Capitolo 9:

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Si sentiva sporco. Vestito di bianco e rosso, gli abiti tradizionali della sua famiglia, eppure sentiva di non appartenerci. Di stare macchiando una cerimonia così perfetta.
Quel giorno il cielo era nuvoloso e una coltre di nebbia si era sollevata dal mare circondando la collina sulla quale Aemma Arryn e suo figlio Baelon Targaryen erano stati bruciati.
Lucerys si era guardato attorno, come se sperasse di vedere la pira che era stata lì venti anni prima. Naturalmente non c'era più nessuna traccia, solo erba incolta e piccoli fiori gialli.
Alla fine è riuscito a trovare un Maestro, pensò mentre guardava il vecchio dalla pancia prominente e la lunga barba bianca.
Storse il naso e distolse brevemente lo sguardo. I suoi occhi avrebbero dovuto rimanere fissi in quello di Aemond ma temeva che avrebbe vomitato se avesse guardato ancora per un istante l'iride viola di suo zio.
Alla base della collina, circondati dalla nebbia, abbastanza lontani da non essere una distrazione ma abbastanza vicini da poter udire le parole del Maestro, c'erano i loro familiari.
I familiari di Aemond, pensò mordendosi le labbra.
Più indietro, nascosti alla vista ma presenti, c'erano Criston Cole e i suoi uomini.
Le guardie di Luke non erano presenti. Lui le avrebbe volute con sé. Se la sua famiglia non poteva assistere forse Cleoden e Harkon potevano essere la sua ancora in quell'orribile momento. Ma Aemond aveva ordinato loro di rimanere a palazzo e sorvegliare la loro nuova camera da letto.
"Siamo pronti per iniziare?" domandò il Maestro sfregando insieme le mani congelate per il freddo.
Se lo spingessi giù dalla scogliera nessuno potrebbe celebrare le nozze, pensò mordicchiandosi le labbra. Il precipizio era lontano diversi metri ma se lo avesse spinto con abbastanza forza, rotondo com'era, sarebbe rotolato giù senza nessuna difficoltà.
"Forza Maestro! Non vedo l'ora di sentire grida e gemiti riempire le mura del mio palazzo!" esclamò Aegon posando le mani sulle spalle dei suoi figli che ancora giovani non potevano capire a cosa il genitore si stesse riferendo.
Luke rabbrividì e strinse le labbra in una linea sottile.
Potrei spingere Aegon giù dalla scogliera, pensò ancora adocchiando l'usurpatore circondato dai fumi della nebbia.
Daeron era al suo fianco, il naso arricciato e gli occhi bassi. Teneva una mano appoggiata alla spada e l'altra stringeva il fianco del suo pesante cappotto nero. Era l'unico della sua famiglia a rifiutare di indossare il verde.
Anche Aemond parve infastidito da quelle parole ma non disse nulla, accennando al Maestro di procedere.
Il vecchio uomo si schiarì la voce, iniziando a blaterare mentre offriva ad Aemond la lama cerimoniale, un pugnale nero come l'ossidiana.
"Hen lantoti ànogar, Va syndroti vaedroma," - Sangue dei due, unito come uno - iniziò il vecchio mentre Aemond si piegava in avanti, incidendo il labbro di Lucerys. Il giovane sibilò, cercando di allontanarsi dalla lama ma la presa del suo promesso era troppo forte per poter fuggire.
Luke avrebbe dovuto incidere a propria volta il labbro di Aemond ma suo zio non era così sciocco da permettergli di avvicinare un pugnale al suo viso. Così, lo fece da solo, incidendo le proprie labbra e segnando la fronte di Luke e la propria con il loro sangue mischiato.
"Mero perzot gihoti, Eledroma iàrza sir," - Fiamma fantasma e canzone delle tenebre - continuò il Maestro mentre Aemond prendeva la mano di Luke nella propria, incidendo il suo palmo con cura e attenzione, recidendo la carna bianca e soffice, lasciando che il sangue colasse lungo il suo polso e macchiasse l'abito bianco.
Aemond incise il proprio palmo, il suo viso impassibile mentre la lama tranciava la sua pelle come fosse stato un pezzo di burro. Porse il pugnale al Maestro che lo posò sull'altare che li separava, prendendo il calice cerimoniale.
"Izult ampà perzi, Primi lanti seteksi," - Due cuori come braci, forgiati nelle Quattordici Fiamme, un futuro promesso nel vetro - disse ancora mentre Aemond prendeva la mano di Luke nella propria, premendo insieme i loro palmi sanguinanti. Luke sibilò e nuovamente cercò di fuggire mentre il loro sangue grondava all'interno della coppa.
"Hen jeny mazilarion, Qélossa," - Le stelle sono da testimoni, il giuramento parla attraverso me - sussurrò infine. Aemond fu il primo a bere dalla coppa e subito dopo la premette contro le labbra di Luke che fu costretto a berne un minuscolo sorso. Si bagnò a malapena le labbra ma non riuscì a trattenersi dal pulirle con la lingua, finendo con l'ingoiare il loro sangue unito in uno.
Aemond si chinò su di lui, unendo le loro labbra in un minuscolo bacio a cui Luke si oppose con ogni forza.
Aegon gridò con eccitazione, come se quello fosse stato il suo stesso matrimonio.
Alicent e Helaena, imitate dai bambini, si limitarono a contenuti applausi. La nonna e i piccoli che sorridevano mentre Helaena era rigida, allerta.
"Finalmente! Coraggio fratello, torniamo alla Fortezza Rossa e diamo inizio in anticipo a questa attesissima prima notte di-" Daeron si gettò su di lui prima che potesse terminare la frase, una spada che tranciò l'aria lì dove pochi istanti prima si trovava il Re Usurpatore.
Helaena iniziò a urlare mentre una sottile figura armata di pugnali si faceva largo tra lei e i suoi bambini, mirando al volto dei piccoli che vennero salvati dalla spada di Ser Criston, giunto di filata giù dalla collina.
Daeron aveva intercettato la spada di un uomo grande e grosso.
"Sangue e Formaggio!" sibilò Helaena.
Daeron la guardò con terrore, temendo che sua sorella fosse stata colpita alla testa ma lei era sana, stretta fra le braccia di sua madre mentre le guardie giungevano a decine.
Non impiegarono molto a sovrastare i due nemici giunti dalla nebbia. Ma quel poco tempo fu sufficiente per Lucerys che afferrò il pugnale cerimoniale e si gettò su Aemond, squarciandogli il centro del petto, una ferita superficiale ma che però lo fece indietreggiare e perdere l'equilibrio.
Luke si avventò nuovamente su di lui ma Aemond fu pronto, gli afferrò il polso e colpì al viso con un manrovescio che lo fece cadere in terra con un grido di dolore e il labbro spaccato.
Steso in terra, con il sangue che gli colava lungo il mento, sentì le ultime parole del piccolo uomo armato di pugnale.
"Il dono di nozze dei Neri! Il dono del principe Daemon!" esclamò lui prima di venire trafitto dalla lama di Daeron, il viso schizzato di sangue e i capelli in disordine, i ricci che gli ricoprivano la fronte e le orecchie.
Aegon superò Criston Cole, spingendolo via da davanti ai gemelli e si inginocchiò davanti a loro. Accarezzò il viso di entrambi. La guancia di Jaehaerys era ferita da un piccolo taglio e quello di Jaehaera era schizzato di sangue e dalle lacrime che segnavano i loro piccoli volti.
I bambini si strinsero subito contro il suo petto, lasciando che lui li circondasse con braccia forti e tremanti.
"Torniamo alla Fortezza. Adesso," ordinò Daeron passandosi una mano fra i capelli.
Si avvicinò a sua madre e sua sorella, assicurandosi che entrambe stessero bene.
Luke strinse i denti.
Erano così vicini. Così vicini a vedere la testa di Aegon rotolare in terra! pensò colpendo la terra con rabbia. Se Daeron non fosse intervenuto Aegon sarebbe morto. Morto.
Aemond lo afferrò per i capelli e lo costrinse ad alzarsi in piedi. Luke tentò di liberarsi ma la presa era troppo forte. Sputò un fiotto di saliva e sangue che macchiò il viso di Aemond che però ghignò.
Aegon si sollevò da terra e voltò gli occhi incandescenti sul giovane principe.
"Scopatelo per bene. Cazzo!" gridò a suo fratello mentre guidava la sua famiglia verso la carrozza che li aveva condotti fino a quel luogo.
Aemond perse la presa sui suoi capelli e lo afferrò per un braccio, scortandolo fino alla carrozza.
Luke si oppose a ogni passo.


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