Capitolo quarantaquattro

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«Forse sta iniziando anche lui a provare qualcosa nei tuoi confronti», pronunciò Ginevra, mentre parlavamo di Michele e di come nell'ultimo periodo voleva passare tanto tempo con me

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«Forse sta iniziando anche lui a provare qualcosa nei tuoi confronti», pronunciò Ginevra, mentre parlavamo di Michele e di come nell'ultimo periodo voleva passare tanto tempo con me.

«Sinceramente non so cosa pensare.»

«Ho un'idea», affermò.

«Sentiamo.»

«Domenica mattina, tu, io, Riccardo e Michele andremo a fare una colazione insieme. Così posso studiarlo e entrare nella sua mente.»

Risi, soffermandomi sull'ultima frase, e le chiesi come pensava di farlo.

«Io posso tutto, tesoro. Non dimenticarlo», affermò, facendo un occhiolino nella mia direzione.

*

Qualche ora dopo era pomeriggio ed ero al bar per svolgere il mio turno di lavoro. Avevo chiesto a Michele di raggiungermi in caffetteria, se poteva. Non lo vedevo da qualche giorno e, oltre ciò, dovevo chiederli se domenica fosse libero per fare colazione con me e i miei amici.

«Ciao!» esclamò il riccio, avvicinandosi a me per abbracciarmi. Si staccò qualche secondo dopo per salutare i miei colleghi, Davide e Ginevra.

«Come state?», chiese a quest'ultimi.

«Tutto bene, tu?» rispose Davide.

«Bene, grazie.»

Li lasciai parlare e raggiunsi Giulia al bancone.

«Secondo me ha ragione Ginevra», disse lei, dopo che le raccontai le ipotesi di Ginevra.

«Dici?»

Annuì e riprese a lavare delle tazze, osservando il ragazzo in questione.

«Che dovevi dirmi?» domandò.

«Ginevra ha pensato di andare a fare colazione al bar domenica mattina e mi ha chiesto se anche tu vorresti venire. Ci sarà anche Riccardo.»

«Certo! È un'ottima idea. Ci sarò. Fammi sapere dove e a che ora.»

«Sì, tranquillo», replicai, felice che avesse accettato.

«Perfetto! Ah, Davide, devo chiederti un'altra cosa... », si riavvicinò al mio amico e continuarono la conversazione iniziata precedentemente.

«Come va con Alessio?», chiesi alla riccia.

«Bene. Abbiamo parlato apertamente riguardo a molte cose, tra cui il nostro passato e come potrebbe condizionare una nostra ipotetica relazione. È andata molto bene. Ti ricordi quel messaggio che li avevo mandato?»

«Sì.»

«Riguardo a quello, mi aveva risposto dicendo che sarebbe stato meglio se nei giorni successivi ci fossimo incontrati e avremmo parlato senza filtri. È successo.»

«Sono molto contenta per te, Lia. Te lo meriti.»

«Grazie, Bea», rispose, sorridendomi grata. «È stato grazie a te e alle tue parole se ne abbiamo parlato.»

«Ti serviva giusto una spintarella», commentai ridacchiando.

«Hai ragione.»

«È stato un piacere vedervi, ragazze. Devo tornare a lavoro», disse Michele qualche minuto dopo.

«Il piacere è tutto nostro», affermai, lasciando che una piccola risata lasciasse le mie labbra.

«Ci vediamo domenica, allora.»

«Sì. A domenica!» risposi, salutandolo con un abbraccio prima che lasciasse il bar.


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