Capitolo 41:

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"Smettila!" sibilò Joff quando Daeron gli posò una mano sulla schiena e lo aiutò a scendere dalla carrozza. La sua pancia piccola, piccola nonostante i quattro mesi che erano trascorsi. Il Maestro diceva che fosse normale, che Joffrey fosse alto e magro e che quindi la pancia faticasse a crescere ma che il bambino fosse sano.
Daeron non disse nulla ma allontanò la mano dalla schiena di suo marito, le guance rosse così come le punte delle orecchie. Si sentiva... strano a mostrare tutta quell'apprensione.
Avevano fatto ritorno ad Approdo del Re, Daeron pronto a partire insieme a suo fratello e Joffrey più che felice di passare del tempo con il suo. Era stata di Lucerys l'idea di lasciare che Joff rimanesse con lui in assenza di suo marito e Daeron era stato più che felice di quella proposta.
Il porto della città era grande più che a sufficienza per accogliere eventuali mercanti che desideravano parlare con il Signore delle Maree e Lucerys avrebbe concesso ogni genere di incontro.
Lo sposo del Principe Reggente li aspettava davanti all'ingresso, il piccolo Rhaen stretto in un marsupio che aveva avvolto contro il petto, la schiena dritta e le labbra piegate in un sorriso. Le guance ricoperte di lentiggini richiamate dal caldo sole estivo che faceva sudare collo e fronte.
"Luke," lo salutò Joff stringendo suo fratello in un abbraccio.
Lucerys sorrise contro il suo collo e lo scosse leggermente, abbassando lo sguardo sulla sua piccola pancia.
"Come è stato il viaggio?" domandò pensando ai due draghi che ora si erano aggiunti a quelli che occupavano la Fossa.
Rhaen sollevò il capo, cercando di guardare oltre le proprie spalle, i grandi occhi viola fissi sul viso del suo omega che si chinò per baciargli il capo.
"Rapido e indolore," commentò Joff sorridendo. Tyraxes era un giovane drago irruente ma sembrava essere più che consapevole delle condizioni del suo Signore perché i suoi movimenti si erano fatti più morbidi, meno avventati.
Daeron sorrise a propria volta e Luke aprì le braccia, accogliendo l'altro.
"Hai portato questo piccolo in volo?" domandò Joff accennando al nipote mentre Luke li conduceva all'interno della Fortezza, le sue fidate guardie che venivano qualche passo indietro rispetto alla famiglia reale.
Luke posò una mano sulla schiena di suo figlio, ascoltando il piccolo dilungarsi in discorsi fatti di versetti.
"L'ho portato in volo appena mi sono rimesso in forze ma... temo che a Rhaen non piaccia volare. Penso che il vento gli dia fastidio alle orecchie, forse è ancora troppo piccolo," spiegò accennando alle proprie orecchie.
A differenza di Vadir che sorrideva ogni volta che Aemond lo portava in sella a Vhagar, Rhaen era più restio, borbottando e piangendo quando l'esperienza si faceva troppo difficile per lui.
Luke era dispiaciuto. Non voleva che suo figlio soffrisse ma voleva anche che lui conoscesse le usanze della propria famiglia già a una così giovane età.
Ma forse anche quando Vadir ha volato per la prima volta ha sofferto, si ritrovò a pensare. Daemon non aveva mai fatto parola di quel loro piccolo volo insieme e ora Lucerys non avrebbe più potuto domandarglielo.
"Non preoccuparti," disse Daeron allungandosi per poter guardare da sopra la spalla di Luke, sorridendo a suo nipote che boccheggiava, gli occhi semichiusi e probabilmente il desiderio di stringere tra le labbra un seno pieno di latte.
"Sono sicuro che Rhaen apprezzerà tutto quanto con i suoi tempi," lo rassicurò sorridendogli.
Luke ricambiò e annuì. Nonostante fosse l'unico ad avere più di un figlio la sua conoscenza in materia di bambini rimaneva limitata a ciò che poteva apprendere dai libri e dal Maestro. Ma anche loro sapevano poco su bambini e draghi. Se pensava a sua madre ricordava come con lei tutto sembrasse semplice, come fosse in grado di calmare i suoi figli più piccoli e come sapesse sempre cosa fare.
Sospirò, le labbra piegate in un sorriso triste.
Gli mancava sua madre.
"Tuo figlio invece come sta? E le navi per l'attacco?" domandò Luke rivolgendosi a suo fratello.
Joff abbassò lo sguardo sulla propria pancia quasi piatta. Vi posò sopra una mano e sentì la dolce curva tendersi verso il basso.
"Il Maestro dice che tutto procede bene," spiegò Joff che non aveva idea se le parole del Maestro fossero veritiere o meno. Non aveva idea di che cosa dovesse provare e già il fatto che la sua pancia faticasse a mostrarsi lo metteva in allarme. Luke al terzo mese aveva una pancia che era il doppio della sua e i suoi pantaloni facevano fatica a chiudersi. Ora che erano passati quattro mesi dal giorno del parto lo stomaco di Luke era poco più grande di quello di Joffrey.
Poi sorrise, il fuoco della battaglia cominciò a risplendergli negli occhi.
"Tre quarti della mia flotta è pronta a partire al fianco di Daeron e Aemond! Vorrei tanto andare con loro," disse arricciando le labbra in un'espressione dispiaciuta. Non poteva dire di aver amato i mesi trascorsi a Harrenhal ma non poteva nemmeno dire di aver combattuto veramente però, quella sensazione di potenza, di ebbrezza e di ferocia lo perseguitava.
"Se non aspettassi un bambino partirei," disse Joff con decisione.
Fortuna che aspetti nostro figlio, pensò Daeron che non avrebbe potuto combattere agilmente sapendo di avere suo marito al proprio fianco, con la possibilità di essere ferito o ucciso senza che lui potesse fare nulla.
Luke sghignazzò.
"Sei proprio come nostro padre," disse con le labbra che rimasero sollevate verso l'alto.
Daemon aveva fatto da padre a tutti loro ma più di tutto a Joffrey. Joffrey che era troppo piccolo per ricordare chiaramente sia Ser Laenor che Ser Harwin.
Anche se io non posso dire di ricordare Harwin... pensò Luke.
Jace invece era sempre stato molto legato al loro padre biologico, forse perché dentro di sé sapeva la verità o forse perché era abbastanza grande per poterlo apprezzare veramente.
Joff ghignò mostrando tutti i denti.
"Dov'è Aemond?" domandò Daeron che si era aspettato di vedere suo fratello al fianco di Lucerys.
"Sta discutendo con il Consiglio prima della partenza," spiegò Luke arrampicandosi su per le scale che conducevano alle camere da letto, dove suo zio avrebbe potuto riposarsi prima del viaggio.
"A che proposito?" domandò Daeron con il terrore che il Consiglio stesse tentando di dissuadere Aemond dal partire. Riusciva già a immaginare Alicent in prima fila che cercava di convincere suo figlio preferito a non mettere a rischio la propria vita.
"Sta ricordando loro che io sarò al comando durante la sua assenza," spiegò Luke con un ghigno che Joff ricambiò immediatamente.
Daeron scosse il capo, sempre sorpreso dalla capacità dei fratelli Strong di godere della disperazione altrui.
Quando giunsero davanti alla vecchia stanza di Daeron Joff prese un profondo respiro ed entrò senza nemmeno salutare Lucerys, in ogni caso avrebbe passato fin troppo tempo al fianco di suo fratello.
"Lucerys," sussurrò Daeron quando vide suo nipote incamminarsi per il corridoio. Lui si interruppe e gli rivolse uno sguardo curioso.
"Posso parlarti per un momento?"

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