La carrozza procedeva senza sosta da tre intere settimane. Una soffice coperta di pelliccia gli era stata posata sulle gambe e un mantello dello stesso materiale stretto attorno alle spalle.
Non il trattamento che sarebbe stato riservato a un prigioniero qualunque.
Le finestre della carrozza erano oscurate, impedendogli di vedere dove si trovasse o semplicemente stimare una possibile posizione. Sapeva che dovevano essersi avvicinati a Grande Inverno, ne riconosceva il freddo e fu grato per le pellicce che però non bastavano a riscaldare i suoi piedi stretti in spessi calzini e stivali pesanti.
Sospirò e si raggomitolò il più possibile sulla banca di duro legno, privata di ogni cuscino per rendere il suo viaggio più scomodo di quanto già non fosse.
Un'idea di Aemond, si disse appoggiando la fronte alle ginocchia.
Tirò su con il naso, tormentato da un terribile raffreddore.
Non aveva parlato con i Fratelli i Nero. Gli uomini della Barriera si limitavano a portargli da mangiare o a liberarlo quando doveva andare al bagno. Uno dei ragazzi più giovane gli aveva fatto la gentilezza di inserire dei pezzi di tessuto tra le fredde manette e la sua pelle, così da proteggere la pelle delicata.
La carrozza si interruppe con decisione e Jace rischiò di cadere sul pavimento, le mani incatenate e strette contro il petto. Udì il cocchiere calmare i cavalli e smontare dal suo posto, poi un vociare concitato.
Istintivamente provò a portare una mano al fianco e poi realizzò di non avere la sua spada con sé.
Rimase immobile, cercando di comprendere quanti uomini fossero nascosti là fuori e cosa stesse succedendo. Udì dei passi avvicinarsi alla porta sinistra e così si spostò completamente verso destra, la schiena premuta contro la portiera chiusa e le mani sollevate in pugni, i polsi bloccati dalle catene che gli avrebbero impedito di fare del male anche solo a una mosca.
I passi si interruppero e Jace tirò su con il naso, avrebbe dato qualsiasi cosa per sentire gli odori che lo circondavano. Capire quanti uomini avevano fermato il convoglio e quali fossero le loro intenzioni.
La portiera venne spalancata, un uomo incappucciato montò a bordo e si sedette sulla dura panca. Batté i piedi in terra per fare cadere la neve e poi si scoprì il viso, sorridendo seducente al giovane principe.
"Cregan?" domandò con occhi sgranati e le braccia ancora tese in una posa difensiva.
"Proprio io," rispose il Lupo alzandosi in piedi, la testa che sfiorava il soffitto di duro legno e ferro. Grumi di neve si erano aggrappati alle stringhe dei suoi stivali e sottili fiocchi facevano altrettanto con la pelliccia che gli circondava le spalle robuste.
"Come? Cosa- sei tu che Lucerys aveva in mente!?" domandò facendo un passo avanti, sufficiente a raggiungere il Lord che lo sovrastava in tutta la sua altezza.
Cregan ghignò e afferrò i polsi di Jace, una chiave stretta in una mano. Con delicatezza fece scattare le manette che caddero in terra con un sonoro tonfo. Il giovane principe si strofinò i polsi ma tenne gli occhi fissi in quelli di Cregan.
"Tuo fratello è un piccolo bastardo fortunato," commentò il Lord prendendo le mani di Jace nelle proprie. Avvicinò le labbra ai suoi polsi rossi e li baciò dolcemente. Il principe rabbrividì nel sentire le calde labbra del Signore di Grande Inverno e la sottile barba bruna sfiorargli la pelle arrossata.
"Ha sempre avuto fortuna," rispose Jace con occhi fissi nei suoi.
Cregan gli sorrise ancora e quando finalmente lo lasciò andare Jace gli avvolse le braccia attorno al collo, tirandolo verso di sé per prendere la sua bocca nella sua, condividere un ardente bacio. Non si vedevano da troppo tempo.
Cregan gli avvolse le braccia attorno ai fianchi e se lo strinse contro. Jace sentì le ginocchia cedere e solo le robuste braccia del suo uomo lo tennero in piedi. Le loro labbra si separarono con uno schiocco e Jace affondò il viso contro il collo del Lord, le mani affondate nella sua pelliccia.
Cregan tenne un braccio avvolto attorno alla sua vita mentre con l'altro gli accarezzava la schiena, il viso che affondava contro il collo di Jace.
"Cosa succede adesso?" domandò Jace una volta che si furono separati. Si sfregò ancora i polsi e ringraziò di non avere più le braccia legate.
Cregan si chinò sulle ginocchia e raccolse le catene. Per un terribile istante Jace ebbe paura che il Lupo volesse rimettergliele ma Cregan si limitò a spalancare la portiera e a balzare giù dalla carrozza. Voltandosi offrì una mano a Jace che rapido l'accettò, le sue gambe erano rimaste immobili troppo a lungo e i primi passi nella bassa ma sempre presente neve furono instabili e confusi.
Nella pianura nascosta dagli alberi c'erano una trentina di Lupi in tutto, alcuni stavano salutando i Fratelli in Nero che si erano occupati di Jacaerys fino a quel momento.
Un giovane vestito di nero si avvicinò a Cregan e il Lupo gli avvolse le manette attorno ai polsi.
"Questo è Rickon," spiegò il Lord rivolgendosi a Jace.
"È stato condannato a morte ma davanti alla possibilità di spacciarsi per il principe Jacaerys Targaryen e vivere una vita... facilitata alla Barriera ha preferito la seconda," spiegò Cregan mentre il ragazzo montava senza alcun ripensamento sulla carrozza, i capelli più ricci di quelli di Jace e il corpo più sottile. Ma nessuno avrebbe mai notato la differenza. Nessuno alla Barriera conosceva il principe.
"Come hai organizzato tutto questo?" domandò Jace mentre Cregan salutava il comandante della piccola spedizione. L'uomo dalla folta barba ricambiò il gesto e insieme ai suoi Fratelli riprese il viaggio verso la Barriera.
"Tuo fratello mi ha scritto mesi fa. Non so come abbia fatto ma sembra che quel piccoletto sia pieno di risorse," spiegò Cregan aiutando Jace a montare su uno stallone bruno. Una fitta di dolore attraversò la schiena del principe e lui si ritrovò a domandarsi se sarebbe riuscito ad attraversare boschi e pianure fino a Grande Inverno.
La marcia riprese con Cregan e Jace al loro comando.
"Ti ha ordinato di salvarmi?" domandò Jace lasciando una carezza contro la criniera del suo cavallo. Il Lord infilò una mano nella sacca che pendeva dalla sella del suo stallone e lanciò un paio di guanti di pelle al suo amore.
"Mi ha detto dove eri diretto e io ho agito di conseguenza," spiegò Cregan mentre Jace si infilava i guanti e soffiava sulle mani fredde. Si voltò giusto in tempo per vedere la carrozza scomparire oltre la pianura.
Luke mi ha salvato di nuovo, pensò riportando lo sguardo davanti a sé. Riconosceva quella foresta, ricordava che poco più avanti si erano accampati per la notte durante la caccia all'orso. La stesso giorno in cui Cregan aveva acceso il suo interesse.
"Quanto siamo lontani da Grande Inverno?" domandò Jace con il cuore che batteva forte per l'emozione di essere in quel luogo che aveva imparato ad amare ma soprattutto per l'emozione di rivedere i suoi adorati fratelli.
"Mezza giornata," disse Cregan leccandosi le labbra.
Jace sorrise. Non vedeva l'ora di ritornare a casa.
Grande Inverno.
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Re dell'Ossessione
Fanfiction⚠️Premesse: - La storia segue la Danza dei Draghi per tutta la sua interezza. Ci saranno spoiler enormi, ergo, se non avete letto il libro e volete godervi la serie NON leggetela e tornate tra qualche anno. - Linguaggio e scene per un pubblico +18 ...