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Questi versi dolci, me ne nutro
usando i lampioni come mappa,
le indicazioni per tornare a casa,
affogo la fame sulla lingua dentro
il campo del tempo, suona l'orario:
piovono oche di ali rotte, piume brune
scorticate dai gatti canutì e in plume.
La canzone prende spigolosi angoli,
l'appendice d'un drago disarticolato
batte colle unghie il ritmo del pulsante.
Rotolando sulle rampe crepate al caldo,
compro colle sigarette i preservativi:
se avrò dei figli saranno più bruciati di me,
nati da spermatozoi accesi col neon,
le luci ingravidano la notte per te.

Manipolo le parole spezzandole,
ragiono come un poeta e ho i flash
dietro le pupille che camminano veloci,
sembra quasi stia scappando dalla confusione
passeggio quindi, rapido come una lucertola
sol perché non ho più i polmoni per correre.

Alla laterale della via la luce fa un pianerottolo
io lo varco col pensiero intellegibile per tutti
passerò sulle mie stesse orme di fango
in bianco e nero per studiare, sbronzo.

È quando cerco di disegnare qua
un pipistrello coi versi d'acqua,
che finisco per scrivere peggio che coll'ansia,
un rastrello che tiri su i sospiri, bolle d'aria.

È pericoloso fare l'amore, spegnere
la luce di un soffitto al plenilunio, scende
l'ultima pillola della giornata, alzati
non imprigionerò la stima nelle ossa.

Quando un casino si forma,
un casino più silenzioso si sembra,
e il sangue sono i flussi di carne che sbocco
qua nell'oblio taciturno del mio schermo:
sono stato innamorato dei miei messaggi
non delle frasi incanti che mi rivolsero.

Falsità è il mio mantra
ci ho firmato, il mio plasma.

Po3try ( vol. 1 ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora