Capitolo 40:

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Jace era steso a letto, nudo e inerme davanti allo sguardo scrutatore del Maestro. Se ne stava immobile, le braccia morbide lungo i fianchi e la pancia che svettava verso l'alto. Sembrava semplicemente che avesse fatto un'indigestione, mangiato troppo e bevuto troppo.
Il Maestro sospirò e si passò una mano contro gli occhi.
"Cosa credi che sia?" domandò Jace leccandosi le labbra. Non era un qualcosa di contagioso altrimenti Cregan avrebbe già dimostrato gli stessi sintomi. Sembrava che il principe fosse affetto da una misteriosa malattia.
"Datemi del pazzo, Mio Signore, ma sembra che voi aspettiate un bambino," commentò il vecchio passandosi una mano tra i capelli.
Jace rimase immobile e poi scoppiò a ridere, la pancia che gli faceva male ma almeno non sentiva più il bisogno di vomitare. Si passò una mano contro gli occhi velati da lacrime di divertimento e si tirò lentamente a sedere, appoggiando la schiena contro i soffici cuscini.
"Sono un alpha, Maestro, credo che dovrai trovare un'altra causa al mio male," commentò incrociando le braccia contro il petto.
L'uomo sospirò e abbassò lo sguardo sul suo ventre. Si avvicinò e iniziò a premervi le mani, borbottando tra sé e sé mentre Jace lo guardava con interesse e le labbra che erano ancora piegate in un sorriso.
"Eppure non mi sbaglio," insistette lui continuando a muovere le mani contro la sua pelle.
"Maestro, quello che dici è impossibile. Non ho gli organi per permettere un qualcosa del genere," commentò Jace con il sorriso che lento lasciava le sue labbra. Perché l'espressione dipinta sul viso del vecchio era più che preoccupante. Serio e deciso continuava a esaminarlo, le folte sopracciglia aggrottate e le labbra strette in una linea sottile.
"Mio principe... nella mia vita ho visto molte gravidanze. Ho visto Lady Arra rimanere incinta del piccolo Jonnel e riconosco in voi tutti i segni della gravidanza," spiegò lui posando il palmo contro il suo stomaco.
Jace scosse il capo e si portò le mani al viso.
"È impossibile," disse il principe.
"Ma io lo sento! Mio Signore... sento un figlio dentro di voi. Percepisco la sua forma, i suoi movimenti... direi... direi che siete all'incirca al terzo mese, quando la nausea scompare e il bimbo inizia a muoversi," insistette il Maestro, gli occhi febbrili e fissi nei suoi. Non c'era menzogna nella sua voce. C'era solo verità e terrore. Perché quello che andava dicendo non doveva essere possibile eppure le ora.
"Non mi stai prendendo in giro? Tu dici la verità? Tu sei davvero convinto che dentro di me cresca un bambino? Un figlio di Cregan?" domandò Jace con il cuore che batteva forte contro il petto e gli occhi che correvano dal viso del Maestro alla sua pancia tonda.
Il vecchio deglutì e annuì. Un semplice cenno con il capo ma che bastò a fargli perdere l'equilibrio. Si accasciò contro i cuscini e il Maestro si sedette ai piedi del letto, le mani che correvano contro la lunga barba mentre Jace si stringeva nelle coperte, le ginocchia premute contro il petto.
"È... è un qualcosa di inaudito," disse il Maestro deglutendo sonoramente.
"Cazzo," sussurrò Jace nascondendo il viso contro le mani. Perché ora che il Maestro l'aveva messo di fronte a quella verità non poteva fare altro che crederci. Ricordava quando sua madre era rimasta incinta prima di Aegon e poi di Viserys. La ricordava mentre fuggiva per vomitare. Ricordava i suoi giramenti di testa e la sua pancia che diventava sempre più grande.
"Cazzo!" esclamò con occhi grandi e fissi sul proprio ventre.
"Come è possibile!? Io... io sono un alpha!" esclamò Jace con il cuore in gola e il respiro che gli mancava.
Il Maestro scosse il capo, si alzò e gli offrì dell'acqua, riconoscendo in lui i sintomi di qualcuno che stava provando un terrore tale che presto avrebbe smesso di respirare.
Jace bevve con ingordigia e si appoggiò ai cuscini, seguendo le istruzioni del Maestro che gli ordinava di prendere respiri lunghi e profondi, chiudere gli occhi e cercare di non pensare alla fonte di quella paura.
"Non lo so, Mio principe, ma farò in modo di scoprirlo," disse lui leccandosi le labbra.
"Non dirlo a Cregan!" ordinò Jace quando lo vide avvicinarsi alla porta.
Il vecchio esitò sull'uscio ma poi annuì, deciso a tenere quel segreto fino a quando il principe non ne avrebbe parlato volontariamente con il Signore di Grande Inverno o fino a quando non avrebbe trovato un'altra possibile soluzione a quel grande punto di domanda.
Quando la porta si fu chiusa alle sue spalle Jace si accasciò contro i cuscini, il petto che si alzava e abbassava rapidamente e le il viso nascosto tra le mani.
È impossibile. È impossibile. È impossibile, borbottava mordendosi le labbra.
Lui e Cregan avevano fatto l'amore così spesso che se fosse stato possibile Jace avrebbe dovuto rimanere incinta mesi e mesi prima. Ancora prima di venire catturato da Aegon.
È impossibile. È impossibile. È impossibile, continuò raggomitolandosi su sé stesso.
Tutto era proceduto normalmente per quell'anno. Nessuno sconforto. Nulla.
È impossibile. È impossibile. È impossibile, si disse mordendosi le labbra.
E poi Alys Rivers era arrivata al Nord. Un brivido gli corse lungo la schiena.
Sua zia aveva detto che in molti la credevano una Strega. Jace aveva visto il suo ventre crescere e scomparire in pochi istanti. L'aveva vista ragazzina e donna adulta.
Lei gli aveva sfiorato la vita, la pancia e la fronte.
Scattò a sedere.
Non dirmi che...
"Merda!" esclamò balzando giù dal letto. Si vestì in tutta fretta, gli occhi fissi sulla porta e il cuore che gli batteva con forza nelle orecchie.
Doveva trovare Alys Rivers.
Doveva trovare una Strega.

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