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Se non pensi nulla
non soffri, detto:
scorre il bianco
dei marciapiedi;
il riccio delle ceneri
perdersi nei tavoli
nei bicchieri, forse
troveremo noi stessi
nelle risate frettolose.
È l'ultimo sabato,
la sera mi serrerò
colle catene ai colli
quelli che ti tengono
le collane di lampioni:
nel core del volcano
parlerò parole che ancora
non hai sentito pronunciar,
versi in lunghe lingue
tutte attorcigliate
nelle finestre mattoni
di case in rovina
coi soffitti grillanti:
se la campagna fosse
una ragazza sarebbe
quella che tiene gli occhi a terra
quando le fai i complimenti
prima di assopirti.
È l'odio, l'odio dei gabbiani:
mi sono smarrito nell'alcol
e ne'la spensieratezza
esasperato dall'afa delle onde:
il mio profumo di, si, sale
queste ombre di barche
molleggiate nel molo,
sono l'opera più bella
volessi e meritassi di scrivere:
è il 20 agosto amore, pur
se l'amore sta svanendo
col calare prematuro
e sempre più celere del sole.
Mi siederò sul divano
e la polvere s'alzerà dai piedi
risaltata dall'ultimo raggio
coraggioso, fuggito
dalle sbarre dei caseggiati:
se pensi non soffri,
ma penserò ai sedili delle gambe
lisce e pallide dei fari lunari,
i seni salite tra le selve,
destreggianti le fate degli abitanti:
forse ti amerò ancora,
forse lo capirò finalmente.

Po3try ( vol. 1 ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora