🎀 Capitolo bonus 🎀

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BEATRICE

1 anno dopo

«Buongiorno, muñequita», sussurrò una voce al mio orecchio che ormai era impossibile non riconoscere. «Buon Natale», aggiunse, stampandomi un bacio sulla guancia.

«Grazie, tesoro. Anche a te. Questo è il mio buongiorno preferito...»

«Lo so. Ed è il mio primo regalo...»

Un sorriso si stampa sul mio viso. «Mi basta questo», dissi, accarezzandogli la guancia.

«A me no», pronunciò, scendendo con le labbra sul collo. «Ne sto approfittando prima che i ragazzi si svegliano.»

Una risatina sfuggì dalle mie labbra al sentire quel commento. «Hai ragione.»

«Mamma! Mamma!» urlarono le voci dei nostri figli.

«Come non detto», affermò Michele, rimettendosi seduto sul letto.

«Buon Natale!» esclamarono Anna e Gabriele, salendo sul letto per abbracciarmi.

«Grazie, amori!» dissi, stringendoli a me, sentendo lo sguardo di mio marito su di noi. «Se continuate così, la mamma avrà difficoltà a respirare!»

«Scusaci. Adesso vieni in cucina che ti abbiamo preparato un regalo. Dai! È un regalo speciale. Sarai la prima ad aprire il tuo regalo di Natale. Dai, vieni!» dissero insieme, tirandomi per il braccio.

«Arrivo! Iniziate a scendere. Sarò lì tra qualche secondo.» Annuirono alla mia risposta e lasciarono la stanza.

«Sono proprio come te. Impazienti», disse, tornando sulle mie labbra.

«O forse come il padre», risposi, sorridendo divertita.

«Può essere. Comunque, prima che scendiamo», iniziò, tornando serio, «questo regalo è... particolare. Potrebbe farti emozionare. Mi sembrava giusto avvisarti.»

«Va bene», dissi, tranquillizzandolo. «Andiamo. Sono curiosa adesso.»

«Eccoti. Vieni qui», dissero i miei figli, prendendomi la mano e facendomi sedere sul divano. «Tieni.»

Presi in mano il regalo incartato. Era piatto, e non avevo la più pallida idea di cosa potesse essere.

Quando iniziai a scartarlo e sbirciai, vidi il volto di mio marito e dei miei figli, e pensai che fosse una semplice foto messa in un quadro. Mi venne in mente anche il giorno in cui c'è la scattarono. Andammo a Venezia un anno prima, e la foto venne scattata da un uomo che ci passò davanti.

Quando tolsi tutta la carta regalo dal quadro, capii l'avvertimento di Michele e quello dei miei figli. Ma non mi fermò dal scoppiare a piangere davanti a ciò che ritraeva quel quadro: era la fotografia che avevamo scattato, proprio come avevo immaginato, ma c'era un dettaglio che la rese importante per me. Al mio fianco c'era mia madre.

«Come...»

«Ci ha aiutati tuo padre a scegliere la foto in cui lei sarebbe stata perfetta per rientrare in questa», spiegò Michele.

Non seppi cosa dire. Avrei dovuto ringraziarli, abbracciarli e prepararli la colazione per cominciare la giornata. E invece mi portai la mano sulle labbra, non staccando gli occhi da quella foto che sarebbe stata reale se solo lei non fosse morta sette anni prima. Se solo la malattia non l'avesse uccisa. Sentì Michele e i bambini allontanarsi da me. Poi mio marito riprese posto al mio fianco, accarezzandomi i capelli.

«È straziante vedere questa foto», ammisi, con gli occhi pieni di lacrime. «E non riesco a smettere di pensare che... che non è reale. È stato un pensiero davvero bello, ma...»

Perdersi per ritrovarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora