Capitolo 15:

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La luna era alta in cielo quando Roccia del Drago entrò nel suo campo visivo. Le stelle risplendevano come tante lucciole ammiccanti e Jace sorrise al cielo, consapevole che forse non avrebbe mai più provato un momento di tale pace.
Vermax spalancò le enormi ali e planò leggiadro davanti alla Montagna dei Draghi, dove stavano la sua grotta e quelle dei suoi fratelli.
E quella di Arrax, pensò Jace sorridendo al ricordo del piccolo drago dalle scaglie perlacee, un esserino che possedeva la stessa allegria di suo fratello.
"Jace!" gridò Joffrey scapicollandosi su per la collina, inciampando in più radici di quanto sarebbe stato umanamente possibile e infine cadde tra le braccia di suo fratello maggiore, rischiando di gettarlo in terra con la sua foga.
"Joff," sussurrò lui affondando il naso nel collo di suo fratello.
Sollevò gli occhi e sorrise nel vedere Baela che lenta risaliva la collina, il vestito rosso stretto fra le dita e i capelli ricci mossi dal vento.
Aveva amato i mesi passati con Cregan. Le sue labbra e le sue mani. La sua voce gentile e le notti passate nello stesso letto, facendo l'amore o semplicemente parlando.
Ma non aveva immaginato che rivedere i suoi fratelli lo avrebbe fatto sentire così vivo. Vederli vivi e felici gli riempì il cuore di gioia.
"Baela," disse lui aprendo un braccio, lasciando che lei si stringesse al suo fianco libero e affondasse il viso contro il suo collo, il lato che era rimasto libero.
Rimasero fermi a lungo in quello stretto abbraccio. Le braccia di Jace che circondavano i fianchi dei fratelli e le loro che si aggrappavano a qualsiasi punto riuscissero a raggiungere, che fossero le sue spalle, il suo collo o i suoi fianchi.
"Mi sei mancato," sussurrò Joff con la guancia premuta contro la sua, i lunghi capelli neri, ricci fino alle spalle, che sfioravano il naso di Jace, minacciando di farlo starnutire.
I capelli si erano fatti lunghi in quei mesi, rivaleggiando quelli di suo fratello maggiore. Joff aveva iniziato a portarli stretti in un laccio rosso, con alcuni ricci che però finivano sempre con l'appiccicarsi alla fronte o al collo.
"Sei mancato a tutti," disse Baela lasciandolo andare.
Joff esitò ancora per qualche istante e poi si separò dal petto del fratello, indietreggiando di un passo e poi un altro, prendendosi qualche istante per poter osservare il fratello che non era affatto cambiato dall'ultima volta che lo aveva visto. Solamente i suoi abiti erano diversi, di lana e più pesanti di quelli con cui era partito. Portava una soffice pelliccia nera sulle spalle e l'odore di alpha che sprigionava era quasi da brividi.
Chi è? si domandò Joff che non aveva riconosciuto quel profumo intenso e possessivo.
"Sei... stai bene," gli disse deglutendo. Stentava quasi a riconoscerlo con indosso quegli abiti. Non erano qualcosa che Jace avrebbe indossato nella sua consuetudine.
Jace gli sorrise, forse non notando i suoi occhi curiosi o forse preferendo ignorarli.
"Anche voi mi siete mancati," disse Jace battendo una mano contro la spalla di Joffrey che rispose con un timido sorriso.
L'espressione di Jace tornò il più neutrale possibile, il vero motivo per cui era tornato a casa a gravargli sulle spalle.
"Come è successo?" domandò rivolgendo lo sguardo verso il mare.
Baela sospirò affranta e strinse le mani a pugno, conficcando le unghie nella carne dei palmi. Si leccò le labbra e schiarì la gola mentre Joffrey si limitava a tenere gli occhi bassi, il lutto ancora troppo fresco.
"Pare che fosse una trappola. I Verdi hanno attaccato Rook's Rest sperando di attirare qualcuno dei nostri. L'hanno abbattuta in tre... quei codardi!" sibilò Baela mordendosi le labbra.
Jace abbassò lo sguardo, le guance strette tra i denti.
Sapevo che eravamo in guerra ma... uccidere Rhaenys... forse non sapevo che cosa comportava veramente una guerra, pensò respirando tra i denti.
Ormai era troppo tardi per tornare al Nord ma Jace si pentì di essersene andato. In qualche modo sperava di poter scomparire tra le braccia di Cregan, nascondersi sotto le pesanti pellicce e uscire solamente per portare Jonnel in volo.
Sembro tanto un codardo, pensò Jace stringendo le mani a pugno.
E Cregan non proteggerebbe un codardo, si disse con lo stomaco che si contorceva.
"Entro un paio di giorni partirò per Rook's Rest. Lord Staunton ha conservato il corpo di nostra nonna. Voglio riportarla a casa o quantomeno darle il degno funerale per una Targaryen," disse Baela leccandosi le labbra.
Era un decisione che aveva preso insieme a Lord Corlys. Il vecchio marinaio sarebbe partito con un cavallo e una sacca di cibo ma il viaggio sarebbe troppo pericoloso e stancante per il suo corpo ancora debilitato. E così Baela si era offerta di recuperare il corpo della nonna.
"Non credevo che nostro padre ti avrebbe permesso di allontanarsi da lui," commentò Jace con un piccolo sorriso. Per le gemelle era sempre stato difficile vedere quanto Daemon le amasse. Ma per tutti loro era alquanto evidente come loro fossero le sue figlie preferite. Specialmente Baela.
"Non gli ho dato scelta," disse lei con un piccolo ghigno.
"Ora andiamo," gli disse porgendogli una mano che lui strinse immediatamente, intrecciando le loro dita in una presa dolce. Joff si aggrappò alla lunga pelliccia di suo fratello, approfittando per studiarla più da vicino.
"Madre e padre vogliono parlarti... abbiamo notizie di Luke," disse lei con un sorriso sofferente.

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