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Le piste di neve carica nelle nubi,
le foreste di rami rari radi, traspaiono
i cieli nuvolosi che la notte cerca di celare.

Il mio fiato è ubriaco, e i miei polmoni volano,
il mio cuore è un'avorio pregiato, decorazioni
palpitano di spasmi confusi e musicali, freddi.

Nelle tasche delle giacche hai la festa,
e nei piatti di plastica gli addobbi, tracanni
l'anima degli impiegati passo passo a ritmo,
nel mezzo di dicembre la campagna è nera.

Quell'ovile scarno e disteso pare unico,
confortevole come la casa di mia nonna,
lontano dal mondo, dove se la notte cala
le foglie cascano, son pipistrelli d'ombra.

Sterminato questo buio, senza orari di genere,
poveri alberi sempre verdi ancora non freddan,
la tua sagoma nelle lucciole dei fari puntati là.

Ogni colpo basso di questi sogni, alla finestra
sulle stelle affacciata, tra le tracce aride del
loro triste e fievole passaggio negli sguardi.

Sulle ginocchia pregherò che l'angelo scordi
le mie terribili condizioni davanti il cancello,
e mi perdoni per non aver detto amarlo come
se fossi stato cosciente davvero d'esser vivo.

A volte ancora penso al parapetto sui campi,
e mi sento piccolo, muto e compresso, stretto
tra le dita squamose delle foreste rasate male,
e il sapere non conoscerò abbastanza per dir.

Po3try ( vol. 1 ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora