5.4 LUKE

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Il signor Hemmings parcheggió difronte al l'immensa struttura,tirando forte il freno a mano.

Luke sedeva accanto a lui,con la testa appoggiata sul palmo della mano destra,con lo sguardo fisso fuori dal parabrezza.

«A cosa pensi,ragazzo?»chiese l'uomo,estraendo le chiavi dal cruscotto.

«A nulla,ho la testa dolorante e mi bruciano gli occhi,voglio solo capire dove sono e cosa sta accadendo perché ricordo poco e niente.»

«Siamo sotto lo studio del dottor Joyce,oggi dovrà visitarti per vedere se la terapia sta facendo il suo dovere. Stai rinascendo,Luke,stai ritornando in te»

Il ragazzo annuì,sospirando.

«Cosa sta succedendo,papà?»

«Stai guarendo,figliolo»

«Dove è Ben?»

Il padre abbassó lo sguardo,meravigliato.

Come poteva ricordarsi di Ben,il suo ragazzo?

Joyce aveva chiaramente detto che non avrebbe ricordato molto fin dalla prima seduta ma,a quanto pare,il giovane aveva ancora vivi nella sua memoria i ricordi del suo passato.

«Ti ricordi di Ben?» chiese l'uomo curioso,afferrando il figlio per un avambraccio e fissandolo negli occhi,intensamente.

Il ragazzo fu spaventato dallo sguardo cupo dell'altro,intendo a stritolargli un polso.

«S-si»

Luke si pentì di averlo fatto,ma il mal di testa lo rendeva strano,quello stato lo faceva parlare fin troppo.

«Lucas,come è possibile? Il medico aveva detto che avresti dimenticato,non posso accettare una situazione del genere. Adesso vado a parlargli.
Forza,scendo dall'auto e vieni con me,magari è solo questione di tempo,so che Joyce è un professionista,ma non voglio sprecare i miei soldi per una terapia fasulla. Non riesco davvero a capire come questo sia possibile,Luke. Tu devi avere la mente pulita,vuota,zero assoluto. Cosa ricordi?»

Il ragazzo balzó giù dall'auto,in torna alle fitte di dolore e ai giramenti di testa.

«Una grande luce,poi il buio,poi tu che piombi in camera mia,poi ricordo che l'altro giorno ho avuto i risultati del test di chimica e che domani dovrei avere quello di fisica. Ricordo che Ben si è arrabbiato e...basta,credo.»

Il padre andó su tutte le furie,imboccando su per il vialetto che conduceva all'ingresso dello studio di Joyce.

L'uomo interrogó una giovane segretaria,al di là di una scrivania moderna,intenta a compilare dei moduli.

«Joyce deve riceverci» urló il signor Hemmings.
«Adesso è impegnato con un altro paziente,mi dica il nominativo»
«Hemmings,le dica che è un caso urgente,anzi,una vera e propria emergenza»

La ragazza cercó di sperare all'uomo che il medico era impegnato e che non avrebbe potuto riceverli prima dell' orario prestabilito.

«Lei mi sta prendendo in giro? Sa chi sono io? Io sono Hemmings,posso distruggere la sua giovane carriera da un momento all'altro,posso spedirla direttamente sotto ad un ponte di periferia senza cibo e acqua,posso confiscarle anche i cuscini del divano. Lei deve farmi parlare con Joyce,adesso»

«Non è possibile,signor Hemmings. Il dottore ha un paziente molto grave sotto osservazione,non può riceverla in questo momento,si tratta di aspettare quaranta minuti in più»

Il padre di Luke si incamminó lungo un corridoio,afferrando per un polso il figlio,conducendolo difronte ad una porta scura,sul quale era attaccata un'etichetta metallica recante il cognome del medico.

«Mr.Hemmings,non puó»urló la segretaria dall'altra stanza.

Il signor Hemmings bussó violentemente.

Joyce apparve sulla porta.

«Cosa ci fate qui? Il vostro appuntamento è tra quaranta minuti!»

«Joyce,è importante. Luke ricorda tutto! Come possiamo fare?»

«Hemmings,aspetti il suo turno e mi faccia lavorare per favore»

«No,lei deve aiutarci! Sa che posso distruggerla?»

Joyce abbassó lo sguardo,fissando le piastrelle lucide del pavimento.

«Adesso non posso,ho un paziente grave sotto osservazione e non ho tempo per voi. Ne parleremo tra trentacinque minuti,al l'orario prestabilito»

Il signor Hemmings afferró il colletto della camicia di Joyce,sbattendolo contro il muro chiaro.

«Joyce,lei non sa con chi sta parlando. Adesso spiega al suo paziente che si è presentata un'emergenza,le dice di tornare in un sei di momento e mi ascolta,senza esitazioni. Ha capito?»

Il medico annuì spaventato,rientrando nello studio non appena l'uomo allentó la presa su di lui.

Luke guardava sbigottito il padre,in disparte.

Il dottore comprava poco dopo sulla soglia dell'ufficio,mentre una famiglia composta da padre madre e figlio uscivano dallo studio,accordandosi sull'incontro successivo.

Joyce fulminó il padre di Luke con lo sguardo,invitandolo ad entrare nell'ampia e luminosa stanza,arredata in stile moderno.

Il giovane si accomodó su una sedia scura,fissando i pochi oggetti appoggiato sulla scrivania del dottore.

«Cosa succede,Luke?» chiese Joyce,rivolgendosi al ragazzo.

«Joyce,forse non ha capito» si intromise il padre.

«Mio figlio ricorda,sa,pensa normalmente,è consapevole del fatto di avere un test domani,ricorda ciò che ha fatto ieri. Questo non va affatto bene,lo sa?»

Il dottore cominció a scrivere su un taccuino bianco.

«Hemmings,è stato sottoposto solo alla orina terapia. Le avevo detto che necessitava di almeno quattro terapie per cominciare a dimenticare del tutto,non può pretendere che lui si scordi di tutta la sua vita dopo una sola "scossa".» spiegò Joyce.

«Ma non va bene! Ricorda il suo ragazzo!» protestó
l'uomo.

«Mi ascolti,Hemmings. Suo figlio è giovane,ha una mente allentata,quindi è molto più difficile da azzerare del tutto. Lei dia tempo al tempo,vedrà che i risultati non tarderanno ad arrivare»

«Lei mi assicura che Luke dimenticherà tutto?» chiese preoccupato Mr.Hemmings.

«Certo,si fidi di me»

I due si alzarono,stringendo la mano al professore.

«Scusi per prima,Joyce,ma da che sono molto irascibile quando si tratta di mio figlio.»

Il medico annuì socchiudendo gli occhi.

«Arrivederci. Ciao Luke»

Padre e figlio si recarono nel parcheggio e si diressero verso la loro casa.

«Dimenticherai tutto,Luke,non temere»

Il ragazzo annuì silenziosamente.

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