Capitolo 2:

270 10 35
                                    

"È un danno molto grave. Avreste potuto strappargli la gola," disse il Maestro che riverso sopra Lucerys si stava occupando di ricucirlo. Con mani ferme nonostante la vecchiaia faceva passare un lungo filo nero da una parte all'altra, avvicinando la pelle che sarebbe rimasta sfregiata per sempre.
Aemond sedeva su una poltrona posta ai piedi del letto. Le gambe accavallate e un libro appoggiato in grembo.
"Non hai fatto tutte queste storie quando lui mi ha accecato," commentò Aemond accarezzando la benda con la punta delle dita.
Il Maestro si limitò a borbottare, consapevole che a nulla sarebbe servito continuare quella conversazione. Con più delicatezza possibile concluse di ricucire la ferita e strinse un piccolo nodo, assicurandosi che il filo reggesse i movimenti del principe dormiente.
"Perché non si è ancora svegliato?" domandò Aemond poggiando l'occhio sulla pacifica figura di suo nipote.
Il Maestro raddrizzò la schiena e unì le mani in grembo, nascondendole all'interno della lunga vestra bruna.
"Una serie di fattori. La preoccupazione per l'usur- l'incoronazione di re Aegon. La presentazione in territorio nemico e la morte del suo drago," rispose il vecchio uomo. I suoi occhi erano fissi sul viso di Lucerys eppure Aemond poté vedere le sue iridi chiare posarsi su di lui, un misto di preoccupazione e disgusto a macchiare il loro chiarore.
"E quando pensi che si risveglierà?" domandò lui chiudendo il libro che aveva in grembo.
Il Maestro borbottò tra sé e sé, gli occhi rivolti verso il soffitto, come se stesse pensando.
"Con un alpha come voi al suo fianco dubito che impiegherà più di qualche giorno. Il legame che vi unisce gli permetterà di guarire più rapidamente," rispose schiarendosi la gola.
Aemond ghignò.
Parole attente, vecchio. Hai paura di fare la fine di Arrax? commentò nascondendo le labbra contro il palmo della mano.
"E quei punti? Per quanto dovrà tenerli?" domandò ancora alzandosi in piedi.
Il Maestro si irrigidì ma la sua postura si fece più morbida quando Aemond si sedette dal lato opposto del letto, accarezzando il viso di Lucerys. La sua temperatura sembrava essersi alzata ma era certo che il Maestro gli avesse già dato qualche infuso in grado di farla abbassare.
"Un mese. Con le giuste cure qualche giorno in meno," rispose il vecchio.
Aemond annuì, le labbra piegate in un leggero sorriso.
"Il suo Calore si è fermato. Credevo che il Morso lo avrebbe fatto riaffiorare," commentò il principe Targaryen.
E forse Lucerys si sarebbe svegliato, pensò mordendosi le labbra.
Non era un mostro. Non avrebbe preso suo nipote mentre lui era privo di sensi. Desiderava vedere i suoi occhi sgranati e udire i dolci suoni che quelle labbra rosse avrebbero emesso.
Il Maestro si schiarì la gola.
"La causa è la stessa del suo sonno. Posso dire con certezza che il suo prossimo Calore non sarà molto presto," rispose il vecchio.
Lontano da casa e in quelle condizioni... potrebbero volerci degli anni, pensò senza dare voce a quelle parole.
Aemond borbottò mite, poi annuì.
"Puoi andare," sussurrò con occhio fisso su Lucerys.
Il Maestro esitò poi, a passo svelto, lasciò la stanza e il giovane principe che aveva visto nascere solo sedici anni prima.
Mostro, pensò con i denti contratti.



"Non preoccuparti! Si emoziona così tanto all'idea di renderti fiera di lui che non ci metterà tanto ad arrivare," commentò Aegon con il viso affondato in una coppa di vino.
Alicent sedeva al suo fianco, le unghie strette fra i denti e gli occhi rivolti fuori dalla finestra, come se temesse di vedere Rhaenyra in sella al suo drago pronta a bruciare l'intera Fortezza Rossa.
Otto incontrò gli occhi di sua figlia e un sorriso dolce ma calcolato gli piegò le labbra.
Le porte della Sala del Consiglio si spalancarono e Aemond fece il suo trionfale ingresso.
Aegon sollevò subito le braccia, chiedendo che suo fratello venisse applaudito per le sue incredibili gesta.
"Ottimo lavoro, mio principe," commentò Otto concedendo un cenno del capo al nipote.
Aemond si accomodò alla destra di sua madre e lei cercò la sua mano, intrecciando le loro dita in cerca di rassicurazione.
"Organizzerò una grande festa in tuo onore!" disse Aegon sorridendo a suo fratello.
Aemond ricambiò il sorriso e quasi scosse il capo, stupito dall'improvvisa gentilezza di suo fratello maggiore.
"Dovremo risparmiare il tempo per organizzarci, Aegon," commentò Alicent e Aegon si limitò a sollevare una mano, zittendola.
"Non dire assurdità. Mio fratello merita di essere celebrato!" esclamò il sovrano, affondando nuovamente il viso nella coppa di vino.
Aemond sorrise maniacale, il solo pensiero di Lucerys gli aveva riempito il cuore di gioia.
Otto si ritrovò ad annuire tra sé e sé.
"Il re ha ragione. Con Lucerys nelle nostre mani abbiamo un vantaggio," disse la Mano del Re, gli occhi rivolti agli altri membri del Consiglio che annuirono convinti.
Aemond inclinò il capo.
"Con il principe Lucerys. Non dimenticare il tuo posto, nonno," commentò il principe Targaryen.
Otto strabuzzò gli occhi, colpito da quel commento. Subito però raddrizzò la schiena e annuì, concordando con le parole di suo nipote.
Aegon ridacchiava come un ragazzino, il viso appoggiato a una mano e gli occhi fissi su suo fratello e il suo sorriso pieno di sfida.
"Rhaenyra non marcerà verso Approdo del Re sapendo di poter ferire il suo amato figlio," continuò Otto tornando a rivolgersi al Consiglio.
Aegon non sembrava particolarmente interessato alle chiacchiere di suo nonno. Sembrava preferire di gran lunga la sua coppa di vino e la lunga crepa che attraversava il tavolo e che era diventata una perfetta culla per le sue unghie.
"Abbiamo suo figlio. Troverà un modo per riaverlo," disse Alicent unendo le mani in grembo.
È il suo figlio preferito, pensò mordicchiandosi le labbra.
"Sarà sotto costante sorveglianza," commentò Otto.
"La mia sorveglianza," disse Aemond con occhio fisso sul viso di suo nonno.
La Mano del Re lo guardò con occhi sottili e sopracciglia aggrottate. Lo stesso fece sua madre, che nel voltarsi finì con il mandare alcuni ricci rossastri a coprirle il viso.
"Aemond la tua presenza sarà richiesta altrove. Sarai più utile sul campo di battaglia che-" Aemond sollevò una mano, interrompendo le inutili chiacchiere di suo nonno.
Aegon aveva la guancia affondata contro il tavolo e un'unghia stretta fra i denti. Da quella posizione poteva scorgere Larya Strong seduto al capo opposto della tavola. Il piccolo omega era celato tra Criston Cole e Jason Lannister, silenzioso osservava, il mento appoggiato alle mani intrecciate sopra il proprio bastone.
"È il mio compagno. Spetta a me assicurarmi che il suo soggiorno alla Fortezza sia confortevole," disse Aemond.
Cadde il silenzio.
Aegon sollevò il viso. Un sorriso maniacale gli piegava le labbra.
"Il tuo... compagno?" domandò Alicent portandosi una mano al petto.
Aemond si limitò ad annuire, il sorriso più minuto rispetto a quello del fratello ma che racchiudeva la stessa ossessione.
"Lo hai marchiato!?" esclamò Otto alzandosi in piedi. I palmi premuti contro il piano del tavolo e gli occhi fissi sul viso di suo nipote.
I presenti abbassarono gli sguardi, terrorizzati all'idea di venire invischiati in quella faida tra parenti. Solamente Larys Strong guardava la scena con interesse, il bastone da passeggio fermo fra le gambe e le mani intrecciate sopra la testa in legno.
"È così," rispose Aemond.
"Sei impazzito!?" sbraitò Otto.
"E il tuo matrimonio con Lady Maris Baratheon?" domandò Alicent nello stesso momento.
Aemond si limitò a sollevare le spalle.
Re Aegon guardava la scena con gli occhi di un bambino estremamente divertito dalla situazione.
Per una volta non sono io il dispiacere della famiglia, pensò con il cuore leggero.
"Si è presentato per me. Lucerys è mio di diritto," disse fissando l'iride viola in quelle chiare di suo nonno.
Otto non distolse lo sguardo e Aemond fece altrettanto. Fu una dura lotta ma infine fu la Mano del Re a cedere.
"E per quanto riguarda Lady Maris... Aegon primo ebbe due mogli, io posso averne altrettante," continuò guardando sua madre che si morse le labbra, evidentemente poco entusiasta di quella prospettiva.
Borros Baratheon non accetterà una simile proposta, pensò distogliendo lo sguardo da quello fiammeggiante di suo figlio.
Aegon continuava a ghignare. Nulla di quello che suo fratello aveva detto sembrava averlo turbato.
Otto si schiarì la gola e si lasciò sprofondare sulla sedia.
"Dobbiamo avvertire Rhaenyra che Luc- il principe Lucerys è nelle nostre mani," disse la Mano del Re. I suoi occhi incontrarono quelli di Larys Strong che già sorrideva compiaciuto.
"Me ne occuperò io," disse lo storpio.



Re dell'OssessioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora