Capitolo venti

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«Michele! Vieni, sei arrivato nel momento giusto», affermò mia madre, accogliendomi in casa

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«Michele! Vieni, sei arrivato nel momento giusto», affermò mia madre, accogliendomi in casa. «Stavo scolando la pasta».

Mentre chiudeva la porta alle mie spalle, rimproverò mio padre, che teneva i piedi sul tavolino nel salotto mentre se ne stava steso sul divano a guardare la tv.

«¡Quita esos pies de la mesa ahora!». («Togli subito quei piedi dal tavolo!»).

Lui mi guardò, sperando in un aiuto, ma gli mimai con le labbra che doveva vedersela da solo.

Mi lanciò un'occhiataccia e bisbigliò: «Ma vedi cosa mi tocca fare per accontentarla».

Sfortunatamente mia madre aveva un udito incredibile e lo sentì, minacciando di farlo dormire la notte sul divano.

«Non lo faccio più», affermò mio padre.

«Será mejor para ti». («Sarà meglio per te»).

Andai in cucina e apparecchiai la tavola. Poi finii di preparare la pasta e la distribuii nei piatti, chiamando i miei genitori che nel frattempo stavano bisticciando per non so cosa.

«Ti ho invitato a pranzo! Non dovevi impiattare e fare il resto, hijo», disse mia madre, sedendosi al suo posto, aspettando che ci accomodassimo io e mio padre per iniziare a mangiare.

«Non c'è nessun problema, mamma. Ormai lo faccio ogni volta che vengo», replicai, per poi assaggiare il primo piatto.

«Tutta colpa di tuo padre!», esclamò lei, che si divertiva a infastidire mio padre ogni qualvolta c'era la possibilità di farlo.

«Mamma, come hai capito di aver trovato la persona giusta?», domandai, interrompendo la loro conversazione.

«Non è una cosa che capisci, è più una cosa che senti. Riguarda chi diventi e come ti comporti con quella persona, e soprattutto come essa è con te. Quando ti senti al sicuro, protetto, amato e sai che farebbe qualunque cosa per te, quella è la persona giusta. Quando ti dimostra ogni giorno che ci tiene a te, qualunque sia il suo modo di mostrare amore. Sai che è la persona giusta se ogni volta che senti il suo nome senti le farfalle nello stomaco, se quando la vedi non riesci a staccare lo sguardo da lei, se vuoi sapere tutto quello che le piace. Con la persona giusta si crea un legame che vi permette di capirvi senza l'uso delle parole e lo stato d'animo dell'altra persona diventa il tuo, qualunque esso sia».

«Sei molto saggia, mi amor», commentò mio padre, stampandole un bacio sulla guancia che fece nascere un sorriso sul suo volto.

Il discorso di mia madre rimase nella mia testa per tutta la giornata.

Rientrai a casa del mio coinquilino verso le sette di sera, lasciando ai miei genitori il tempo per prepararsi per la serata, che avrebbero passato in compagnia di amici di vecchia data in una pizzeria nel centro di Padova.

Vidi Leonardo seduto sul divano mentre parlava al telefono. Capii che dall'altra parte c'era sua madre dalla sua espressione facciale. Era distrutto, come ogni volta che parlava con quella strega al telefono.

«Leo! Ho bisogno del tuo aiuto in cucina!», urlai, sapendo che la madre mi avrebbe sentito e lo avrebbe lasciato in pace.

«Sì, ciao», disse Leo, chiudendo la chiamata e stendendosi sul divano. Si coprì il volto con le mani, prendendo grossi respiri per scacciare le brutte parole che Angela, la madre, gli rivolgeva da sempre.

«Lei non ha ragione, Leo. Devi credermi».

Lui annuì, chiedendomi di spegnere la luce e svegliarmi quando la cena sarebbe stata pronta.

«Certo. Tu riposati». Gli accarezzai i capelli e andai in cucina, lasciando che il mio migliore amico si riprendesse.

Spazio autrice

Eccoci qui, amori! Come state? Avete passato una bella giornata?

Siamo tornati con il pov di Michelino, che ne pensate? Fatemi sapere nei commenti e io vi auguro una buona serata e una meravigliosa settimana! 

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