Capitolo otto

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I giorni dopo il tradimento di Martina furono terribili

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I giorni dopo il tradimento di Martina furono terribili. Passavo le notti in bianco a pensare a cosa avevo fatto di sbagliato, a chiedermi come avevo fatto a non accorgermi che tra lei e Giovanni, il mio ex migliore amico, ci fosse qualcosa. Ogni qualvolta che stendevo la mia testa sul cuscino, pronto per dormire, i pensieri si affollavano nella mia mente. Mi obbligavo a fare altro per non impazzire, come leggere, cucinare e ascoltare la musica. La sera del giorno precedente, dopo aver letto circa cinquanta pagine, gli occhi iniziarono a chiudersi e riuscii a dormire tranquillamente. La mattina dopo mi svegliai stanco e con l'umore fino a terra, così decisi di farmi una doccia calda per rilassarmi e sentirmi meglio.

Una volta essermi asciugato i capelli e essermi vestito, scesi in cucina per preparare la colazione per me e Leonardo.

«Io vado, ci sentiamo dopo!», esclamai per avvisare il mio amico che dormiva ma non così profondamente da non sentirmi.

«Buongiorno, Michele. Dormito bene?», domandò mio padre preoccupato appena mi vide entrare nell'officina dove lavoravo insieme a lui.

Sapeva cosa stavo passando e negli ultimi giorni mi diceva che potevo non venire a lavoro se non me la sentivo. Gli avevo raccontato come mi sentivo ultimamente a causa della mancanza del sonno e faceva di tutto per non farmi pensare alla situazione. E mia madre non era diversa. Mi chiamava ogni mattina, assicurandosi che stessi bene, se così si poteva definire il mio stato in quei giorni.

Insomma, la frase "gli opposti si attraggono" non gli descriveva affatto.

La loro storia ha avuto un ostacolo che hanno superato ma hanno perso qualcosa, o meglio, qualcuno.

I miei nonni, genitori di mio padre, non accettavano una "straniera" in casa. Mia madre, Alicia, era nata a Buenos Aires. Ci passavo tutte le estati e, grazie a mio nonno e mio padre, ho imparato i balli folcloristici, tra cui il tango.

Per mio padre fu amore a prima vista. Vide in mia madre qualcosa di diverso rispetto alle altre ragazze: era bella ma non si vantava di esserlo; era passionale, simpatica, aperta a nuove amicizie e socievole. Intrapresero una relazione che i genitori di mia madre accettarono con gioia, ma la famiglia di mio padre non la prese bene: dopo aver scoperto le origini di lei si arrabbiarono, accusandola di voler portare via il loro unico figlio. Nonostante i vari tentativi di mia madre di parlare con loro, non cambiò nulla, e posero mio padre davanti a una scelta: lei o loro. Fu una scelta molto difficile, in quanto era stato cresciuto con la convinzione che la famiglia venisse prima di tutto. Scelse mia madre, l'amore. Con lei si sentiva speciale, poteva essere se stesso senza il timore di essere giudicato, lo faceva sentire in paradiso.

Per quanto riguarda la famiglia di mia madre, erano davvero in tanti. Aveva tre fratelli e due sorelle, tutti sposati e con dei figli, alcuni della mia stessa età e altri più piccoli. Poi c'era mia nonna, morta due anni prima in una giornata calda d'estate.

Era come una seconda madre per me, e vederla andare via davanti ai miei occhi mi ha distrutto. Il suo lutto è qualcosa che mi porto sulle spalle come un peso ogni giorno. Ci ospitava a Buenos Aires durante l'estate. Dopo la sua morte non sono più andato in quella città.

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