Capitolo 38:

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Harkon lo aiutò a smontare dalla carrozza. Con una mano premuta contro la pancia prominente e coperta di nero. Erano passati tre mesi dalle nozze di Joffrey e la sua pancia era diventata così grossa che non pensava avrebbe potuto crescere ancora. Faticava a chinarsi, persino stare dietro a Vadir che gattonava era diventata un'impresa non da poco e la maggior parte delle volte si affidava proprio allo stesso Harkon.
Non puoi crescere ancora, vero? domandò abbassando lo sguardo sulla pancia.
Era certo che si trattasse di un maschio, forse perché sapeva che cosa si provava a portare un maschio in grembo.
"Vogliamo andare?" domandò Cleoden fermandosi al suo fianco, gli occhi fissi sull'ingresso della Fossa del Drago. Vhagar aveva trovato riparo sulla Collina di Rhaenys ma si teneva alla larga dalla Fossa, lasciandola agli altri draghi. Ora che le rinnovazioni di Approdo del Re, fortemente volute dallo stesso Lucerys, erano iniziate il drago non poteva più rannicchiarsi alle spalle della Fortezza Rossa.
"Andiamo," acconsentì infine.
Insieme alle sue guardie si avvicinò all'enorme ingresso e un Guardiano venne loro incontro, accennando perché lo seguisse giù per una rampa di larghe scale che conduceva alle grotte dei draghi.
"Rimanete qui," li istruì Luke.
"Sei sicuro?" domandò Harkon con gli occhi che viaggiavano dal suo viso al suo ventre.
Luke gli sorrise e annuì, affrettandosi a seguire il Guardiano lungo la ripida scalinata. L'uomo l'attendeva in fondo, davanti a una piccola apertura nella roccia, grande abbastanza da far entrare una persona ma non grande abbastanza da far entrare un drago.
"Troverete le ultime uova deposte da Dreamfire e Vaghar. Venite a cercarmi quando avrete scelto," disse il Guardiano per poi ritirarsi.
Luke non ebbe nemmeno il tempo di ringrazialo che quello era già scomparso. Sospirò, maledicendo e ringraziando le scarsa capacità comunicative dei Guardiani e si infilò nella sottile crepa di roccia.
Fortuna che l'ho fatto ora, pensò visto che la parete finì con il graffiare leggermente la sua pancia. Se avesse aspettato ancora qualche settimana forse non sarebbe nemmeno riuscito a passare.
Sospirò e premette una mano contro la pancia, cullando il piccolo che aveva iniziato a scalciare con insistenza.
"Lo so, lo so... siamo qui per due uova. Una per te e una per tuo fratello," gli disse avvicinandosi ai sei calderoni fumanti. Erano stati aperti, così da permettergli di visionare le uova. Non gli fu difficile individuare quelle deposte da Dreamfire e quelle deposte da Vhagar. Le prime quattro sfumavano dal blu notte all'azzurro chiaro mentre le seconde avevano entrambe sfumature nere e verdi.
Decisamente no. Le uova dei miei figli non avranno nulla di verde, si disse ignorando completamente le due uova di drago.
Si portò davanti alle altre quattro. Avrebbe optato per le due che avrebbe preferito e poi avrebbe permesso a Vadir di scegliere la propria. Suo figlio ormai toccava tutto e ogni cosa senza nessuna remora, non avrebbe avuto difficoltà nel scegliere il proprio uovo di drago.
"Cosa ne pensi?" domandò posando le mani su due uova così simili da poter essere gemelle. Le trovò bollenti contro i suoi palmi, le scaglie che avrebbero sicuramente lasciato dei segni. Le accarezzò con i pollici e sorrise.
Il piccolo scalciò e Luke si leccò le labbra.
"Piacciono anche a me," commentò allontanando le mani e facendo un passo indietro.
Intrecciò le dita contro il proprio ventre e lasciò la piccola stanza, pronto a richiamare il Guardiano quando un alito di vento caldo gli sfiorò la nuca.
Si voltò, certo che ci fosse un drago alle sue spalle ma no, l'enorme corridoio era vuoto, buio, illuminato solamente dalle torce fiammeggianti.
Il piccolo scalciò ancora e Luke posò una mano in quel punto.
"Hai ragione... sarebbe da sciocchi non controllare," gli disse incamminandosi dalla parte opposta delle scale. Raccolse una delle torce e si fece strada lungo i tortuosi corridoi che raramente aveva visitato.
Ricordava che Vermax e Arrax avevano una grotta ciascuno. Erano spazi minuscoli, adatti a piccoli draghi. Un brivido gli corse lungo la schiena al ricordo del suo splendido drago dalle squame perlacee.
Avresti amato mio figlio, si disse mordendosi le labbra e continuando ad avanzare.
Si ritrovò a passare davanti a due grotte vuote e le riconobbe entrambe. La prima apparteneva a Tyraxes mentre la seconda a Tessarion. Entrambi i draghi avevano seguito i loro Signori che erano partiti verso Driftmark il giorno dopo le loro nozze, entrambi felici si allontanarsi da Approdo del Re e da Aemond.
Il vento bollente era scomparso ma Luke continuò ad avanzare, una mano premuta contro la pancia e l'altra che reggeva la fiaccola. Si ritrovò a camminare nella parte più profonda della Fossa, lì dove un tempo aveva riposato Balerion il Terrore Nero.
La caverna era mastodontica, così grande che avrebbe potuto ospitare due draghi della grandezza di Vhagar. Enorme al punto che visto dall'alto Lucerys era un minuscolo puntino di luce.
Udì uno sbuffo e si fece immmobile poi, poco più avanti vide due occhi gialli fissarlo. Erano grandi. Alti quanto lo era lui.
Vide ali e un corpo mastodontico muoversi nello spazio e poi un fianco azzurro.
"Dreamfire..." sussurrò con la gola secca.
Il drago di sua zia era lì davanti a lui ma a differenza di Helaena la bestia azzurra non sembrava dolce e innocente. Il suo muso era affilato, creste appuntite le percorrevano le guance e il mento, le zanne dritte e gialle. Corna affilate e dritte che puntavano verso il retro della sua testa.
Dreamfire si mosse rapida, girando attorno a Luke che girò con lei, assicurandosi che i suoi occhi fossero incatenati ai suoi. Un singolo gesto di debolezza avrebbe potuto condannarlo. Non si rese nemmeno conto che il drago non gli stava semplicemente girando attorno ma che anzi, gli stesse impedendo di fuggire. Quando il mento di Dreamfire sfiorò la punta della sua coda ormai fu tardi.
Luke era rinchiuso in un cerchio di zanne, squame e artigli. Lasciò cadere la fiaccola che creò un cerchio luminoso ai suoi piedi.
Le narici della bestia blu fremevano, i suoi occhi grandi e fissi sulla piccola figura, gli artigli conficcati in terra e le ali che la coprivano come mantelli.
Dreamfire era terrificante. E aveva ogni motivo per esserlo. Un drago di più di cento anni. Il drago più antico del mondo a eccezione di Vhagar.
Il piccolo scalciò ancora e Luke sembrò riscuotersi, premendo le mani contro la pancia tonda.
"Tu eri il drago di mia zia Helaena," disse lui sollevando una mano. La mosse prima a destra e poi a sinistra e gli enormi occhi di lei la seguirono. Il secondo sbuffo fu così forte che rischiò di spegnere la fiaccola caduta in terra.
"Mi dispiace che sia morta," continuò facendo un passo avanti e lei sibilò dal basso della sua gola. Non era certo di quanto Dreamfire stesse comprendendo. I draghi ascoltavano e ubbidivano a semplici comandi, percepivano le emozioni dei propri cavalieri e si comportavano di conseguenza ma per quanto riguardava le inutili chiacchiere degli uomini... Luke non aveva alcuna certezza.
"Il mio drago è morto. Ucciso da Vhagar," spiegò lui facendo un altro passo avanti. Il suo odore scosso da un briciolo di nostalgia e lei non ringhiò quando si fece ancora più vicino. Forse non poteva capire la sua lingua ma il suo odore non era fraintendibile.
"Forse... potremmo essere amici. Compagni," continuò Luke fermo davanti al muso di lei, i denti così lunghi da essere il doppio del suo piccolo corpo. Lei sbuffò e poi prese un profondo respiro, avvicinandosi al punto che Luke fu costretto a premere le mani contro il suo muso, così che lei non spingesse contro il suo stomaco delicato.
Dreamfire esitò e poi chiuse gli occhi, la coda che scivolò lontana dalla sua gola e che liberò il passaggio. Posò il muso in terra e rivelò il suo enorme fianco. La scala di corda che portava alla sua sella perfettamente a portata di mano.
Sorrise. Avrebbe potuto andarsene camminando ma così non avrebbe avuto la certezza di aver conquistato la fiducia di Dreamfire e così, lentamente si arrampicò su per il suo fianco e il drago non si oppose nemmeno per un istante.
Fu difficile raggiungere la cima. La scala di corda ondeggiava a ogni suo movimento e l'enorme pancia gli rendeva difficile proseguire, faticava a sollevare le ginocchia e la sua pancia finiva con l'incastrarsi ogni volta che i buchi nella rete diventavano troppo grossi ma alla fine, sudato e con i muscoli doloranti, si sedette sulla sella.
Era troppo buio perché si potesse effettivamente rendere conto di ciò che aveva attorno ma gli bastò sporgersi di lato per vedere quando il cerchio di luce emesso dalla torcia sembrasse piccolo. Un puntino. Una lucciola.
Strinse le mani attorno alle corna coperte di cuoio blu notte e sospirò stanco. Sentiva il drago respirare sotto di lui, il suo corpo bollente scaldarlo nonostante la sella a separarli.
Gli venne quasi da piangere. Quasi.
"Voliamo, Dreamfire!" esclamò Luke sorridendo gioioso e il drago non se lo fece ripetere, iniziando a marciare lungo il corridoio. Si stupì quasi nello scoprire che il corridoio manteneva le stesse dimensioni dall'inizio alla fine. Era un qualcosa di naturale eppure, tutte le volte che era scivolato sotto terra, gli era sembrato di star strisciando in un buco.
Dreamfire si arrampicò lungo la scalinata e Luke vide Cleoden afferrare Harkon e toglierlo di mezzo, guardando con sorpresa la schiena dell'enorme bestia.
"Lucerys!?" gridò con occhi sgranati e lui rispose con un gesto della mano mentre Dreamfire continuava a camminare giungendo all'esterno.
Con Arrax potevo stare a questa altezza soltanto volando, pensò ora che poteva guardare oltre le mura che circondavano la Fossa semplicemente stando seduto sulla schiena del drago azzurro.
Dreamfire spalancò le immense ali e Luke si affrettò a stringere, alla bene e meglio, le fasce di cuoio che Helaena non doveva aver mai utilizzato, preferendo la cintura che però lui non avrebbe potuto indossare. Almeno per altri tre mesi.
Quando lei spiccò il volo il collo di Luke ebbe uno schiocco e cadde all'indietro. Non era più abituato a volare, non era abituato al vento che gli schiaffeggiava il viso o alla sensazione di vuoto sotto il proprio corpo.
A quel punto nulla gli impedì di piangere.
Dove Arrax sembrava un cavallo con le ali, Dreamfire sembrava un'immensa isola che si muoveva nel cielo. Sbatteva le ali di rado e quando lo faceva queste la portavano avanti di infiniti metri.
E presto Luke si ritrovò a volare lontano da Approdo del Re. Impiegò ore per raggiungere Driftmark ma a lui parvero minuti. Istanti perché Dreamfire volasse attorno a Roccia del Drago e poi tornasse indietro, sorvolando le piccole navi commerciali dei Velaryon.
Spalancò le braccia e lasciò che il vento lo abbracciasse. Il sole che gli baciava il viso bagnato di lacrime.

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