Capitolo ventinove

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«Ha detto che tra cinque minuti saranno qui

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«Ha detto che tra cinque minuti saranno qui. Tutti ai propri posti!» esclamai, abbassandomi.

Tra non molto sarebbe arrivata Ginevra al bar e nei giorni precedenti mi ero organizzata con Riccardo, che aveva deciso di farle la proposta proprio nel posto dove lavoravo. Il bar era decorato con dei palloncini bianchi, delle lucine bianche sui tavoli che avrei acceso quando sarebbe arrivata la coppia. Mancavano solo loro, che arrivarono qualche minuto dopo.

Sentii la porta scorrere e Ginevra sussurrò: «Ma perché è tutto buio qui dentro».

Arrivò il momento che avevo atteso per due giorni: premetti il bottone che accese i led bianchi e mi alzai per dare una sbirciatina, giusto in tempo per vedere la mia migliore amica girarsi verso Riccardo e trovarlo inginocchiato con una scatolina tra le mani. Ormai non ero l'unica che si trovava in piedi. Mi ero fatta aiutare da Michele, Davide, Giulia, mio padre, mia sorella e da alcuni parenti di Ginevra, che non si sarebbero persi per nulla al mondo un momento così importante per lei.

«Ginevra», pronunciò Riccardo, chiaramente emozionato e nervoso.

Lei riportò lo sguardo su di lui, commossa.
«È da più di una settimana che ho scritto il discorso che avrei voluto dirti ma ovviamente mi sono dimenticato tutto quindi mi tocca improvvisare», disse, facendo ridacchiare tutti, compresa la mia amica già in lacrime.

«Sei entrata nella mia vita con prepotenza e, allo stesso modo, ti sei insinuata nel mio cuore e non hai lasciato spazio a nient'altro. Mi ritengo fortunato ad aver incontrato una donna intraprendente, meravigliosa e ambiziosa come te, ma solo una cosa mi spaventa. Che questo matrimonio ti faccia sentire ingabbiata. È da settimane che mi spaventa fare questa cosa, ma una mia cara amica mi ha dato coraggio, e so che ne sarà valsa la pena, visto che ti conosce meglio di me», continuò, facendo scoppiare una piccola risata a tutti.

Vedevo chiaramente come Ginevra tratteneva le lacrime. La conoscevo alla perfezione, e sapevo che quando sarebbero stati soli lei le avrebbe lasciate scivolare sul suo volto, e lui le avrebbe asciugate con amore e cura, perché era anche questo amarsi: mostrarsi vulnerabili solo davanti a chi sapevi che quelle lacrime te le avrebbe baciate senza giudizio.

«Quindi, senza girarci troppo intorno... Ginevra Lombardi, vuoi sposarmi?».

Accettò la proposta. Disse sì a Riccardo, all'amore, al matrimonio. Disse sì al diventare vulnerabile e a tutto ciò che comportava affidare completamente e totalmente a qualcuno mente, cuore, anima e corpo.
Lasciò che l'anello scivolasse sul suo dito, e strinse forte Riccardo, mentre tutti noi ci avvicinammò a loro per congratularci.

«Bea...», sussurrò Ginevra abbracciandomi e lasciando che le accarezzassi i capelli mentre mi congratulavo con lei. Poco dopo si allontanò per dare spazio a Riccardo che mi ringraziò.

«Di niente! Sono davvero contenta per voi, congratulazioni!».
Mi sorrise e si allontanò per salutare gli altri.

«Hai fatto un ottimo lavoro», mi disse la madre della mia migliore amica.

«Mi avete aiutata anche voi, io ho solo avuto l'idea».

«Non parlo delle decorazioni. Parlo di Ginevra. Senza il tuo aiuto, il tuo sostegno verso entrambi su questa relazione, non sarebbero arrivati fin qui. Tu le sei stata vicina quando aveva paura di amare e di fidarsi. Ti ringrazio per tutto ciò che hai fatto per lei».

«Sei stata come una madre per me, non potrei mai ringraziarti abbastanza. Ed è anche grazie a te se è arrivata a raggiungere i suoi sogni».

Mi sorrise commossa, e si allontanò per abbracciare Ginevra.

Mi avvicinai a Michele e Davide che stavano parlando tra loro.
«È venuta bene la sorpresa! Grazie, ragazzi!».

«Figurati!», rispose il mio collega, che si allontanò poco dopo lasciandomi sola con Michele.

«Leonardo avrebbe voluto partecipare ma doveva lavorare».

«Tranquillo, l'avevo immaginato».

«Comunque, ho prenotato il compleanno di mio padre al ristorante di cui mi hai parlato».

«Ah, e per quando?»

«Il venticinque giugno. Tu, tuo padre e Gaia siete invitati. Non so se ne sei a conoscenza, ma mio padre e il tuo sono amici da anni».

«Non lo sapevo», replicai, dicendomi che ne avrei parlato con mio padre quando sarei tornata a casa.

«Questi giorni ti manderò l'invito».

«Grazie, ti farò sapere!».

«Conto sulla vostra presenza!», esclamò il riccio, sorridendomi speranzoso.

Spazio autrice

Eccomi qui, in ritardo... Ma voi come state? Che mi dite? 🥰

Vi è piaciuto il capitolo? E della proposta di Riccardo a Ginevra?

Fatemi sapere nei commenti e ci vediamo venerdì alle 21.30 💃🏼

Buonaserata e buonanotte❤️

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