«Michele! Vai ad aprire, suonano alla porta», urlò Leonardo dal bagno. Mi alzai e scesi le scale. Arrivato giù, aprì la porta.
«Ciao, Michele», disse Martina, accompagnata dal mio ex migliore amico, Giovanni. «Possiamo entrare? Voglio raccontarti tutta la storia... dall'inizio».
Stavo per chiudere la porta ignorando la loro presenza, ma mi fermai quando la sentì dire: «Ascolta, so di aver sbagliato e anche se non posso rimediare e far tornare le cose come prima, voglio che tu sappia che tu non sei il motivo per cui l’ho fatto».
Spalancai la porta per fargli passare.
«Allora, chi è venuto a trovar-», disse Leonardo, ma si zittì vedendo chi era seduto sul divano, e mi guardò, come a chiedermi se avevo bisogno della sua presenza. Annuii, e prese posto sul bracciolo della poltrona, dove lo raggiunsi poco dopo.
«È iniziato tutto due mesi fa, quando mi sono resa conto di non provare più niente per te. Sappi che non è qualcosa che hai fatto tu, o che hai detto, a farmi perdere quel sentimento. È semplicemente svanito. Non avevo il coraggio di dirtelo perché sapevo quanto ci tenevi a noi, a quella relazione. A quanto fossi importante per te. Così ho ignorato quello che provavo. Poi un giorno sono andata da Giovanni per parlargli e avere un’opinione esterna. Ma lui non sapeva cosa dirmi. Quando me ne stavo andando mi ha baciata. E lo so che avrei dovuto respingerlo e dirgli di non farlo mai più, ma non l’ho fatto. Mi sono detta che solo per quella volta mi sarei lasciata andare. Ma non è stato così. Ci siamo visti ogni volta che c'è n'era la possibilità. Il giorno del nostro anniversario ho scritto a Giovanni, dicendogli che era finita, qualunque cosa ci fosse tra noi. Ma lui è venuto a casa mia, ed è successo quello che è successo».
Almeno ha avuto la decenza di raccontarmi la verità. Ma cosa avrei dovuto dirle? Che era meglio pensare che mi avesse tradito perché provava qualcosa per lui, piuttosto che non mi amava più? Avevo bisogno di pensare, capire come fosse successo, anche se sapevo che a volte una ragione precisa non c’era. Sapevo che se avrei iniziato a farmi domande sarei finito con il chiedermi se avevo fatto abbastanza.
«Grazie per la sincerità, Martina. Potete andare».
Lei, senza aggiungere altro, si allontanò, raggiungendo la porta insieme a Giovanni che camminava a testa bassa al suo fianco.
Un’ora dopo andai in palestra per non passare il resto della mattinata a pensare a quello che era accaduto e una volta tornato a casa spolverai il salotto e la mia camera.
«Sono tornato!», esclamò Leonardo dal piano di sotto.
Erano le sette di sera ed era appena tornato dal lavoro. Lo raggiunsi nel salotto e gli chiesi come fosse andata.«Ricordami perchè ho scelto di fare il babysitter», disse stendendosi sul divano.
«Perché non sopporti tua madre e vuoi avere la tua indipendenza».
«Giusto». Si rialzò e, prima di salire le scale, mi domandò se mi andava quella sera di andare in pizzeria con Beatrice.
«Certo. Ma sei sicuro che non ha il turno oggi?»
«Sì. Le scrivo di vederci fuori al bar per le otto?».
«Va bene. Vado a prepararmi», pronunciai, andando in camera mia.
Spazio autrice
Buonasera! Come state?
Che ne pensate del capitolo?
E soprattutto, cosa pensate di quello che ha detto Martina? È dura per Michele dover sentire tali parole dalla sua fidanzata 🥺.Beh, commentate, lasciate una stellina e ci rivediamo venerdì alle 21.30 ❤️.
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Perdersi per ritrovarsi
RomanceRitrovare la strada nella propria vita non è mai semplice, soprattutto quando la persona con cui volevi percorrere questo cammino non è più al tuo fianco. Ti senti persa, disorientata e metti in dubbio tutti gli aspetti della tua vita. È così che si...