Capitolo quaranta

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Erano passati due giorni da quando Beatrice era venuta a casa e aveva parlato con mia madre, senza sapere che io mi trovavo al piano di sopra

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Erano passati due giorni da quando Beatrice era venuta a casa e aveva parlato con mia madre, senza sapere che io mi trovavo al piano di sopra. Non mi dava fastidio che avesse scoperto del bullismo subito durante la scuola media, d'altronde mi fidavo di lei. E in un certo senso faceva parte della mia famiglia, visto che sua madre era una cara amica della mia. Non sapevo tutta la storia, ma so che c'era un legame molto importante tra di loro.

Quella mattina mi trovavo a casa di Leonardo. Ero appena uscito dalla doccia e stavo iniziando a vestirmi, quando ho sentito suonare il campanello. Era andato Leonardo ad aprire la porta, quindi ebbi il tempo per finire di prepararmi prima di scendere a vedere chi fosse.

«Ehi, Bea! Come mai da queste parti?»

«Ti devo parlare», disse, chiedendomi se fossi libero.

«Certo! Vieni, entra.»

La feci accomodare sul divano, prendendo posto vicino a lei.

«È successo qualcosa?» domandai.

«Qualche giorno fa tua madre mi ha parlato di cosa hai passato durante il periodo delle medie.»

«Ah sì, vi ho sentite mentre ne parlavate.»

«Volevo solo sapere se per te va bene che io lo sappia.»

«Sì, tranquilla. Mi fido e so che non andai a raccontarlo in giro o altro.»

«Grazie, Michele. Mi sento molto meglio ad avertelo detto», pronunciò, rilasciando un sospiro.

«Non è da tutti venire a chiedere il permesso», evidenziai tra virgolette l'ultima parola, «di poter sapere qualcosa quindi grazie. È un bel gesto.»

Mi sorrise, aggiungendo: «Figurati».

«Domani passo al bar. Hai il turno nel pomeriggio, giusto?», affermai.

«Sì, certo. Ci vediamo domani. Allora io vado», disse, alzandosi e raggiungendo la porta.

«È stato bello vedervi. Leo, vieni anche tu domani?»

«Ovvio. Così ne approfitto per salutare Davide.»

«Perfetto! Ciao ragazzi, buona serata!»

«Anche a te!», esclamammo io e Leo prima che se ne andasse.

«Hai visto che cosa bella ha fatto? È proprio una brava ragazza», commentò il mio amico, lasciandomi solo in salotto e andando in cucina per finire di preparare la cena.

In quel momento una consapevolezza si fece spazio in me: non vedevo più Bea solo come un'amica. Volevo fosse qualcosa di più. Ma ero pronto a buttarmi a capofitto in un'altra relazione dopo il finale avuto con Martina? E se ne sarei rimasto deluso, ne sarebbe valsa la pena provarci?


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