3.5 CALUM

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Si era affacciato al vetro dell'aula in cui si stava tenendo una delle tante sedute di gruppo che si svolgevano durante una tipica giornata in ospedale per anime.

Con i suoi occhi scuri,scrutó all'interno della stanza alla ricerca di ma chioma vistosa e alquanto insolita.

Lo riconobbe in pochi secondi e sorrise appena riuscì ad individuarlo.

Era seduto con le gambe incrociate e la testa penzolante,le mani erano infilare nella tasca della felpa e pesante e sul suo volto vi era dipinta un'espressione di disgusto.

Il ragazzo dai capelli viola lo riconobbe aldilà del vetro,proprio mentre Calum stava gesticolando e tentava di comunicare con un labiale pessimo.

Michael storse il naso e rise appena,a causa della scarsa abilità di comunicazione labiale del moro.

Calum gli fece segno di uscire e Michael chiese il permesso alla psicologa.

Dopo pochi minuti,il ragazzo tinto si chiuse la porta alle spalle e affiancó l'amico,curioso e preoccupato allo stesso tempo.

«Cambio di programma Clifford!»

Michael sospiró e lo fissó preoccupato.

«È impossibile,vero?» disse con la voce rotta,mentre gli occhi si facevano sempre più rossi e lucidi.

Calum sorrise appena,stringendolo in un abbraccio.

«Ashton ha avuto un'idea,vieni»

Calum lo precedette e lo guidó verso l'atrio,facendo attenzione a non incordiate nessun dottore,cosa piuttosto insolita visto che tutto il personale era impegnato nelle varie terapie e sedute.

Camminavano veloci lungo i corridoi vuoti e tristi dell'ospedale,svoltando ad ogni angolo e strusciando i piedi sulle mattonelle consumate dal tempo.

Finalmente lo videro.

Il ricciolo era appoggiato alla parete,con il telefono in mano e le gambe incrociate.

Indossava la sua solita bandana,jeans attillati e una felpa rossa.

«Michael!» esclamó il biondo sorridedendo.
«Ciao Ashton!»

Calum si appoggió alla parete ed estrasse una sigaretta dal pacchetto,ignorando le occhiatacce del riccio.

«Da quello che so,è vietato fumare nei luoghi chiusi» dichiaró Michael,richiamando l'attenzione del moro con un cenno del capo.

«Andiamo in cortile,sul retro,così possiamo discutere senza aver paura che qualcuno possa sentirci» rispose Ashton.

Ripercorsero i corridoi e si ritrovarono nel cortile sul retro,con il vento che ululava e nuvole scure alte nel cielo.

«Ashton,digli tutto» lo spronó il moro,accendendo la sigaretta che stringeva tra le labbra carnose e piene.

«Ho avuto un'illuminaizone!» esordì il ricciolo.

«Dobbiamo subito agire!» continuó.

«È rischioso. Uno di noi dovrà distrarre il portiere,visto che le chiavi dell'archivio sono in portineria,mentre gli altri due sottraggono la chiave ed entrano.»

«Sara difficile,ma ci riusciremo» concluse Ashton.

Michael annuì.

«Il problema è solo uno,Michael»continuó Calum aspirando.
«Ovvero?»
«Come lo distraiamo?»

Il ragazzo dai capelli color galassia si portó un dito alle labbra,come faceva sempre quando era immerso nel suo mondo fatto di pensieri strani,ragionando sulla situazione e cercando una soluzione.

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