandone di nuovi.

Non aveva bisogno di altri occhi,altre labbra,perché tutto ciò che desiderava era a,più o meno,un miglio di distanza ma,come sempre,la vita doveva intromettersi tra loro e rovinare tutto per l'ennesima volta.

La pioggia bagnava la punta delle scarpe consumate di Michael,i capelli viola si stavano pian piano stingendo,un po'come la sua persona.

Quella tinta,un tempo brillante e decisa,sembrava rendere al lilla e al blu spento,portando via con sè la felicità e qualsiasi pensiero positivo.

Il cielo era fin troppo grigio,le nuvole sembravano imperare e risucchiare ogni singola traccia di luce solare,ricoprendo tutto con uno strato di profonda tristezza.

Michael osservava il mondo attorno a sè,quella maledetta routine che tanto lo affannava e turbava,le solite facce,i soliti sorrisi falsi e ipocriti e le stesse voci confuse.

Tutto sembrava andare per il verso giusto: le ragazze parlottavano tra loro,Dylan stava picchiando un ragazzo appena arrivato e i dottori si stavano recando verso le varie aule.

Tutto procedeva come da manuale,seguendo lo stesso copione di tutti gli altri giorni.

Michael odiava ripetere le stesse cose,rivedere le stesse persone e sopportare le stesse ingiustizie.

Odiava tutti,tranne Luke e qualche altro individuo umano che reputava degno della sua conoscenza.

Avrebbe pagato oro per sapere cosa stesse pensando Luke in quel preciso istante,pregando Dio che un giorno lo avrebbe finalmente ricordato.

Doveva trovare un modo per fargli capire quanto si amassero,per fargli tornare in mente i loro momenti,le loro palese d'amore e i loro piccoli gesti impercettibili.

Si voltó di scatto e incroció lo sguardo basso di una delle amiche di Abigail.

Doveva assolutamente parlare con la sua migliore amica,doveva assolutamente vederla.

Si recó verso l'ala femminile del dormitorio,incrociando figure mai viste prima e altre troppo poco sane per essere dimesse.

La stanza di Abigail era in ordine come sempre,la ragazza era seduta sul bordo del letto con le mani in grembo e lo sguardo perso davanti a sè.

«Michael,quale vento ti porta da queste parti?»

«Ab,scusa se non sono venuto di recente ma...non è stato un bel periodo!»

«Immaginavo,spero solo che tu non ci sia ricaduto»

Le mani della ragazza accarezzarono quelle di Michael facendolo sorridere.

«Ricadere in cosa?»chiese stupito il ragazzo.

«Nella depressione,come quando...come quando...»

Dagli occhi della ragazza sgorgarono cascate di lacrime,bagnandole il viso pallido e delicato.

Le braccia pronte di Michael si strinsero attorno all'esile corpicino,accarezzandole la schiena e il collo sottile.

«Sto bene,quel periodo è passato!»

«Se tu stessi bene,adesso,saresti fuori di qui,tra le braccia di quel ragazzo. Non sei guarito,Mike,non hai voglia di farlo e nemmeno ti importa poi così tanto. Non capisco come tu non riesca a superare tutto ciò. Io ti ho perdonato,non hai motivo di essere così giù. Luke,c'entra per caso lui?»

Michael si strinse nelle spalle,tirando fuori tutto il fiato che aveva in corpo.

«Ab,sai che non me lo potrei mai perdonare. Ti ho fatto del male o,forse,non sono stato in grado di non farlo accadere. Non meritavi di soffrire,io dovevo starti accanto e non lasciarti tornare a casa da sola. Se sei cieca è solo colpa del sottoscritto,quell'auto non ti avrebbe investito se non fossi stato così egoista da lasciarti da sola.»

Anche Michael era scoppiato in lacrime,ripensando alla sera dell'incidente.

La festa a casa del suo amico JC era stata fantastica,c'erano tante ragazze e anche tanto alcool,i suoi genitori avevano lasciato la casa libera e non vi erano stati problemi di sorta.

Anche la sua ex ragazza era presente,si era ubriacata e necessitava di un passaggio per tornare a casa.

Abigail,migliore amica di Michael,era rimasta fuori,non essendoci altri posti nell'auto,decidendo così di tornare a casa a piedi.

Sulla strada del ritorno,un SUV scuro l'aveva investita bruscamente,mandandola in coma e rendendole cieca per sempre.

Non appena Michael lo venne a sapere,scoppió in lacrime,corse all'ospedale e la stringe forte a sè,sentendosi in colpa.

Da quel giorno,Michael fu travolto da un vortice di emozioni e di fatalità che lo essere vulnerabile,attaccando il suo esile spirito e rendendolo un mostro.

Non usciva di casa,non voleva vedere amici,desiderava solo suonare la sua chitarra e passare le ore nel teatro scolastico componendo musica.

I suoi genitori ,decisero di mandarlo in un istituto  in grado di aiutarlo,standogli vicino nonostante la sua condizione.

In quei giorni passati a comporre musica,si accorse di come il mondo girasse nel verso contrario al suo,di come le persone non avessero la minima pietà nei suoi confronti.

Il fantasma dell'opera non poteva interagire con glia otri comuni mortali,non aveva il diritto di esporre le sue opinioni o idee e non aveva nemmeno voglia di fare tutto ciò.

Quello evento lo aveva lasciato senza fiato,come se la sua stupida vita non avesse alcun senso.

Fu proprio in quel brutto periodo che scoprì di essere omosessuale,nonostante se lo sentisse da sempre.

Nei ragazzi vedeva degli idoli,delle personalità perfette a cui ispirarsi.

Abigail lo aveva perdonato più volte,ma lui non riusciva ancora a superare il tutto,nonostante nessuno ce l'avesse con lui.

«Io ti voglio bene» sussurró il ragazzo tra le lacrime.

«Cosa è successo di preciso?»

«Luke mi ha rifiutato,non ricorda nulla di ciò che abbiamo vissuto insieme.»

La ragazza si strinse ancora di più al corpo di Michael,respirando contro il suo collo pallido

«Se solo riuscissi a farlo ricordare,Mike...»

In quel preciso istante,un'idea geniale attraversó la mente di Michael come un fulmine a ciel sereno.

«Devo andare...»
«So che hai qualcosa in mente. Raccontami tutto poi!»

Michael se ne andó e  imbocco il corridoio che portava al dormitorio maschile con un piano ben preciso in testa.

Luke avrebbe ricordato e si sarebbero amati ancora ancora e ancora

Non poteva finire così,in in quel modo,non in quel momento,non senza il suo Luke.

1•Ruined Souls Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora