Capitolo quattordici

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«Hai preso tutto?»

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«Hai preso tutto?».

«Si, papà», rispose ironica Ginevra, prendendo in giro il suo ragazzo, Riccardo.

Era mercoledì mattina ed eravamo in macchina, con lui alla guida, diretti all'aeroporto internazionale di Venezia-Marco Polo. La mia migliore amica doveva partire per un viaggio di lavoro a Santiago del Chile con una federazione di pallacanestro. Lavorava come fotografa. Riceveva molte proposte da aziende e cercava di scegliere sempre quella che secondo lei era la migliore. Amava viaggiare, scattare foto, scoprire nuove tradizioni e vedere il mondo. Lo sognava da quando era piccola, e, ora che si era realizzato, non ci credeva.

«Dentifricio? Shampoo? Ah, e ti sei ricordata la macchina fotografica?».

Gin alzò quest'ultima, che era legata al collo, sventolandogliela davanti agli occhi. Per fortuna eravamo fermi al semaforo, altrimenti a Santiago del Chile non ci sarebbe arrivata viva.

«Ri, starò bene».

«Hai ragione. Sai come sono fatto, mi preoccupo sempre per te».

«E ti amo per questo», rispose lei, sorridendogli per rassicurarlo, poi aggiunse: «Starò via solo per quattro giorni, e se ti sentirai solo, puoi sempre raggiungere Bea al bar, vero?», propose, lanciandomi un’occhiata dal sedile del passeggero per vedere se fossi d’accordo.

«Certo! Ti dico quando ho i turni, così mi vieni a trovare».

«Grazie, Beatrice. Lo apprezzo molto».

Gli sorrisi rassicurante, e iniziò a rilassarsi, battendo le mani sul volante a tempo di musica, accompagnato da me e Gin, che iniziammo a cantare a squarciagola la canzone che passò in radio, Summertime Sadness, di Lana Del Ray.

«Beh, mei cari amici, è stato bello finché è durato», esclamò Ginevra scendendo dalla macchina appena arrivammo a destinazione. Riccardo scese per aiutarla con i bagagli e io per salutarla.
«Devo andare! I ragazzi mi aspettano.»

Sorrise triste e dopo aver salutato il suo ragazzo, si avvicinò a me.
«Mi mancherai Gin!». La strinsi forte a me, scacciando le lacrime che stavano per scivolare sul mio volto, ricordandomi che tra una settimana l’avrei rivista. Si staccò e disse: «Anche tu, Bebe. Mi raccomando, aggiornami sulla situazione con Alessandro. Chiamami ogni sera, okay?».

«Sarà fatto», dissi, salutandola definitivamente prima che raggiungesse le persone con cui avrebbe passato i prossimi giorni.

«Sei sicuro che non vuoi entrare?», chiesi a Riccardo, prima che scendessi per cominciare il turno al bar.

«Si, tranquilla. Devo preparare la lezione per domani», replicò, ricordandomi che fare il professore di lettere all'università era impegnativo.

«Va bene, allora. Ci sentiamo, e per qualunque cosa chiamami».

«Lo farò, tranquilla», rispose, allontanandosi verso casa sua.

Entrai in caffetteria e, dopo aver salutato Giulia, indossai il grembiule e cominciai a servire i clienti.

Qualche secondo dopo sentì la porta dell’ufficio del mio direttore aprirsi.

«Buongiorno, Beatrice!», esclamò avvicinandosi.

«Buongiorno, Marco», risposi, dandogli del tu. All’inizio mi ha spiegato che voleva un rapporto di fiducia e amicizia con i suoi datori di lavoro, e una richiesta che mi aveva fatto era stata quella di dargli del tu. Ci è voluto del tempo per abituarmi a chiamarlo per nome, ma dopo sei anni che lavoravo ci ero riuscita.

«Non so come ma ho sentito la tua presenza appena sei entrata», spiegò, facendomi ridere.

«Un giorno mi spiegherai cosa significa».

«Quando lo capirò te lo dico», replicò, tornando nel suo ufficio per lasciarmi continuare il mio lavoro.

«Sta arrivando Davide», mi informò Giulia. Qualche minuto dopo entrò accompagnato da Leonardo. Si frequentavano da due mesi e, a quanto mi aveva detto Davide, si trovavano bene insieme, nonostante Leonardo non voleva farsi vedere in pubblico insieme a lui. Ma divenni confusa quando lo vidi entrare con Leo che aveva un braccio a circondargli le spalle.

«Ehi, Bea! Come stai?» mi chiese Leonardo avvicinandosi al bancone.

«Ehi! Tutto bene, tu?»

«Tutto okay».

«È diventata ufficiale la vostra relazione, o sbaglio?», pronunciai, cercando di capire la situazione.

La mia confusione aumentò quando uno rispose sì e l’altro no.
«Okay, non voglio più saperlo», dissi, decidendo che a fine turno avrei parlato con il mio collega, che in quel momento era andato a prendere il grembiule da indossare.

«Ci vediamo questi giorni, David?», domandò Leo dopo che il mio amico uscì dal retro.

«Nei tuoi sogni».

«Tu sei sempre nei miei sogni».

«E tu nei miei incubi», replicò sarcastico alla provocazione, stampandosi un sorriso di cortesia in volto.

«Ma quindi mi pensi?», sostenne malizioso Leonardo.

«Certo. L'altro giorno stavo pensando a come soffocarti con un cuscino nel sonno».

Leo sorrise divertito e prese posto davanti al bancone, provocando continuamente Davide fino a quando decise di andarsene mezz’ora dopo.

«Stiamo cercando di capire cosa c’è tra di voi», commentò Giulia.

«Quando lo scopro ve lo dirò», rispose il mio collega.

Erano le dodici e mezza e stavamo chiudendo. Prima che Davide se ne andasse gli chiesi se aveva qualche minuto per parlare e, dopo aver ricevuto da lui una risposta positiva, lo invitai a fare una passeggiata verso la scuola di mia sorella mentre chiacchieravamo.

«Allora, ti va di parlarmi di te e Leonardo? Cosa c’è che non va?».

Sospirò prima di rispondere alla domanda: «Leonardo è un’uragano. È imprevedibile, non sai mai cosa pensa, cosa prova. Non riusciamo a comunicare. L’unica cosa su cui sono certo è che lui si vergogna di essere gay. L’ha ammesso e credo che c’entri sua madre».

Mi resi conto, in quel momento, di non essere l’unica che nascondeva i propri sentimenti dietro a sorrisi e battute divertenti. Conoscevo Leonardo da più di sei mesi e ci siamo trovati bene in compagnia dell’altro, ma non avevamo mai affrontato argomenti seri come quello.

«Proverò a parlargli».

«Grazie, Bea, sei un angelo», disse, abbracciandomi e raccontandomi altri dettagli della loro situazione.

Spazio autrice

Eccomi qui. Scusate il ritardo. Oggi sono stata poco bene e ho anche cenato tardi quindi...
Vi piace la coppia Ginevra + Riccardo? 🥰
E la situazione tra Davide e Leonardo? 🤭

Non ho revisionato il capitolo perché sono stata, come detto prima, poco bene, quindi se vedete qualche errore sapete perché 🌝.

Beh, lasciate una stellina per farmi sapere se vi piace il capitolo e commentate con la vostra parte preferita ❤️ Ci vediamo venerdì!!

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