Capitolo 31:

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Luke sospirò e lasciò l'ennesima carezza fra i capelli dei bambini. I gemelli si erano calmati dopo innumerevoli carezze e baci. Ora dormivano pacifici, gli occhi chiusi e le mani avvinghiate a coperte e pupazzi.
I capelli privi di qualsiasi tipo di decorazione, le trecce sciolte dalle mani esperte di Lucerys e gioielli rimossi senza che loro se ne accorgessero. Aveva fatto altrettanto con gli abiti, lasciandoli con indosso solo i sottili abiti per la notte.
Luke li aveva fatti portare nella propria stanza, Jaehaera ancora stretta tra le braccia di Daeron e Jaehaerys che aveva camminato, lentamente, per conto proprio, tenendo stretta la mano di suo cugino.
Nemmeno per un istante si era guardato alle spalle, sapeva che nessuno lo avrebbe fermato, nemmeno Alicent che impotente aveva visto i suoi nipoti rivoltarglisi contro per cercare affetto dove sapevano che lo avrebbero trovato.
Jaehaera con Daeron e Jaehaerys con lui.
Non aveva idea di dove fosse Aemond ma dentro di sé immaginava che fosse ancora al fianco di Helaena. I due avevano sempre avuto un legame particolare tanto che, quando era stato più piccolo, aveva creduto che Aemond fosse innamorato di sua sorella e che lei lo ricambiasse.
Rimboccò loro le coperte e lasciò un bacio sulla fronte di ognuno, seduto sul bordo del letto e con la schiena rivolta alla parete. Sollevò i penetranti occhi scuri e incontrò quelli splendidamente chiari di suo zio.
Daeron sedeva dalla parte opposta del letto, Vadir stretto contro il petto e le braccia che si muovevano con ritmo dolce, cullando il piccolo che si era destato dal sonno, colpito dall'odore di sofferenza e morte che appestava la Fortezza Rossa.
"Staranno bene," disse Daeron. Non era una domanda ma nemmeno un'affermazione. Era qualcosa di particolare, bizzarro e senza senso. Probabilmente una convinzione e una futura certezza.
Luke annuì e si stese al fianco di Jaehaerys, allungando un braccio così da poterlo avvolgere attorno al corpo dei gemelli.
"Mi dispiace per quello che è successo alla tua famiglia," continuò Daeron e Luke chiuse gli occhi, certo che avrebbe detto o fatto qualcosa di terribile se avesse continuato a guardare il principe dai capelli bianchi.
"So che non mi crederai ma... volevo proteggere la mia famiglia ma questo non significa che non sia in lutto per la tua," gli disse abbassando lo sguardo sul figlio di suo fratello. Vadir teneva gli occhi chiusi, le sopracciglia contratte e i pugni stretti. Muoveva lentamente le mani, sbattendole delicatamente contro il petto dello zio.
"Perché?" domandò Luke senza aprire gli occhi.
Daeron sollevò lo sguardo e inclinò il capo.
"Perché li hai protetti? Sapevi che Aegon era nel torto. Perché non ti sei schierato dalla parte di mia madre?" domandò Luke mordendosi l'interno delle guance. Il suo cuore piangeva ogni volta che la Regina Nera veniva nominata.
Daeron prese un profondo respiro e poi tornò ad abbassare lo sguardo su Vadir. Quanto invidiava quel piccolo che non aveva ancora idea di che cosa stesse succedendo, di quanto il mondo fosse orribile e di quante persone fossero morte.
"Sono mia madre e i miei fratelli. Se la tua famiglia facesse qualcosa di orribile li proteggeresti o volteresti loro le spalle?" domandò Daeron fissando gli occhi sul viso a riposo di suo nipote. I bambini si erano inconsciamente spostati verso di lui, cercando quel colore e quel profumo che solo un omega poteva offrire loro. In quel momento non importava che l'omega non fosse la loro madre, tutto sarebbe stato meglio rispetto a non sentire nulla.
"Immagino che la proteggerei," commentò Luke senza aprire gli occhi. Non aveva bisogno di vedere per sentire lo sguardo di suo zio su di sé. Daeron aveva occhi dolci e penetranti, gli stessi che possedeva Helaena. Forse un giorno i gemelli li avrebbero guardati e avrebbero visto loro madre nello sguardo di loro zio.
"La famiglia è un qualcosa di strano, non trovi? Faresti di tutto per il tuo sangue," commentò Daeron sorridendo al piccolo Vadir che sbadigliò sonoramente, spingendo i piedi contro il petto dello zio.
"Voglio sapere di mio fratello," disse Luke mettendosi finalmente a sedere. Jaehaerys aggrottò le sopracciglia e lui gli lasciò un bacio fra i capelli. Strinse le coperte il più possibile intorno ai bambini e poi prese alcuni suoi abiti dall'armadio, deciso a lasciare loro qualcosa in cui potessero ritrovare il suo odore, le lenzuola erano appena state cambiate.
"È al sicuro. Ti prometto che non gli farei mai del male. Io non sono Aemond," disse Daeron alzandosi in piedi a propria volta, così da fronteggiare il giovane omega che gli si stava avvicinando. Luke allungò le braccia verso di lui e Daeron gli porse Vadir. Il bambino borbottò per la gioia, il profumo della sua muña che gli riempiva il naso.
"Però sento il suo odore su di te. Un odore che preferirei non sentire," commentò Luke posando Vadir nella culla. Proprio come aveva fatto con i gemelli lo avvolse fra le coperte e lasciò uno dei suoi pupazzi vicino ai suoi piedi.
"Te lo sei scopato?" domandò Luke con gli occhi che si posarono sul comodino posto al fianco del letto, dove sapeva di aver nascosto la lama che Jace gli aveva ordinato di proteggere.
"No! Certo che no!" esclamò Daeron con le guance rosse e la schiena dritta. Quasi faticava credere che quel termine avesse lasciato la bocca di suo nipote ma poi Vadir emise un piccolo vagito e Daeron si ricordò chi fosse in realtà il giovane che aveva davanti. Non un omega qualsiasi ma il compagno di suo fratello.
"E perché hai il suo odore addosso?" domandò ancora Luke marciando verso di lui e poi fermandosi a un passo dal suo corpo, guardandolo dritto in viso.
Daeron sollevò le mani e poi fece un passo indietro, la gola secca e le labbra premute in una linea sottile.
"Gli ho fatto visita. Quando sono entrato nella mia stanza ho scoperto che era sveglio ed era... stava soffrendo, ha chiesto aiuto e io gli ho offerto le mie dita. Nulla di più. Ho promesso che gli sarei stato lontano fino a quando il suo Calore non sarebbe passato," disse leccandosi le labbra. Perché era difficile ripercorrere quegli avvenimenti senza sentire un brivido di piacere corrergli lungo la schiena.
Era venuto nei suoi pantaloni senza nemmeno il bisogno di essere toccato.
Imbarazzante, pensò chiudendo gli occhi.
Luke sospirò e si passò una mano contro il viso.
"Se non altro hai più decenza di tuo fratello," commentò accomodandosi in fondo al letto.
Daeron esitò e poi si sedette al suo fianco, prendendo una delle sue mani tra le proprie.
"Mi dispiace per quello che ti ha fatto. Davvero. Ti prometto che Joffrey sarà in buone mani e che non lo obbligherò mai a fare nulla che non vuole," disse tenendolo stretto.
Luke sorrise debole e poi appoggiò il capo contro la sua spalla, chiudendo gli occhi per qualche istante, stretto fra le braccia di un alpha di cui sapeva di potersi fidare.
Daeron si fece rigido ma poi gli passò un braccio attorno alle spalle, lasciandogli qualche pacca sulla schiena.
"Tu rimani con i bambini. Io vado a fargli visita," disse poi alzandosi in piedi. Si passò le mani contro il viso e guardò lo zio che era ancora seduto sul bordo del letto.
Daeron esitò ma poi annuì, gattonando fino a stendersi alle spalle di Jaehaera che subito rivolse il piccolo naso verso di lui, lasciando che l'alpha stringesse sia lei che suo fratello tra le braccia.
Luke sorrise e abbassò lo sguardo sulla culla di Vadir. Pensò di portarlo con sé ma poi rinunciò, certo che ciò che avrebbe trovato non sarebbe stato lo spettacolo adatto a un bambino.
"Tienilo d'occhio," ordinò accennando al neonato dormiente.
Daeron annuì e si portò le mani al viso, tenendo i suoi nipoti stretti contro di sé.
"E mi dispiace... per Helaena," sussurrò Luke abbandonando la propria stanza.

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