Capitolo quindici

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«Come sono scomparsi i dinosauri?», chiesi a mia sorella, dopo averle spiegato l'ultima parte

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«Come sono scomparsi i dinosauri?», chiesi a mia sorella, dopo averle spiegato l'ultima parte. Aveva l'interrogazione di storia il giorno dopo, e visto che avevo lavorato la mattina, il pomeriggio ero libera e la aiutai.

«Negli ultimi anni, gli scienziati hanno sostenuto che ad aver innescato l'estinzione dei dinosauri sia stata una massiccia collisione di meteoriti insieme ad un periodo di intenso vulcanismo. Un asteroide si è schiantato sulla Terra, spazzando i dinosauri e la maggior parte della vita sul pianeta».

«Brava! Seconda domanda: perché i dinosauri erano così grandi?».

«Con il passare del tempo gli animali si evolvevano e tendevano a ingrandirsi. Si è pensato che gli animali preistorici si fossero evoluti nel corso dei millenni superando diverse estinzioni di massa. Quando però si verificò la successiva, gli animali più grandi vennero spazzati via e al loro posto subentrarono nuovi animali più piccoli, che diventarono sempre più grandi fino alla successiva estinzione. Questo avvenimento è chiamato la regola di Cope».

«Brava! Batti cinque, Gaietta!».

Alzò la mano destra, battendola con la mia.

«Andrai benissimo all'interrogazione di domani, stai tranquilla», dissi, rassicurandola.
Sentii il telefono squillare e, dopo averlo preso, lessi il nome di chi mi stava chiamando e c'era scritto Michele

«Ti va di fare una pausa mentre io rispondo al telefono?».

Lei annuì e andò in cucina per fare merenda.

«Ehi, Michele, come stai?», chiesi.

«Tutto bene, tu?», replicò.

«Tutto okay. Stavo aiutando mia sorella a studiare».

«Ah. Ti stai divertendo?», chiese divertito.

«Non sai quanto!», esclamai, sorridendo divertita, domandandogli poco dopo se ci fosse un motivo preciso per cui mi avesse chiamata.

«In realtà sì. Leonardo tra poco va a lavoro e tornerà domani mattina. Mi chiedevo se ti andava di venire qui da me, così ceniamo insieme».

«Cucini tu?», chiesi incuriosita.

«Sì. Perché, non te lo aspettavi da un ragazzo come me che fa il meccanico?», pronunciò ironico.

«Esposito, tu mi stupisci sempre. Dammi mezz'ora e sono da te!».

Dopo aver chiuso la chiamata mi preparai e dissi a mio padre se poteva finire di aiutare Gaia a fare i compiti.

«Sì. Non fare tardi e, nel caso, fatti accompagnare».

Annuii e uscii di casa.

«Posso vedere qualche passo?», dissi, dopo aver scoperto che Michele sapeva ballare il tango.

«Sai che è un passo a due?».

«Certo». Bevvi un ultimo sorso di vino e poggiai il calice sul tavolino. Mi alzai e lo raggiunsi.

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