Capitolo trentuno

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«Mi scusi, non riesco a trovare il burro, può aiutarmi?» chiesi al ragazzo che si trovava nel supermercato

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«Mi scusi, non riesco a trovare il burro, può aiutarmi?» chiesi al ragazzo che si trovava nel supermercato.

«Certo!» esclamò, invitandomi a seguirlo.

Mi indicò il frigo dove potevo trovare quello che cercavo e se ne andò. Presi il burro e, dopo averlo messo nel carrello, alzai lo sguardo, vedendo Martina concentrata a guardare gli yogurt.

«Cerchi qualcosa? Stai fissando quei yogurt molto intensamente», dissi, avvicinandomi.

Una risatina uscì dalle sue labbra, poi replicò divertita: «Ciao, Michele! Stavo solo pensando a quale prendere».

«Ah, ti lascio pensare allora».

Presi da lì vicino la farina e le uova.

«Come stai?»

«Bene, grazie. Tu?»

«Tutto bene, se non fosse per quei ragazzini testardi a cui insegno tennis che mi fanno impazzire.»

Ridacchiai, dicendo: «Anche noi eravamo così alla loro età».

«In realtà peggio di loro», replicò.

«Vero.»

«È stato bello rivederti, Michele», pronunciò, mostrandomi un piccolo sorriso.

«Anche per me», dissi salutandola e continuando a fare la spesa.

Una volta rientrato a casa, mi accolse Leonardo, togliendomi le buste di mano e poggiandole sull'isola in cucina.

«Hai preso tutto?», chiese Leo, dando un'occhiata all'interno di esse.

«Sì. Comunque ho incontrato Martina», lo informai, svuotando insieme a lui le buste.

«Ah. Cosa vi siete detti?»

Gli raccontai la conversazione avuta con la mia ex e mi chiese: «Come ti senti?»

«A essere sincero, non mi ha fatto nessun effetto. È passato più di un mese ed è come se ho accettato quello che ha fatto. L'unica cosa da fare è andare avanti e perdonarla.»

«Hai ragione. Spero di pensare la stessa cosa di mia madre, un giorno.»

«C'è la farai, Leo», dissi, rassicurandolo.

«Grazie, amico.»

«Figurati. Quando hai bisogno di me, io ci sono.»

Mi sorrise grato e finimmo di svuotare le buste.

«Tuo padre è passato a lasciarmi l'invito ufficiale per il suo compleanno.»

«Ah sì, mi aveva detto che sarebbe passato. Devi venire?», chiesi.

«Sì. E Beatrice?»

«Mio padre è andato ieri a portarlo. Lui e Giuseppe, il padre di Bea, si conoscono.»

«Davvero?»

«Sì. È un cliente da tanti anni».

«Giusto. Non è strano il fatto che non ti abbia mai presentato sua figlia in questi anni?»

«Sapevo che ne aveva una, ma non me l'ha mai fatta conoscere. E so che la madre di Bea è scomparsa. Ho sentito mio padre parlarne con lui.»

«Scomparsa?»

Annuii, chiedendomi cosa intendevano con quel termine.

«Sì. Però non chiederò niente a Bea. Aspetterò che sia lei a parlarmene.»

«È la scelta giusta.»


Spazio autrice

Eccoci qui! Come state? Avete passato un bel weekend? Si ricomincia con una nuova settimana!

Capitolo corto, ma a noi piace così 😚

Che ne pensate? Avete qualche teoria sulla scomparsa di Anna Pellegrini, la madre di Bea? Scrivetemi tutto nei commenti, ci vediamo venerdì al solito orario! 

Buona serata e buonanotte ❤️

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