Capitolo 10:

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"Accidenti... ti ha davvero conciato per le feste," commentò Daeron mentre delicatamente inclinava il viso di suo fratello, studiando i vari piccoli tagli che gli decoravano la fronte. Una corona di sofferenza. Il vecchio curato aveva disinfettato il taglio sul petto e proprio come Aemond aveva immaginato non c'era stato nessun bisogno di mettere dei punti ma solamente una pratica fasciatura. Lo stesso trattamento era stato riservato alla sua mano.
Aemond sbuffò ma lasciò che le mani delicate di suo fratello lo esaminassero.
Helaena li osservava con occhi grandi e le labbra piegate sopra un biscotto al limone.
I preferiti di Rhaenyra, pensò lei con un briciolo di nostalgia.
Le mancava sua sorella.
Saprà cosa ha fatto zio Daemon? si domandò ancora deglutendo. Spostò lo sguardo sui suoi figli che dormivano rannicchiati al centro del grande letto. Daeron era rimasto con loro per tutta la notte, vegliandoli come un guardiano e placando i loro incubi.
E ora che il sole era ormai sorto da diverse ore non li aveva ancora abbandonati.
"Gli avresti davvero fatto del male?" domandò Helaena riportando lo sguardo su suo fratello.
Aemond si morse la lingua.
Sì. Sì avrei voluto ma no, non ho potuto, pensò con la testa che martellava ancora per le piccole punture.
"Aemond ha reagito d'impulso. Persino tu ti arrabbieresti se ti colpissero alla testa con un vaso," disse Daeron cercando di mitigare il commento della sorella. Dubitava che Aemond si sarebbe infuriato con lei ma in quel momento suo fratello non era nello stato ideale per ricevere delle critiche.
Helaena arricciò le labbra, valutando le sue parole.
"Non gli avrebbe fatto del male," concluse infine abbassando lo sguardo su suo fratello.
Ma se il suo marchio lo ha fermato, certo non aveva buone intenzioni... pensò accomodandosi al fianco di Aemond che indossava ancora la tunica cerimoniale.
Pur la terribile circostanza in cui quell'abito era stato indossato, Daeron non aveva potuto fare altro che pensare che suo fratello fosse meraviglioso. Era così che da bambino aveva immaginato i loro antenati che camminavano per le strade di Valyria. Anche Lucerys, i cui tratti non erano quelli della loro antica famiglia, si era dimostrato incantevole, con la pelle pallida che metteva in risalto le sue labbra rosse e i capelli neri che constrastavano magnificamente con l'abito bianco e rosso.
"Cosa intendi fare ora? Le sue guardie dicono che non ha lasciato la sua stanza," disse Daeron che non appena aveva saputo dell'aggressione aveva fatto visita ai soldati di guardia a suo nipote. Aveva rabbrividito davanti ai loro occhi sgranati per il terrore.
Mi hanno scambiato per Aegon, pensò scuotendo il capo, come se volesse scordare quella vista.
"Temo che non esiterà ad attaccarmi ancora se provassi a fargli visita e questa volta non gli farò la gentilezza di trattenermi," disse guardando la propria mano e ricordando la sensazione di ebbrezza che aveva provato quando lo aveva colpito in pieno viso.
Deve essere quello che prova lui ogni volta che mi colpisce, pensò serrando le dita a pugno.
Helaena si chinò davanti a lui e prese la sua mano nella propria, liberando le unghie che erano andate a conficcarsi nei suoi palmi.
"Gli parlerò io," disse lei con occhi fissi nel suo di un tinta così simile alla propria.
Aemond inclinò il capo e Daeron strabuzzò gli occhi.
Helaena non è nota per mettersi in situazioni di questo tipo, pensò Daeron mordicchiandosi le labbra.
Sua sorella non era più scossa come il giorno precedente ma se Lucerys avesse alzato la voce in sua presenza era certo che lei sarebbe crollata.
"Helaena... ne sei certa? Lucerys può essere... intenso," disse Daeron in assenza di parole migliori da utilizzare. Aveva incontrato suo nipote solamente in tre occasioni e in tutti quei casi Luke era riuscito ad alterare le sorti e l'umore dell'intera famiglia.
In due di queste occasioni era nudo, ricordò trattenendosi dal passare una mano contro la fronte.
Se i suoi fratelli sono simili a lui quanto credo, immagino di capire perché Aegon sia così ossessionato da Jacaerys, continuò leccandosi le labbra.
Lei annuì debolmente.
"Io... credo di essere l'unica a poter comprendere le sue paure," disse con un sorriso forzato. Forse Aegon non l'aveva presa prigioniera e costretta a sposarlo ma la sensazione non era molto differente.
Se non altro è innamorato dei suoi figli, pensò premendo una mano contro la pancia leggermente ricurva a causa di tutti i dolciumi che ingurgitava durante la giornata. Le sue uniche gioie insieme ai gemelli e al suo drago.
Aemond deglutì, sembrando impensierito per la prima volta da quando aveva messo piede in quella stanza. Strinse delicatamente la mani di sua sorella nelle proprie e la portò alle labbra, lasciando un bacio al centro del dorso.
"Io veglierò sui tuoi figli," le disse con dolcezza.


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