Capitolo 23:

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Luke aveva gli occhi fissi sul viso di suo figlio. Un piccolo esserino avvolto di bianco. I capelli erano radi e sottili ma indiscutibilmente bianchi, così come le lunghe ciglia e gli occhi. Le iridi erano di un viola discreto, spento e privo di vita. La pupilla sembrava assente e solo l'iride viola era presente.
Luke avvicinò il viso al suo e sfregò il naso contro quello del bambino.
"Assomiglia a te quando sei nato," disse Rhaenyra scostando una ciocca sudata dalla fronte di suo figlio.
"Eccetto per i capelli," commentò lui facendo sorridere sua madre. Il piccolo borbottò e Luke se lo strinse contro il petto con movimenti decisi. Quando Aegon e Viserys erano nati aveva avuto più di un'occasione per occuparsi dei fratelli.
"Come ti senti?" domandò Rhaenyra premendo la guancia contro il suo capo.
Luke sollevò le spalle. Non sentiva nulla di quello che aveva fra le cosce, non sapeva se fosse normale ma sapeva per certo di aver sanguinato un poco. Si sentiva appiccicoso e desiderava lavarsi ma il palazzo era in fermento e dubitava che i vecchi servitori di suo nonno fossero già stati riportati a palazzo.
"Bene... almeno credo," disse accarezzando i radi capelli di suo figlio. Lui sospirò e inarcò un poco la schiena, stringendo le piccole dita.
Baela aprì la porta con delicatezza e insieme a lei giunse il Maestro che era al servizio di Re Viserys e che aveva dato il proprio aiuto a Luke. Era dimagrito e più vecchio di quello che era l'ultima volta che il principe l'aveva visto. Aveva un occhio nero e diversi lividi sulle braccia. Ma era vivo.
"Maestro!" esclamò Luke sorridendogli. Era lieto di vederlo, temeva che Aemond lo avesse ucciso e invece suo marito aveva avuto il buon cuore di risparmiarlo.
L'anziano sorrise.
"Principe Lucerys. Regina Rhaenyra," salutò lui porgendo un profondo inchino alla sua Signora. Lei gli porse un sorriso. Si ricordava di quell'uomo, aveva vissuto a palazzo per tutta la sua infanzia ed era stato presente alla nascita dei primi suoi tre figli. Un uomo buono e che non desiderava altro che la gioia di suo padre.
"Lady Baela mi ha riferito che avete partorito," commentò il Maestro avvicinandosi al letto, gli occhi fissi sul piccolo stretto fra le braccia del giovane principe.
"È cieco. Come quello stronzo di suo padre," disse Luke abbassando lo sguardo sul bambino che emise un leggero sbuffo. Il principe si domandò se fosse uno sbuffo o una risata, avrebbe tanto voluto saperlo.
"Oh," borbottò il Maestro mentre Baela nascondeva il sorriso dietro una mano.
È male ridere delle sfortune di mio nipote? si domandò con un briciolo di rimpianto. Poi scosse il capo, non stava ridendo di suo nipote ma stava ridendo della sfortuna di suo cugino Aemond.
"Posso? Voglio accertarmi che il parto sia andato nella maniera più corretta," disse il Maestro accennando alle leggere coperte che nascondevano le gambe bianche del suo giovane Signore.
Luke esitò, stringendo le labbra fra i denti. Rivolse uno sguardo a sua madre, colei che aveva passato quel momento ben sei volte.
Rhaenyra gli sorrise e annuì rassicurante, passandogli un braccio attorno alle spalle.
"D'accordo," disse il principe e il Maestro gli sorrise, sollevando le coperte e inginocchiandosi sul bordo del letto, tra le gambe tremanti del giovane.
"Prendilo tu," disse Luke porgendo il figlio a sua madre. Lei batté rapidamente le palpebre e poi sorrise, prendendo suo nipote tra le braccia. Se lo strinse contro il petto e lui appoggiò la guancia contro il suo seno, muovendo delicatamente le corte gambe cicciotte e le braccia rosee. Pareva aver immediatamente notato la lontananza del genitore e non sembrava per nulla entusiasta all'idea di essere stretto da uno sconosciuto.
"Sh, sh, sh... chi è il bambino più dolce del regno?" domandò Rhaenyra sfregando il naso contro quello del nipote.
Baela sorrise e si avvicinò alla madre, guardando il piccolo aggrottate le fini sopracciglia bianche e muovere la testa.
"Sembra che ci sia stato un piccolo strappo. Dovrò mettere dei punti. Volete del Latte di Papavero?" domandò il Maestro brandendo la sua borsa.
Luke scosse il capo.
"Non credo di poter provare dolore peggiore di quello," commentò mordicchiandosi le labbra mentre il Maestro annuiva e si metteva al lavoro.
Luke non provò alcun dolore, gli occhi fissi su sua madre e sua sorella che coccolavano suo figlio.
Rhaenyra porse il piccolo a Baela e lei lo strinse con cura e attenzione, sorridendo quando lui strinse uno dei suoi ricci fra le dita.
Luke fu certo che alcuni fili bianchi rimasero incastrati fra le sue dita ma Baela non parve arrabbiarsi.
"Come siete uscito dalle segrete?" domandò Luke quando il Maestro rimise la coperta al suo posto.
"Gli uomini di vostra madre hanno liberato tutti i prigionieri. La vostra amica Eliza era tra di loro. Temo che sia fuggita dalla sua Signora ma non posso fargliene una colpa," disse il Maestro alzandosi e avvicinandosi al piccolo.
Baela glielo porse e lui esaminò gli occhi bianchi del giovane principe che iniziò immediatamente a dimenarsi, richiamando l'attenzione di Lucerys che allungò immediatamente la mani verso il Maestro, richiedendo che suo figlio gli venisse restituito.
"Sembra che la pupilla non si sia mai sviluppata," spiegò lui offrendo il bambino a Luke che se lo strinse subito contro il petto, cullandolo al punto da calmarlo e provocargli il sonno.
"E si svilupperà mai?" domandò Baela leccando le labbra secche.
Il Maestro sospirò e scosse il capo.
"Temo che vostro figlio sia irreparabilmente cieco," spiegò mordicchiandosi le guance.
Luke abbassò lo sguardo su suo figlio. Non sapeva se provare dispiacere per la povera creatura o gioia perché non avrebbe mai visto l'orribile mondo in cui vivevano.
L'oscurità non sembra dispiacergli, si disse sorridendo al bambino addormentato.
La porta venne aperta per l'ennesima volta e Jace, sorretto da Daemon, fece il suo ingresso. Il giovane principe faticava a reggersi in piedi, le bende che gli fasciavano dita delle mani e dei piedi erano rosse e gocciolanti di sangue.
"Jace!" esclamò Baela correndo incontro a suo fratello e prendendolo tra le braccia.
"Oh," borbottò lui quando lei andò a schiantarsi contro il suo petto. Sollevò le braccia ma non riuscì a stringerla, il dolore alle mani era troppo. La pianta del piede era inarcata e nonostante stesse cercando di toccare il pavimento solamente con le dita e il tallone le ferite pulsavano ugualmente.
"Fa sedere tuo fratello," ordinò Daemon lasciando una carezza sulla schiena di Jace.
Baela non fece in tempo a spostarsi che Rhaenyra prese il suo posto, baciando le guance del figlio. Le sue labbra sfiorarono il taglio che si apriva sulla guancia e scivolava fino al sopracciglio.
"Rhaenyra," la richiamò Daemon e lei annuì. Prese Jace per un braccio e Baela strinse l'altro, insieme lo aiutarono a raggiungere il letto dove il Maestro aveva già appoggiato la borsa medica, pronto a soccorrere il giovane principe.
"Luke stai- oh!" esclamò Jace quando i suoi occhi si posarono sul bambino stretto fra le braccia di suo fratello.
Rhaenyra lo lasciò andare e Jace si inginocchiò sul bordo del letto, le piante di piedi rivolte verso le due donne che disgustate storsero il naso alla vista delle bende e del sangue.
Il Maestro si portò alle spalle del principe e mentre lui era distratto iniziò a tagliare le bende, rivelando i lunghi tagli sanguinanti.
"Sto bene," disse Luke sorridendo timido. Scostò il figlio dal proprio petto e lo mostrò a Jace che si protese in avanti, appoggiando il palmo contro il materasso. Guardò il piccolo con grandi occhi sgranati e un sorriso così luminoso da rischiarare il cielo.
"Lui è Vadir," continuò Luke presentando ufficialmente il piccolo alla famiglia.
Daemon inclinò il capo, socchiudendo gli occhi per saggiare quel nuovo nome.
"Vadir," commentò Rhaenyra portandosi una mano al mento.
Baela sorrise. Non aveva mai udito quel nome ma trovò che si adattasse a quel piccolo Targaryen.
Jace allungò una mano verso di lui ma quando fu a un soffio da sfiorare i soffici capelli bianchi si fermò. Posò lo sguardo sulle proprie dita luride per l'assenza di un bagno e macchiate di rosso. Ritrasse la mano e la strinse contro il petto.
"Chi vi ha fatto questo?" domandò il Maestro mentre si occupava di disinfettare e fasciare i piedi del principe.
"Aegon," sibilò Jace voltandosi per mostrargli le proprie mani.
Il Maestro sospirò e si occupò delle lunghe dita del principe.
"Quel piccolo stronzo," commentò Daemon avvicinandosi per scrutare le ferite del figlio.
"Sono stato fortunato che Luke abbia parlato con Aemond e che lui abbia obbligato Aegon a lasciarmi in pace... altrimenti sarei ridotto molto peggio," disse rivolgendo un sorriso a suo fratello che rispose con altrettanta timidezza.
"Sei dimagrito," gli disse Rhaenyra accarezzandogli una guancia.
Jace si lasciò coccolare e le sorrise. Era vero, aveva decisamente perso qualche chilo ma era certo di non essere molto cambiato dall'ultima volta che sua madre lo aveva visto.
"Se Luke non mi avesse portato da mangiare a quest'ora sarei ridotto a uno scheletro," commentò e Baela rivolse lo sguardo a suo fratello. Luke si era fatto rosso in viso.
Daemon gli si avvicinò e si chinò per baciargli i capelli.
Rhaenyra sospirò e lo strinse ancora tra le braccia.
"Sono felice che almeno tu sia vivo," disse lei baciandogli la fronte.
Il cuore di Luke fece una capriola. Perso com'era nell'ammirare suo figlio si era completamente dimenticato dell'unica notizia che valeva la pena di essere condivisa.
Anche Jace sembrò avere la stessa realizzazione.
"Sono vivi!" esclamò Luke.
"Aegon e Viserys sono al Nord," disse Jace nello stesso istante.
I due fratelli si guardarono e sorrisero. Certe abitudini erano dure a morire.
Rhaenyra li guardò con occhi sgranati e le mani strette contro il petto coperto dall'armatura.
"Cosa?" domandò lei.
Daemon aveva raddrizzato la schiena, gli occhi sottili e le mani strette attorno a Sorella Oscura. Era incerto, come se non volesse credere alle proprie orecchie.
"Sono vivi. Li ho messi in salvo prima che la Triarchia raggiungesse la nostra nave," disse Jace facendo correre lo sguardo da sua madre a suo padre. Lei scoppiò immediatamente a piangere e Baela la prese fra le braccia prima che potesse cadere in terra.
Jace si protese in avanti ma il Maestro lo trattenne.
Daemon si appoggiò alla parete e sospirò grato.
"Come è successo?" domandò il principe Canaglia e Jace si affrettò a raccontare i dettagli di quell'orribile giorno. Raccontò anche di Daario Drahar e di come avesse mentito una volta giunti a palazzo. Spiegò che non sapesse il perché di quella decisione ma disse che era uno dei motivi per cui Aegon e Viserys non erano ricercati.
"Cregan non ne sa nulla ma sono certo che i suoi Consiglieri si stanno occupando di loro," concluse Jace stringendo le mani in grembo. Solamente nominare il suo amato gli aveva aperto un buco al centro del petto. Desiderava ardentemente rivedere Cregan.
E ora sta combattendo contro Aemond, si disse portando una mano al volto.
"Perché non ci hanno avvertito?" domandò Baela continuando a stringere le mani di sua madre.
Daemon aprì la bocca ma Rhaenyra lo anticipò.
"Avranno pensato fosse più saggio e sicuro tenere il segreto. Anche a costo di far soffrire la loro famiglia," spiegò lei passando una mano contro le guance, così da asciugare le lacrime che le avevano rigato il viso.
Daemon annuì, concorde con le parole di sua moglie.
Corlys... pensò Jace ma decise di tenere per sé i suoi sospetti, almeno per il momento. Erano attimi di gioia e non desiderava rabbuiarli con sussurri su un possibile tradimento.
Vadir sospirò e iniziò a dimenarsi tra le braccia di Luke, il viso che sbatteva contro il suo petto e le gambe cicciotte che colpivano il suo bicipite. Il bambino si muoveva con tale impeto che Luke rischiò di perdere la presa e farlo cadere sul materasso.
Sollevò gli occhi su sua madre in cerca di aiuto e lei sorrise, asciugandosi un'ultima volta gli occhi.
"Credo che abbia fame," disse lei rassicurando il figlio che ancora esausto per il parto non desiderava altro che farsi un bagno.
Daemon ordinò a Baela di rimanere con i suoi fratelli mentre lui e Rhaenyra si sarebbero occupati di rimettere la Fortezza Rossa in piedi.
Avrebbero iniziato bruciando gli stendardi degli usurpatori Hightower.

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