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Neve secca e rancida dai miei cuscini,
nella penombra delle ghiaie dense comò,
dure che ti mangiano, se t'avvicini troppo.

Ostelli orrendi, sporchi e polverosi,
bussano i neon alle porte con cibo,
macchine vuote di carta strappata. 

Scroscio delle cortecce che sudano
l'umidità sabbiosa dei cartelli a pois,
siam i gatti randagi, infreddoliti di blu.

Una vita la dedico a queste piccole folle,
due vite le dedico alle effusioni di sangue,
tutte le altre vite ho: a me che amo fuggirli.

Affondarci dentro assonnato e inerme, e...
raggomitolarcisi dentro, tra i plié della schiena,
disseti la muffa negli angoli di casa cogli sputi.

Campane d'alluminio, il rombo assordante
quando passano, trema il tetto colorato,
e tu guardi fuori, sperando ci sia qualcuno.

Ruvido, disteso, libero di stirarsi e inglobarsi,
libero d'osare e pentirsi, errare od arrendersi,
libero di liberare, una libertà di liberi fogliami.

Spazzini di flash e confusione saltellano cupi,
demoni protettori dei ragni, crepati e soprusi,
ridacchiano sguaiati e felici per l'ultimo buio.

Ombrelli senza formiche appese nella rugiada,
penzolano in un moto circolare lento e placido,
nessun spasmo, e la pace del gelo ci consola.

Un dolore informe respinto dalla chiarezza,
un percorso ondulato per i ricordi dimenticati,
le vite che furono e saranno dedicate ad esse.

Canzoni dal sapore differente nel marciapiede,
poesie dal profumo nuovo, un tanfo familiare,
consueto al punto da essere, indifferente a me.

La pace dell'ultima mattina, dell'ultimo giorno,
l'eccitazione della scossa, il cielo terso acceso
quel colore che solo l'inverno illuminato ha.

Trafficherò sorridente, scivolando a tempo
le nuvole rosse, poi bianche, poi rosa domani,
aspetteranno ti baci e torni indietro silenzioso.

Po3try ( vol. 1 ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora