Capitolo 3:

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La sala delle cerimonie era gremita. Tavoli e sedie erano stati portati in grande quantità, uomini e donne brindavano gridando a gran voce il nome del Re Usurpatore e dei suoi fratelli.
Tutta quella gioia ricordava la notte di nozze di Rhaenyra e Laenor, prima che Ser Criston uccidesse due persone, risucchiando l'allegria insieme alle loro vite.
Il re era alla sua sesta coppa della serata, le guance rosse e gli occhi lucidi. La corona gli pendeva sul capo ed era Alicent che a ogni occasione la raddrizzava, sorridendo innocentemente a Lord e Lady che erano più sobri di quando dessero a vedere.
Helaena non era al fianco di suo marito. La giovane regina aveva deciso di non prendere parte ai festeggiamenti di quella notte, sosteneva che non si potesse gioire per la morte di un drago e per la cattura di un altro e così, il suo posto era stato occupato da Aemond.
I fratelli minori del re stavano uno alla sua destra e uno alla sua sinistra, la loro compostezza e serietà avrebbero scoraggiato chiunque a fare una mossa contro loro fratello maggiore.
Aegon ridacchiava, il viso appoggiato a una mano e il viso nascosto contro la coppa di vino addolcito con spezie e miele.
Alicent sedeva al fianco di Aemond, un sorriso sottile e costretto a piegarle le labbra, applaudiva a ritmo della musica, regalando dolci sorrisi e risatine ai Lord con cui incrociava lo sguardo.
Aegon si alzò in piedi, le gambe incerte e la coppa sollevata verso l'alto. Daeron lo afferrò per la vita, aiutandolo a mantenere l'equilibrio.
È così sbronzo che anche se cadesse non sentirebbe alcun dolore, pensò sospirando pesantemente. Iniziava a rimpiangere gli anni di tranquillità passati a Vecchia Città.
A mio fratello non avrebbero fatto male, pensò sollevando lo sguardo su Aegon che richiamò l'attenzione di Lord e Lady.
"Questa sera siamo qui per... per festeggiare la vit-toria di mio fratello! Il principe Aemond!" esclamò Aegon e dalla folla si levò un grido di esultanza. I Lord batterono le mani contro i tavoli, facendo sussultare le posate e i calici che tintinnavano creando una stonata melodia che si mescolava con le risatine delle donne di corte.
Alicent sorrise a suo figlio maggiore, applaudendo educatamente. Il sorriso scomparve quando posò lo sguardo su Aemond. Suo figlio guardava dritto davanti a sé, le labbra piegate in un sorriso orgoglioso e la schiena dritta.
Povero Lucerys, pensò portandosi una mano al seno. Disprezzava il ragazzo e la sua natura di bastardo ma il modo in cui era stato portato a palazzo, un inerme spoglia di guerra, le aveva fatto raggelare il sangue.
Ma questo è il volere degli dei, pensò tornando a sorridere.
"Lucerys gli avrà preso un occhio," continuò Aegon muovendo il braccio con irruenza, rischiando di far colare il vino. Alcune gocce andarono a macchiare la guancia di Daeron che si passò rapido una mano contro il viso, ripulendosi senza che nessuno notasse le chiazze rosse.
"Ma gli dei gli hanno finalmente donato il giusto compenso!" esclamò e un altro grido si sollevò dalla folla. In pochi sapevano cosa fosse successo al giovane principe figlio della principessa Rhaenyra e Aegon era finalmente pronto a rivelarlo.
"Lucerys è prigioniero di mio fratello! Un omega per un alpha!" gridò e la folla esultò con lui. Erano in molti a trovare eccitante quella nuova prospettiva. Il figlio dell'usurpatrice non solo era stato preso come prigioniero ma ora apparteneva in tutto e per tutto all'uomo che aveva ingiustamente sfigurato.
"Lucerys ha avuto la sua punizione!" disse ancora e la folla applaudì. Questa volta anche Alicent si unì al coro di mani.
Lucerys ha avuto la punizione che merita, pensò con un sorriso a piegarle le labbra. Gli angoli della bocca si piegarono fino a quando tutti i denti furono ben visibili e le rughe attorno agli occhi diventarono evidenti come profonde spaccature.
Non ho potuto prendere il suo occhio perché gli dei desideravano punirlo, continuò posando lo sguardo su Aemond che sorrideva lugubre, la cicatrice diventata un prolungamento del suo sorriso.
Aegon rise sguaiatamente e bevve per intero la sua coppa. Il vino gli colò lungo le labbra e inzuppò il collo della sua maglia verde scuro. Le catene gli circondavano il collo, inumidendosi e appiccicandosi alla pelle.
Abbassò lo sguardo su suo fratello minore e sorrise, battendogli una mano sulla spalla.
"Ma non dobbiamo festeggiare solo Aemond!" esclamò passando una mano fra i corti capelli di Daeron che si morse le guance, infastidito dalle mani appiccicose di lui. Desiderò staccarselo di dosso ma pensò che avrebbe, o suscitato l'ilarità del pubblico o lo avrebbe fatto infuriare.
"Mio fratello Daeron è tornato a casa!" gridò battendogli una mano contro la schiena che vibrò sotto ogni stoccata, facendo aggrottare le folte sopracciglia bianche di Daeron che si trattenne dallo sbuffare.
Non me ne sono mai andato. Non volontariamente, pensò rivolgendo uno sguardo a sua madre. Alicent non lo guardava, sembrava molto più interessata alla coppa di vino che stringeva in una mano.
Ero un marmocchio strillante quando nostra madre mi mandò a Vecchia Città per diventare il coppiere di suo zio e futuro consigliere del mio, continuò ricordando con nostalgia l'unico amico che aveva avuto in quegli anni, Gwayne Hightower.
È mio zio ma lo considero più un fratello, pensò ricordando il viso di quel giovane uomo di soli ventidue anni, dai capelli biondi e una leggera barba che gli copriva mento e guance. Occhi di un verde intenso, come gli stendardi della sua antica famiglia.
Ser Gwayne Hightower, a differenza sua, non era stato chiamato a corte. La Regina Verde e la Mano del Re non dovevano avere bisogno di lui.
"Ora che lui e il suo drago si sono uniti alla battaglia l'usurpatrice non potrà fare altro che arrendersi!" gridò Aegon ghignando con occhi iniettati di sangue e labbra rosse per il vino.
Un boato si sollevò dalla folla. Erano stati in molti quel giorno a vedere il drago blu del principe Targaryen solcare le nuvole come fossero spumose onde bianche.
Tessarion è grande quanto Sunfire ed è priva di esperienza in combattimento... i draghi di Rhaenyra invece... pensò senza dar voce a quelle idee.
Caraxes e Meleys erano veterani, entrambi cavalcati dai loro antenati.
Syrax non aveva conosciuto battaglie ma era un drago enorme, poco più piccola della Regina Rossa. Inoltre, eliminato Arrax, i neri vantavano tre giovani draghi, Vermax, Tyraxes e Moondancer. Escludendo il piccolo Stormcloud che apparteneva a Aegon III.
Ma a mio fratello la scarsità numerica non importa, pensò rivolgendo uno sguardo ad Aemond.
Abbiamo quattro draghi. Tre, perché Helaena non metterà piede sul campo di battaglia e due dei tre draghi non hanno conosciuto scontri e guerre, si passò una mano contro la fronte, stanco di tutte quelle chiacchiere inutili. Desiderava solamente posare il capo sul cuscino e lasciarsi sprofondare nel mondo dettato dall'incoscienza.
Ma non gli era concesso ritirarsi, non fino a quando suo fratello non gli avrebbe dato il suo permesso.  
Alicent applaudiva insieme agli invitati, mentre questi gridavano i nomi del re e dei principi. Daeron avrebbe dovuto sentirsi accolto, a casa. Ma non sentiva altro che tristezza.
Aegon tornò a sedersi con pesantezza, appoggiò le braccia ai braccioli di legno scuro e sorrise ai suoi fratelli.
Lord e Lady avevano iniziato a creare una lunga fila, tutti pronti a congratularsi con il principe Aemond e a tentare di attirare l'attenzione del principe Daeron.
Aegon gli passò un braccio attorno alle spalle e Daeron buttò gli occhi al cielo, sorridendo al vecchio Lord che si era appena inchinato davanti a loro. Non erano molte le parole rivolte al giovane principe, preferivano tutti di gran lunga congratularsi per la vittoria di Aemond.
"Vedi qualcuno di tuo interesse?" domandò Aegon respirando contro la sua guancia. Il suo alito puzzava di vino ma non il dolce aroma che si sentiva quando un servo passava al loro fianco portando con sé un vassoio pieno di calici, no, era l'odore che si sentiva quando una botte era rimasta troppo a lungo senza essere coperta e acqua piovana e polvere si erano depositate sulla superficie.
Disgustoso, pensò tenendo lo sguardo fisso sui giovani che gli passavano davanti, guardandolo con fare ammiccante e occhi pieni di desiderio, per lui e per la sua posizione al tavolo del re.
"Credo di non avere tempo per questo," commentò cercando di togliersi suo fratello di dosso. Aegon parve irremovibile, il suo braccio era pesante attorno alle spalle di Daeron e le sue dita conficcate nella carne della sua spalla erano artigli penetranti.
"Sciocchezze! C'è sempre tempo per una scopata!" esclamò Aegon attirando l'attenzione dei Lord che stavano parlando con la Regina Verde. Quando i loro occhi scuri incontrarono quelli viola del sovrano, sorrisi di circostanza e guance rosse riempirono i loro volti.
"Devo portarti lungo la Via della Seta? Non ci sarà un solo bordello che rifiuterà il mio fratellino!" esclamò con decisione. Premette i piedi in terra e Daeron fu costretto ad appoggiare una mano contro la cosca e tenerlo seduto.
Aegon lo guardò con sopracciglia aggrottate e aria confusa. Non era abituato a sentirsi negare qualcosa.
Lo sono. Ma un no non mi ha mai fermato, pensò ghignando.
Eppure il mio fratellino sembra così deciso a negarmi questo piccolo divertimento, continuò rivolgendo un'occhiata ad Aemond e sua madre.
Aemond non sembrava nemmeno essersi reso conto di ciò che stava accadendo. O forse, più semplicemente, credeva che ignorandolo non sarebbe rimasto invischiato.
Alicent lo guardava con occhi grandi e labbra socchiuse sopra i denti dritti. Aveva udito le sue parole e Aegon non riusciva a comprendere a cosa fosse dovuta quell'espressione.
È sconvolta dalle mie parole o impressionata dalla dedizione di mio fratello? si domandò riportando lo sguardo su Daeron che lo teneva ancora stretto, i muscoli del braccio in tensione e gli occhi fissi sulla fila di nobili che continuava a scorrere davanti a loro.
Aemond sembra il re, pensò ignorando i penetranti occhi viola di suo fratello maggiore.
I sudditi chinavano il capo davanti ad Aegon ma sembrava Aemond quello che cercavano di impressionare. Il principe non cambiava mai espressione ed era Alicent a regalare sorrisi e congedare i Lord.
"Posso trovare divertimento senza il tuo aiuto," concluse Daeron perdendo finalmente la presa sulla gamba di suo fratello maggiore.
Aegon arricciò le labbra in un'espressione pensierosa e poi annuì. Sollevò il calice e una giovane donna corse immediatamente a riempirlo. Lui lasciò che il suo sguardo vagasse sul corpo nascosto da gonne nere e bianche.
Daeron distolse lo sguardo, disgustato, giusto in tempo per assistere allo scambio tra suo fratello e Jason Lannister.
"Dovete tenere occhi aperti con il sangue dell'usurpatrice!" disse il Ser ciondolando da un piede all'altro, il suo alito che sapeva di vino e le guance rosse a causa di tutti i brindisi domandati dal sovrano.
Alicent sussultò nell'udire quelle parole, vide suo figlio irrigidire le spalle e la palpebra del suo unico occhio sussultare.
Ser Jason ha bevuto troppo, pensò prendendo una della mani di suo figlio, quella che aveva iniziato a giocherellare con il coltello di ferro nero seduto al fianco della forchetta, nella propria.
Lui deglutì e ricambiò la stretta di sua madre.
"Non sarà facile domarlo," continuò con occhi fissi sul viso di Aemond che lo guardava con un misto di divertimento e accondiscendenza.
Deve essere abituato al comportamento di Aegon, pensò Daeron con occhi che saettavano dal viso di suo fratello a quello di Jason Lannister.
"Sua madre rifiutò di sposare me. Me! Riuscite a crederci?" domandò chinando la schiena in avanti, come se volesse guardare il principe dritto nell'unico occhio.
Aemond inclinò il capo, sfidandolo ad avanzare ancora, la mano libera da quella di sua madre era andata a stringersi attorno all'elsa del pugnale che aveva stretto al fianco, lo stesso con cui Lucerys si era preso il suo occhio.
"Una decisione sciocca," concordò Alicent e Jason le sorrise.
Aemond prese un profondo respiro e si morse la lingua.
Rhaenyra lo avrebbe dato in pasto al suo drago, quella bestia viziata che mangia solamente le pecore più pregiate, pensò guardando il Ser che si allontanava, ricongiungendosi con suo fratello che lo guardava con orrore, gli occhi che correvano dal gemello al tavolo del re.
Aemond sospirò e prese il primo sorso di vino della serata.
Sarà una lunga notte, pensò mentre Alicent accoglieva i nuovi nobili giunti a congratularsi.



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