Capitolo 43:

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Era tardo pomeriggio quando Dreamfire mise piede nella piccola pianura boscosa che circondava Grande Inverno. La terra tremò sotto le sue zampe e uno stormo di corvi, appollaiato sulle mura a protezione del palazzo, spiccò il volo.
Gli alberi tremarono scossi dal mastodontico peso e i tre draghi che riposavano vicino alle mura sollevarono le enormi teste.
Stormcloud riposava stretto al corpo di Vermax, la testa e la coda del drago verde che, arrotolato su sé stesso, comportava un ottimo nido per il drago più giovane.
Syrax, che riposava poco più distante, fu l'unica a dimostrare interesse per il drago dalle squame azzurre, era l'unica a ricordarla e l'unica ad aver trascorso abbastanza tempo in compagnia di Dreamfire. Si alzò e camminò verso di lei. Le due bestie si annusarono e poi Dreamfire fece scattare debolmente la mascella, mordicchiando il collo di Syrax che ricambiò.
Il drago azzurro ripiegò le enormi ali e sbuffò una ventata d'aria calda, sbadigliò e fece scattare le zanne un paio di volte, vi passò sopra la lingua e poi scosse la coda, mandando in terra tre alti pini.
"Baam!" esclamò Vadir battendo insieme le mani. Il piccolo adorava volare insieme ai suoi genitori e soprattutto amava il calore e l'odore dei draghi. Il viaggio era stato lungo e la notte fredda ma Dreamfire aveva tenuto omega e figlio al caldo.
Tyraxes sibilò alto nel cielo e solo allora Vermax e Stormcloud si degnarono di aprire gli occhi. Il piccolo drago dorato iniziò a cinguettare, superò la coda della bestia verde e spiccò il volo, andando incontro al drago nero.
Vermax fu rapido nel seguirlo e così fece Syrax, le sue ali così vicine alla sella di Lucerys che la corrente d'aria rischiò di strappargli il mantello di dosso e mandò all'aria i capelli di Vadir che rise.
Luke guardò i quattro draghi solcare il cielo. Una madre che ritrovava un figlio e due fratelli che ritrovavano un fratello.
"Mi sorprendo che tuo fratello non stia piangendo," commentò Luke baciando le guance di suo figlio maggiore.
Vadir rise e nascose il viso contro il suo petto. Il suo viso era rosso, labbra e guance screpolate e capelli in disordine.
Il viaggio era stato più lungo del previsto. Sarebbero dovuti arrivare in mattinata ma viaggiare con due bambini era stata un'impresa degna di nota, costringendo sia Luke che Joff a fermarsi spesso per nutrire e cambiare i piccoli.
Luke si leccò le labbra e infilò Vadir nel piccolo marsupio, iniziando la discesa dalla sella di Dreamfire, gli occhi ancora fissi sul cielo pieno di draghi.
Aveva chiesto a suo fratello di portare Rhaen in sella con sé. Sarebbe risultato difficile portare due bambini così piccoli sullo stesso drago, non per una questione di spazio ma per una questione di imprevedibilità. Vadir non era stato fermo nemmeno per un'istante, costringendo Luke al massimo dell'allerta.
Dreamfire sbuffò e affondò il muso nell'erba, il suo corpo così immenso da oscurare quasi completamente le mura di Grande Inverno.
Tyraxes planò in terra e vi rimase giusto il tempo per permettere al suo Signore di smontare dalla sella, poi riprese il volo, inseguendo sua madre e i suoi fratelli, divertendosi poi a farsi inseguire a propria volta.
"Com'è stato il viaggio?" domandò Luke accennando sia alla pancia di Joffrey sia al bambino che aveva stretto contro il petto.
Rhaen pareva tranquillo, il viso nascosto contro il pettorale di suo zio e le mani aggrappate alla sua uniforme di volo.
Joff si passò una mano contro il viso e sbadigliò rumorosamente. Si sfregò gli occhi e poi si avvicinò per appoggiare una mano contro la testa di Vadir che si dimenava nel marsupio, cercando di convincere il suo omega a metterlo in terra.
"Non voglio!" esclamò il piccolo in cui aveva raggiunto quel periodo dello sviluppo in cui tutto era un perché o voglio e non voglio.
Luke buttò gli occhi al cielo ma infine lo mise in terra, godendo della sua espressione sbigottita quando l'erba gli arrivò quasi alla vita. Vadir aggrottò le sopracciglia e si aggrappò ai pantaloni del suo omega.
"È stato un bravo bambino... forse preferisce volare su draghi più piccoli," commentò Joff consegnando suo nipote a Luke che subito lo strinse contro il petto.
Rhaen borbottò e sbuffò ma poi tornò placidamente a dormire, riconoscendo l'odore del suo omega.
"E tu come stai?" domandò posandogli una mano sulla pancia. Il bambino non si era mosso per diverso tempo, limitandosi a qualche calcetto solo una volta giunti in prossimità di Grande Inverno.
Joff sollevò le spalle sorrise.
"Benissimo," rispose chinandosi per stringere la mano di Vadir che aveva iniziato a fare qualche tentennante passo in avanti. L'erba era alta abbastanza da solleticargli i fianchi e il piccolo procedeva con le braccia sollevate all'altezza delle spalle.
"Andiamo allora," disse Luke, certo che suo fratello non avrebbe ammesso di essere stanco ma che avrebbe gradito potersi riposare e mettere qualcosa di sostanzioso nello stomaco.
Joff camminava pendendo da un lato, anche con il braccio di Vadir perfettamente sollevato la differenza di altezza rimaneva troppa per permettergli di camminare dritto. Lo avrebbe preso in braccio ma vedendo i capricci di poco prima pensò non fosse la scelta migliore.
Giunti davanti ai cancelli spalancati fu un Maestro ad accoglierli. Un uomo dalla folta barba bianca e la pancia prominente. La fronte un poco sudata e la veste bruna che rendeva la sua figura ancora più imponente.
Lui chinò immediatamente il capo.
"Principe Lucerys. Lord Joffrey, sono onorato di accogliervi a Grande Inverno," disse l'uomo accennando prima a uno e poi all'altro. I suoi occhi caddero su Vadir che, aggrappato alla mano dello zio, dondolava da una parte all'altra ridacchiando, sfruttandolo come fosse una liana.
Infine, sollevò una mano e indicò l'ingresso dove quattro guardie attendevano di scortali oltre il villaggio e all'interno del palazzo.
"Grazie, Maestro. Noi siamo onorati di essere qui," disse Luke porgendogli un sorriso. Perché era davvero grato di essersi allontanato da Approdo del Re e soprattutto era grato di poter visitare un luogo come il Nord.
Avrei voluto vedere la neve, pensò mordicchiandosi le labbra. Amava l'inverno a Roccia del Drago, la nebbia e le lunghe colonne di ghiaccio che si formavano sulla scogliera. Ma dentro di sé aveva sempre desiderato vedere la neve, sentirla scricchiolare sotto i piedi e raccoglierla tra le mani.
"Venite, i vostri fratelli e Lord Cregan vi aspettano," disse incamminandosi verso il piccolo gruppo armato.
Luke e Joff si guardarono, una scintilla di eccitazione ad attraversargli il corpo. Desideravano rivedere loro fratello maggiore, scoprire perché Cregan li avesse richiamati a Grande Inverno. Ma ancora di più desideravano rivedere i loro fratelli minori, creduti morti da tutti tranne che dalla loro stessa famiglia.
Insieme procedettero lentamente e in silenzio, lasciando che fosse il Maestro a presentargli il luogo in cui i principi avevano trascorso quei mesi.
In molti si fermarono a osservare i nuovi arrivati, non tanto gli adulti ma i due bambini che portavano con sé. Entrambi con i capelli bianchi ma decisamente troppo piccoli per essere i due principi che vivevano con loro.
"La stanza del principe Jacaerys è da questa parte," spiegò il Maestro incamminandosi lungo il fresco corridoio. Ora che si trovavano all'interno i suoi passi sembravano più sicuri.
Vadir si guardava attorno, il naso all'insù e pronto a cogliere qualsiasi tipo di nuovo odore.
Era la prima volta che visitava un posto nuovo. C'era stata Roccia del Drago, certo, ma Vadir era troppo piccolo per poterla ricordare.
"Ecco, infondo a quel corrido-" il Maestro venne brutalmente interrotto dallo spalancarsi della porta che stava indicando. Un tornado di capelli bianchi e rossi si fece avanti e Luke sentì gli occhi riempirsi di lacrime alla vista dei suoi fratelli.
Sono cresciuti così tanto! pensò mentre Aegon lo prendeva tra le braccia, ignorando completamente Rhaen che venne stretto tra di loro, sbuffando e borbottando, gli occhi socchiusi e le sopracciglia aggrottate.
"Joff!" gridò Viserys correndo ad abbracciare suo fratello che lasciò andare Vadir così da poter stringere il piccolo principe tra le braccia.
Vadir aggrottò le sopracciglia, il naso pieno di nuovi odori. Il profumo del suo omega era cambiato, facendosi dolce e pieno di felicità. Percepiva intorno a sé due nuovi individui e tentennante si mosse tra di loro, evitando mestamente le gambe degli zii e della sua muña.
"Pensavo che non ti avrei più rivisto!" disse Luke prendendo il viso di Aegon fra le mani. Suo fratello era così cambiato dall'ultima volta che lo aveva visto. Si era fatto più alto ma non alto abbastanza da poterlo guardare negli occhi, il viso affilato e dagli zigomi alti, proprio come li avevano Daemon e Rhaenyra.
"Anche io! Mi sei mancato così tanto!" esclamò il più piccolo tornando a stringerlo tra le braccia, ignorando completamente Rhaen che esclamò esausto, premendo le mani contro il petto dello zio che finalmente abbassò lo sguardo su di lui.
"Cregan dice che sei il Lord di Driftmark! È vero!?" domandò Viserys fissando gli occhi in quelli di suo fratello maggiore. Il bambino saltellava sul posto, le mani aggrappate all'uniforme di volo, proprio sulla pancia gonfia ma non troppo.
"È vero! Sono io che comando adesso!" esclamò Joff stringendo la vita di suo fratello fra le mani.
"Ti sei presentato!" disse Luke prendendo un lungo respiro, assaporando l'odore dolce e fumoso di suo fratello che annuì, iniziando a raccontargli di quel fatidico giorno.
Le chiacchiere continuarono a lungo fino a quando Vadir raggiunse le gambe del suo omega, si aggrappò ai suoi pantaloni ed esclamò a gran voce.
"Muña!" e i quattro tacquero.
Luke abbassò lo sguardo e sorrise a suo figlio, che con una mano stretta attorno alla stoffa scura della sua uniforme, lo guardava con le sopracciglia aggrottate e gli occhi opachi.
Aegon si strinse le mani al petto, gli occhi viola grandi e fissi sul bambino che a malapena superava il ginocchio di Lucerys.
"Vuoi conoscere i tuoi zii?" domandò Luke chinandosi per prendere suo figlio in braccio. Fu difficile considerando che Rhaen era ancora premuto contro il suo petto ma l'espressione di pura gioia dipinta sul viso di Aegon fu un'ottima ricompensa. Sollevò Vadir davanti a sé e lasciò che il bimbo allungasse le mani, accarezzando il viso di un esitante Aegon.
Vadir tracciò i contorni del suo volto. Poi accarezzò le sopracciglia e le palpebre, afferrò il naso e le labbra.
"Gevie!" esclamò battendo insieme le mani.
Aegon arrossì lievemente e fece un passo indietro, cedendo il posto a Viserys che non riuscì a trattenere le risate quando le delicate dita di Vadir gli accarezzavano il viso. Anche il nipote scoppiò a ridere, battendo insieme le mani.
"Gevie! Gevie!" esclamò ancora e il sorriso di Viserys si fece ancora più ampio.
"Sì Vadir, i tuoi zii sono davvero incantevoli," commentò Luke baciando le guance del bambino.
Un leggero colpo di tosse giunse alle loro orecchie e Viserys si voltò con uno scatto, ricordandosi dell'amico che era rimasto in disparte, le mani strette in grembo e gli affilati occhi grigi fissi sui nuovi arrivati.
"Lui è Jonnel! È il figlio di Lord Cregan, è stato lui ad accoglierci quando siamo arrivati al Nord!" spiegò Viserys facendo correre lo sguardo dal viso dell'amico a quello dei due fratelli maggiori.
Joff inclinò il capo e sorrise.
"Noto la somiglianza," commentò e, se il rossore del piccolo si fece più evidente lo fece anche il sorriso che da piccolo e incerto si fece grande e pieno di denti.
Viserys lo invitò perché venisse più vicino e il Giovane Lupo non esitò, giungendo in tutta la propria altezza, la testa che sfiorava le labbra di Luke.
"Perciò tu sei Jonnel Stark... hai gli occhi di tuo padre," commentò Luke e il piccolo Lord sorrise.
Vadir, che era ancora stretto tra le braccia di suo padre, allungò le mani verso Jonnel che gli permise di accarezzare il suo viso.
Vadir esclamò entusiasta quando le mani si strinsero attorno ai soffici ricci arancioni.
"È un Lupo," disse Luke contro il suo orecchio e Vadir rise, imitando un piccolo ringhio che fece ghignare il Lord.
"Sei carino," commentò Jonnel premendo l'indice contro la guancia di Vadir che tentò di afferrargli il dito.
"Zokla!" esclamò Vadir indicando Jonnel.
Luke annuì e gli baciò la fronte.
"Sì piccolo mio, un Lupo," disse ancora rimettendolo in terra.
Vadir corse in avanti su gambe instabili e si aggrappò ai pantaloni del Giovane Lupo, sollevando le braccia con tutta l'intenzione di essere preso in braccio. Lui esitò ma infine si chinò sulle ginocchia e prese il piccolo in braccio, lasciando che Vadir nascondesse il viso tra i suoi capelli ricci.
"Aegon... perché Cregan ci ha chiesto di venire al Nord? Jace sta bene?" domandò Luke prendendo il braccio di suo fratello cosicché lui potesse condurlo verso la stanza indicata dal Maestro.
Viserys fece altrettanto con Joffrey, continuando a porgergli domande sull'isola del Signore delle Maree.
"Sta bene. Vi sta aspettando," disse lui con un sorriso enigmatico ma sincero.
Luke trasse un sospiro di sollievo. Se non altro suo fratello non era ferito o in pericolo di vita come era andato dicendo in giro. Immaginava che la voce si fosse già sparsa per Approdo del Re e le cittadine vicine.
Aegon li guidò all'interno della spaziosa stanza che non apparteneva ad altri se non che al Signore di Grande Inverno che se ne stava seduto al fianco dell'enorme letto matrimoniale, Jace steso tra coperte e pellicce.
"Jace!" esclamò Luke precipitandosi tra le braccia di suo fratello maggiore. Tuttavia, quando gli fu vicino, si bloccò, le mani affondate nel materasso e gli occhi fissi sul neonato dai capelli neri stretto tra le braccia del principe.
Non doveva avere più di tre giorni, il viso rosso e l'espressione pacifica.
Joff si era fermato alle spalle di Luke, una mano appoggiata alla sua schiena e gli occhi viola scuro fissi sul neonato.
Nuovamente fu Vadir a ristabilire l'ordine e a far ripartire il tempo che sembrava essersi fermato. Il bimbo si guardava attorno, una mano ancorata ai capelli di Jonnel e l'altra che indicava tutto attorno a sé.
"Jace? Cosa... di chi è questo bambino?" domandò Luke con occhi fissi in quelli verdi del fratello. Le sue narici iniziarono a fremere, gli occhi che saettavano da Jacaerys a Cregan che silenzioso si era alzato dalla sedia posta al fianco del letto. Una vedetta.
"Mio... e di Cregan," rispose Jace con il labbro stretto tra i denti e le braccia che avvolsero Rickon con più efficacia, tenendolo premuto contro il suo petto.
Luke fece per ribattere ma poi l'odore dolce del piccolo gli arrivò alle narici. Un misto di selvatico e fumo. Un insieme perfetto dell'odore di suo fratello e di quello del Signore di Grande Inverno.
"Come è possibile?" domandò Joffrey che aveva colto quell'odore nello stesso istante di Luke.
Jace sollevò lo sguardo su suo marito e poi si prolungò in un dettagliato resoconto di ciò che era accaduto in quei mesi, dall'arrivo di Alys Rivers al parto del piccolo Rickon.
"Rickon?" domandò Luke sollevando una mano per poter accarezzare i capelli del bambino. Neri come quelli di suo padre. L'esatto opposto di quelli di Vadir e Rhaen.
"Come mio padre," spiegò Cregan sorridendo fiero, i suoi occhi che correvano dal neonato a suo figlio maggiore che reggeva Vadir in braccio, Viserys che stuzzicava i piedi del bambino, facendolo ridere e dimenare tra le braccia del Giovane Lupo.
"Perciò siete sposati?" domandò Joff sedendosi ai piedi del letto, una mano premuta contro la pancia e una contro la fronte.
Decisamente troppe informazioni, pensò Luke sorridendo alla nuova coppia.
Cregan annuì, posando una mano contro la spalla di Jace.
"Accidenti," disse Luke sedendosi a propria volta sul grande letto.
Jace ghignò, abbassando lo sguardo su proprio figlio e poi sul bambino che suo fratello aveva stretto contro il petto.
"Lui è Rhaen?" domandò accennando al bimbo dai capelli bianchi.
Luke abbassò lo sguardo e annuì, sciolse il nodo che teneva saldo il marsupio e lasciò che il piccolo scivolasse sul letto, sbuffando e borbottando. Poi, forse resosi conto di essere in un luogo più comodo e caldo della stoffa con cui il suo omega lo aveva portato al Nord, smise di opporsi e si stiracchiò.
"Rhaen?" domandò Vadir quando Jonnel lo mise in terra. Il bambino camminò in avanti, le mani protese avanti a sé, così da seguire con più sicurezza i bordi degli oggetti, Viserys che lo seguiva con fare apprensivo.
Joff lo afferrò per i fianchi e issò sul bordo del letto.
"Qui tesoro," disse Luke guidando suo figlio maggiore verso il minore.
Vadir sorrise e prese il viso di Rhaen fra le mani, baciando le guance con tale impeto da riempirle di saliva.
Proprio carino, ridacchiò Jonnel.
"Vuoi conoscere altri due zii?" domandò Luke sollevandolo così che potesse sfiorare il viso di Jace che lo lasciò fare, gli occhi incerti e fissi su suo fratello minore.
Vadir afferrò il naso di Jace e rise.
"Come muña e Joff Joff!" disse Vadir posando lo sguardo sul suo omega e poi alle sue spalle, dove sapeva essere lo zio.
Luke ghignò e annuì, baciando i capelli del piccolo.
"Sì, zio Jace assomiglia a me e a zio Joff," concordò il principe.
Vadir sorrise e batté insieme le mani, contagiando anche Jace che poteva riconoscere in Joffrey i suoi stessi tratti corporei ma non poteva riconoscerli in Luke che da sempre era quello dall'aspetto più delicato.
"E questo," disse Luke alzandosi per avvicinare Vadir al viso di Cregan.
"È zio Cregan," spiegò lasciando che Vadir allungasse le mani.
"Oh!" esclamò il piccolo quando le sue dita vennero pizzicate dalla barba scura. Lui iniziò a ridere, accarezzando le sue guance e il suo mento proprio come se stesse accarezzando un cane o un Lupo.
"Sono anni che non vedo un bambino così piccolo," commentò il Signore di Grande Inverno, le mani protese in avanti, pronte a sorreggere il nipote nel caso in cui le braccia di Luke avessero ceduto.
Il principe rimise suo figlio sul letto e Vadir iniziò a gattonare verso Jace, il naso che fremeva e le mani che cercavano il possessore di quel sottile odore che aveva percepito mentre accarezzava quei due nuovi volti.
"Piano," lo avvisò Luke quando Vadir si sedette al fianco di Jace, una mano sollevata ad accarezzare una delle manine di Rickon.
"Tresy?" domandò lui fissando gli occhi sullo zio.
Jace sorrise e annuì. Poi, ricordandosi che suo nipote fosse cieco, si corresse.
"Sì Vadir, lui è tuo cugino Rickon".

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