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Son passato dall'ora rosa
all'ora blu, mentre qua
la città si riempie, e riempie;
ed è proprio in questo periodo
che io mi sento più solo.
Quando anche nei pensieri
e nei sogni che faccio, vedo
solo me stesso, perenne
in un sonno che ad occhi inesperti
sembrerebbe levato dal giaciglio,
ma che - per voi sguardi indiscreti -
è ancora assopito in affanno continuo.
Mi chiedo se la sporcizia, mi seguirebbe
fuori da questa triste stanza d'hotel,
dove donne avvenenti vestite sorrisi
mi colmano gli spazi aperti
col profumo della loro pelle.
Io mi faccio gioco d'esse,
perché è proprio quando
credono mi sia invaghito di loro,
che pago l'ostello con una fantasia:
lasciandole marcire nella loro avarizia.
Vorrei davvero che le nuvole odiassero,
queste leggere compagnie sospinte
da un fresco autunnale: quello
che ondeggia le pozzanghere.
Ma le nuvole che lascio ad ammuffire,
nel posacenere che s'illudono
sia il mio secco secco cuore,
mi amano comunque in fondo, e
nelle ore rosa e blu, prima sopraggiunga
il buio delle piume di plastica,
mi cercano, trovano e seguono.

Po3try ( vol. 1 ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora