Capitolo quarantotto

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Quella sera mi sentivo più nervosa del solito e le tecniche di respirazione consigliate da Tommaso non stavano aiutando

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Quella sera mi sentivo più nervosa del solito e le tecniche di respirazione consigliate da Tommaso non stavano aiutando. In discoteca ci sarebbero state Ginevra e Giulia. Quest'ultima era felicissima dell'invito. Era stata lei, infatti, a scegliere il locale visto che una volta a settimana andava a ballare con le amiche o da sola. C'era anche Tommaso, che, a parole sue, era "la figura più importante del piano per conquistare Michele e farlo cadere ai miei piedi". Insieme al riccio ci sarebbe stato il suo migliore amico, Leonardo, che era al settimo cielo come la mia amica per quella serata. Quest'ultimo era al corrente dell'intenzione mia e del mio ex, infatti mi aveva informata della reazione che il suo coinquilino aveva avuto nel sentir pronunciare il nome Tommaso. 

Aveva cercato di nascondere il fastidio e la gelosia della sua presenza. Non ero sicura della verità delle sue parole, visto che quando si sono presentati mi era sembrato molto sereno. 

Riportai la mia concentrazione sull'outfit scelto. Optai per un top a v con paillette e una gonna nera da sopra il ginocchio, a cui abbinai una catenina in oro giallo e un punto luce come orecchini. Ai piedi decisi di indossare dei tacchi a spillo, non troppo alti, argentati, che slanciavano la mia figura. Per ultimo, ma non meno importante, stesi del mascara sulle mie ciglia e un rossetto rosa, quasi fucsia, sulle labbra. Diedi un un'ultima occhiata allo specchio e, dopo aver preso la borsetta argentata, andai al piano di sotto. Vidi mio padre e Gaia stesi sul divano, abbracciati, mentre guardavano un film.

«Mi raccomando, tesoro, stai attenta», disse mio padre, prima che uscissi dalla porta.

Raggiunsi Ginevra e Giulia che mi aspettavano in macchina, insieme a Tommaso.

«Ecco la protagonista della serata! Beatrice Mancini!», esclamarono le mie due amiche, mentre il mio ex rideva per l'introduzione che mi avevano offerto.

«Scommetto che gli hai raccontato tutto», affermai, guardando negli occhi il creatore di quel folle piano.

Alzò le spalle, fingendo di non saperne niente. Per sfuggire dalle mie occhiate minacciose si complimentò con ciò che avevo indossato.

«Grazie.»

«Cadrà ai tuoi piedi appena ti vedrà», disse convinta la mia migliore amica, lanciandomi uno sguardo dallo specchietto della macchina che stava guidando.

Le sorrisi, grata per le belle parole, e mi concentrai su altro per distrarre la mente.

«Ci hanno visti e stanno venendo qui. Pronti?» affermò il mio ex, ricevendo un assenso da tutte e tre.

«Ehi, ragazze! Siete delle dee stasera, fatevelo dire!», urlò Leo, cercando di sovrastare la musica con la sua voce.

Gli sorridemmo tutte e tre, mentre si avvicinava a Tommaso per presentarsi. Io, nel frattempo, andai da Michele per salutarlo.

«Ciao! Come stai?», chiesi, stampandogli un solo bacio sulla guancia, lasciando le labbra sul suo viso per qualche secondo in più del dovuto.

Mi rispose poco dopo, complimentandosi al mio orecchio per com'ero vestita.

Lo ringraziai, raggiungendo gli altri e iniziando a entrare, mostrando la prenotazione fatta qualche giorno prima.

Era strapieno di gente. C'erano luci a led rosse e viola che si alternavano tra loro, ma ciò che mi colpì fu la zona bar. Era in una zona verso l'angolo del locale, insieme a divanetti e poltrone posizionate lì per lasciare la possibilità a chi preferiva solo ascoltare della buona musica rilassato, gustandosi una bevanda a propria scelta.

«Vieni, Bea, prendiamo qualcosa da bere.»

Annuii in risposta e andai con le ragazze.

«Noi prendiamo due Margarita, tu?», domandarono le mie amiche.

«Un sex on the beach.»

Il ragazzo annuì e iniziò a preparare gli ordini.

Decidemmo di prendere posto sugli sgabelli mentre aspettavamo.

«Posso avere una birra?» disse una voce che riconobbi all'istante. Mi girai con la sedia e, dopo avermi vista, disse: «Sex on the beach, eh? Non me lo aspettavo da te».

«Credevi che prendessi una bottiglietta d'acqua?» dissi, rispondendo a tono alla sua provocazione.

Mi sorrise.

Dio, quel sorriso. Mi ipnotizzava ogni volta che lo vedevo.

Prese il suo ordine e se ne andò, lasciandomi lì, mentre il cameriere mi passava la bevanda. Sussurrai un grazie e, dopo averla consumata, riflettendo sul da farsi, andai da Tommaso che nel frattempo era seduto lì vicino.

«Andiamo a ballare?»

«Sì, seguimi.»

Mi prese la mano e mi portò in una zona vicina sulla pista.

Mi girò in modo che il suo petto toccasse le mie spalle e in quel momento lo vidi, mentre stringeva la birra in mano e analizzava il mio copro minuziosamente. Era seduto accanto al suo migliore amico che gli stava raccontando qualcosa, ma, quando vide che il suo sguardo era rivolto verso di me, lasciò perdere, intraprendendo una conversazione con Ginevra e Giulia.

«Ho scelto questo punto della sala appositamente per te ma, tra poco, partiranno delle canzoni abbastanza movimentante che creeranno il caos in pista e lui ti perderà di vista. Ti lascerò da sola e poi te la vedrai tu», mi spiegò il mio ex, che sembrò aver studiato attentamente la situazione.

Capii che in quel momento dovevo metterci del mio. Lasciai che il mio corpo si muovesse lentamente seguendo il ritmo della musica, mentre le mie mani seguivano i tratti del mio corpo. Iniziai dal seno, scendendo verso i fianchi e in quel momento mi abbassai. Le mie braccia si allungarono dietro il collo di Tommaso, che in quel momento teneva le mani sulla mia vita. Accennai un sorriso, notando la sua mascella indurirsi e le nocche farsi bianche mentre stringeva la bottiglia. Continuai così per un altro po', finché partì una canzone che scatenò gli animi in pista e persi di vista Michele. Sentii le mani del mio ex scivolare via e rimasi sola, ma non del tutto. Mi permisi di guardarmi intorno, sorridendo alla vista di Ginevra e Giulia che ballavano insieme. Mi avvicinai alla mia migliore amica nel momento in cui la riccia si mosse verso un ragazzo.

«Sei stata una bomba, Bea! Non guardava altro che te.»

«Non ballavo così da quando avevo vent'anni» affermai, ridendo. Dissi alla mia amica che l'avrei raggiunta tra poco e andai a prendere qualcosa da bere. Mi appoggiai al bancone e, richiamando l'attenzione del barista, richiesi un Sex on the beach. Durante l'attesa mi guardai intorno, sorridendo alla vista di Leonardo che ballava con le mie amiche.

«Ecco a te, bellezza.»

Lo ringraziai e bevvi tutto d'un sorso la bevanda.

«Non bere velocemente, Bea. Potresti sentirti male», suggerì la voce del ragazzo che cercavo di conquistare quella sera.

Mi allontanai dal bancone per raggiungere la mia amica in pista, ma ebbi un forte giramento di testa che mi costrinse a fermarmi. Inavvertitamente persi l'equilibrio e chiusi gli occhi, ma sentii un braccio circondarmi la vita.

«Stai bene?», chiese Michele, guardandomi negli occhi preoccupato.

«Adesso sì.»

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Perdersi per ritrovarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora