Semplici dita,dita intrecciate,strette le une alle altre in cerca di salvezza,come se si aggrappassero per non scivolare giù,verso il buio più profondo.
Una leggera brezza marina,animata dal gracchiare di alcuni gabbiani,scompiglió la chioma violacea di Michael,facendolo sorridere appena.
«Dove mi stai portando,Luke? Sai che non possiamo scappare dall'ospedale,vero?»esordì Michael con aria perplessa,fissando le sue dita intrecciate a quelle di Luke.
«Certo che lo so.» rispose freddamente l'altro,sfilandosi le Vans e afferrandole con l'altra mano,quella libera.
«E sai che fa tremendamente freddo e che sono quasi le otto di sera?» continuó l'altro volgendo lo sguardo giù per la scogliera.
«Siamo quasi arrivati alla spiaggia,Mikey» concluse Luke,cambiando palesemente argomento così che Michael smettesse di replicare.
Il cielo si era tinto di un rosa pallido,molto simile a quello che spesso si associa al pizzo,un rosa timido,un colore che pareva non volesse farsi notare in quel cielo così terso.
«Eccoci qua»sussurró Luke,incastrando il suo sguardo con quello di Michael.
«Alle fine sei tornato,sapevo,in cuor mio,che non mi avresti mai lasciato da solo in quel...in quel manicomio.» esordì Michael passandosi una mano tra i capelli sconvolti dalla gelida brezza oceanica.
«Non lo avrei mai permesso. Le promesse sono fatte per essere mantenute e,come sempre ho ribadito,tu sei la mia priorità. Sceglierei te in mezzo a miliardi di persone e saprei riconoscerti tra la folla.» continuó sicuro di sè il biondo,volgendo lo sguardo alla distesa di acqua difronte a sè.
«Come hai fatto a ricordarti di me?»
Silenzio.
Luke non sapeva spiegare come,improvvisamente,si fosse ricordato ogni singolo dettaglio della sua vita,come una sorta di luce lo avesse illuminato rendendolo consapevole di tutto.
«Non lo so.» rispose secco in cerca delle parole consone alla situazione.
Michael si accovacció sulla sabbia fredda,invitando Luke a fare altrettanto con un gesto secco della mano.
La scogliera dietro di loro li riparava dalle ventate gelide dell'oceano Atlantico,mentre una leggera brezza giocava con i loro capelli agitandoli,intrecciandoli.
«Luke,sei qui e questo basta. Sei qui e questo mi rende la persona più felice di questo dannato mondo.»
Michael prese fiato dopo aver pronunciato quella frase senza respirare.
«Non so se quello che c'è tra di noi si può definire amore.Io e te siamo più che due stupidi fidanzatini alle prime armi,imbarazzati e spaventati da quella che è la vita. Io e te sappiamo cosa significa soffrire per davvero,sentirsi scoppiare ma restare aggrappati a frammenti di esistenze,a semplici fotografie scolorite,ricordi sgangherati e parole mai pronunciate è semplicemente immaginate. Io e te sappiamo cosa significa lottare contro forze centrifughe e sopravvivere.»
Luke si voltó,scontrando il suo sguardo con quello attento e vigile dell'altro.
Le mani del biondo si precipitarono sul viso di Michael,carezzandolo dolcemente e sfiorandolo con amore,mentre le sue labbra piene percorrevano la sua guancia,giungendo al collo e poi,infine,alle scapole.
«Luke,smettila» esordì Michael sospirando.
«Cosa ho fatto?» chiese preoccupato l'altro poggiando la testa sulla spalla del ragazzo tinto.
«Cosa non mi fai,Hemmings. Mi fai sentire bene,mi fai emozionare,mi fai venire voglia di baciarti ora e di smettere fra un anno,scateni le peggiori fantasie e...mi fai sentire "giusto"»
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1•Ruined Souls
FanfictionEra laggiù che le anime perse ritrovavano se stesse. Dal testo: «Chiedimi cosa è una farfalla e te lo spiegheró,chiedimi cosa è la vita e te la inventeró». Calum,Ashton,Luke e Michael sono quattro ragazzi alla deriva, sottomessi ai...